sabato 21 dicembre 2024

anticipazioni de Il fatto quotidiano in edicola. Salvini, il giorno della sentenza per Open Arms: il ministro nell'aula bunker di Palermo. Siria, il leader jihadista promette elezioni: "Ma solo dopo un censimento. Se sarà uno Stato islamico lo deciderà il popolo"

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-20-dicembre-2024/

La giornata in cinque minuti

PROCESSO OPEN ARMS, SALVINI IN AULA ASPETTA LA SENTENZA. Arriverà stasera il verdetto per Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio: nell’agosto 2019, quando era ministro dell’Interno nel governo Conte I, negò per 19 giorni lo sbarco in Italia di 147 migranti soccorsi della nave ong spagnola Open Arms. La giornata per il leader della Lega è cominciata presto all’ingresso del carcere Pagliarelli di Palermo: “Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto, ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato l’immigrazione di massa. Qualunque sia la sentenza per me oggi è una bella giornata, perché sono fiero di avere difeso il mio Paese”, ha detto stamattina entrando nell’aula bunker. Intorno alle 18, dopo una giornata in giro per il capoluogo siciliano, il rientro e l’attesa. A sostenerlo, nel giorno in cui a Roma si vota la Manovra di bilancio, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il viceministro delle Infrastrutture Alessandro Morelli e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Salvini non è stato l’unico esponente del governo a essere stato protagonista della giornata giudiziaria. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per bancarotta fraudolenta nei confronti di Ki Group Srl, una società del settore bio-food che Daniela Santanchè ha guidato fino al 2021 e lasciato nel gennaio 2022. La ministra del Turismo è indagata insieme con l’ex compagno, Giovanni Canio Mazzaro, il fratello Michele Mazzaro, Antonino Schemoz e altre due persone. Sul Fatto di domani vi racconteremo i dettagli della sentenza Open Arms, le reazioni politiche e l’ennesimo capitolo Santanchè.


MANOVRA, GOVERNO INCASSA LA FIDUCIA: VOTO IN SERATA. GIRAVOLTA LEGA SULLA LEGGE-RENZI: PRIMA BOCCIA IL DIVIETO PER I COMPENSI DALL’ESTERO, POI CI RIPENSA. La Manovra ottiene la fiducia della Camera dei deputati con 211 sì e 117 No. Un passo scontato visti i tempi stretti: tanto da trasformare il Senato in un “notaio” con il compito di timbrare il testo senza possibilità di modifica. Alle 21 inizieranno le dichiarazioni di voto. Intanto la Lega si è incartata sulla cosiddetta legge-Renzi (una norma della Manovra) per vietare ai parlamentari di incassare compensi da Stati fuori dall’Europa, come l’Arabia Saudita di Bin Salman. Il Carroccio prima ha presentato un Ordine del giorno per bocciare il divieto, poi ha innestato la retromarcia e lo ha ritirato. La maggioranza si è divisa sulle multe ai No-Vax, per via di un ordine del giorno della Dem Simona Bonafè con lo scopo di scongiurare il condono delle sanzioni. 7 onorevoli di Forza Italia hanno votato Sì, Lega e Fratelli d’Italia No. Per il resto, mance a pioggia. Ma il grosso dei problemi è risolto: ieri il testo è giunto in Aula dopo la raffica di emendamenti e la battaglia in Commissione bilancio, rattoppato dal ministro Giorgetti. La lotta per le modifiche aveva segnato il disegno di legge con errori e incongruenze: saltato un rigo dall’articolo sull’Ires premiale, finanziata due volte la misura sull’equa riparazione. Sono perfino avanzati 100 milioni di coperture: la cifra è quasi pari alle risorse destinate dal Tesoro alle modifiche parlamentari, come abbiamo scritto sul Fatto di oggi. All’apertura dei lavori, ieri, mancavano tutti gli esponenti del governo. La discussione è cominciata in ritardo, solo quando Giorgetti è apparso alla spicciolata con le scuse del ministro Ciriani. Sul Fatto di domani vi racconteremo i lavori e nuovi retroscena da Montecitorio.


MEDIO ORIENTE, IN SIRIA, il LEADER JIHADISTA PROMETTE: “CI SARANNO ELEZIONI MA SOLO DOPO IL CENSIMENTO. UNO STATO ISLAMICO? DECIDERÀ IL POPOLO”. GAZA, L’ACCORDO TRA ISRAELE E HAMAS SEGNA IL PASSO. Mohammed al-Jolani, a capo delle fazioni jihadiste che hanno rovesciato il governo di Assad, in una intervista esclusiva al Tg1 assicura che le elezioni si faranno. Ma il voto sarà possibile solo dopo un censimento: “Quasi la metà della popolazione siriana vive all’estero, e la maggior parte non ha legami giuridici con la madrepatria. il regime precedente negava questa possibilità”. Alla domanda se la Siria potrebbe diventare uno Stato totalmente islamico, la risposta è stata questa: “Innanzitutto è una scelta del popolo come deve essere lo Stato. Una scelta del popolo e assolutamente non di Paesi stranieri”. Per al-Jolani c’è il primo incontro con una missione internazionale: gli Usa hanno spedito una delegazione per capire le sue intenzioni. Nel frattempo, la situazione in Siria appare molto incerta, soprattutto per i curdi: la Turchia, che ha appoggiato in modo plateale i jihadisti nella loro marcia verso Damasco,vuole sfruttare il momento per attaccare i curdi-siriani, ritenuti da ancora complici del Pkk. Da un fronte all’altro: nonostante le voci ricorrenti di un accordo imminente nella Striscia di Gaza, tra i fondamentalisti di Hamas e Israele, per una tregua, le trattative segnano il passo. Tanto che il direttore della Cia, William Burns, ha lasciato Doha dopo un solo giorno. Secondo alcuni media, la questione ruota attorno al numero e l’identità degli ostaggi – portati via durante il massacro del 7 ottobre – che Hamas rilascerà durante la prima fase di sei settimane, nonché sulla selezione e il numero di palestinesi detenuti da Israele che verrebbero scambiati. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento sulla crisi siriana, con un reportage di Fabio Bucciarelli, e altre notizie sul Medio Oriente.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Guerra Russia-Ucraina, Mosca bombarda Kiev, danneggiate sei ambasciate: una vittima. L’attacco russo che ha colpito nelle ultime ore Kiev ha danneggiato sei ambasciate, situate nello stesso edificio. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri, Heorhii Tykhyi. Si tratta delle ambasciate di Albania, Argentina, Palestina, Macedonia del Nord, Portogallo e Montenegro. Sul giornale di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto nell’Est.

Il Consiglio d’Europa: “Fermate il ddl sicurezza, rischio per la libertà”. La Russa: “Inaccettabile interferenza”. Il monito è arrivato grazie ad una lettera firmata da Michael O’Flaherty, commissario per i diritti umani dell’organismo internazionale (da non confonfere con l Consiglio europeo). La missiva esprime il timore di limitare diritti fondamentali di manifestanti e detenuti, oltre a colpire chi lotta per la giustizia sociale e ambientale. O’Flaherty definisce troppo vaghi i nuovi reati, puniti severamente. Ad esempio, il ddl prevede la reclusione per atti di protesta non violenta, come il blocco del traffico, o per forme di resistenza passiva sia nelle carceri sia nei centri per migranti. Per il presidente del Senato Ignazio La Russa, una “inaccettabile interferenza”.

Milano, operazione contro neonazi: denunciati 12 studenti, c’è anche un minorenne. L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Milano e da quella per i minorenni, vista la presenza di un diciassettenne. L’inchiesta è nata dal monitoraggio del web, svolto dalla polizia postale. Il gruppo si riuniva su Telegram per “discutere su temi propri dell’estrema destra suprematista e filonazista, tra cui la superiorità della razza bianca, l’odio razziale e l’antisemitismo”. Sequestrate bandiere con i simboli del nazismo e del fascismo e volantini di propaganda, e in via cautelativa anche tre fucili da caccia.

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