tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-5-agosto-2023/
CASO CROSETTO, ALTRO CHE SPIONAGGIO : TUTTE LE BUFALE DEI POLITICI. COLOSIMO E I CANDIDATI IMPRESENTABILI: INTERVISTA A ROBERTO FICO. Guido Crosetto ha denunciato il rischio “eversivo” di una centrale di spionaggio nel cuore della Direzione nazionale antimafia. Risultato: mentre tace Palazzo Chigi, molti politici si aggrappano al caso per portare acqua al mulino proprio. Come Italia Viva con Enrico Borghi, pronto ad invocare l’abolizione della legge Spazzacorrotti firmata dall’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Lo scopo ufficiale, naturalmente, è scongiurare i “rischi democratici” sollevati del ministro della Difesa. Ma cosa c’entra la Spazzacorrotti con l’inchiesta di Perugia? I renziani, del resto, non sono gli unici ad usare le indagini come una clava. Sul Fatto di domani raccoglieremo una nutrita antologia delle dichiarazioni più insensate sul caso aperto dalla denuncia di Crosetto. Tutto è partito da un articolo del quotidiano Il Domani sui compensi ricevuti dall’uomo di Meloni come consulente di Leonardo, il colosso di Stato nel settore delle armi. Gli inquirenti hanno acceso un faro sul maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Striano, già in servizio alla Direzione nazionale antimafia. L’ipotesi di reato è accesso abusivo al sistema informatico. Striano avrebbe consultato l’archivio di Bankitalia sulle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, violando i regolamenti e carpendo informazioni sensibili su uomini politici (come il leader M5s Giuseppe Conte) e personaggi dello spettacolo (come Francesco Totti). L’uomo della Gdf si è difeso spiegando come il suo lavoro di ricerca nei database fosse coordinato con la procura di Roma. Molti commentatori, da destra, denunciano già spionaggio e dossier. Dimenticando l’archivio del Sismi di Pollari&Pompa, gli spioni della Security Telecom, le commissioni Telekom Serbia e Mitrokhin con falsi testimoni. Di sicuro, come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, ci sono gli affari “spericolati” di Guido Crosetto. Il ministro è socio in tre aziende con Giovanni e Gaetano Mangione, nomi accostati dall’antimafia a criminali del calibro di Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Lillo Lauricella. A proposito di Antimafia, ascolteremo l’opinione dell’ex presidente della Camera Roberto Fico (m5S) sull’ultima proposta di Chiara Colosimo: il “bollino” della Commissione sulle liste elettorali dovrebbe arrivare 75 giorni prima del voto. Peccato che i nomi dei candidati ballino fino all’ultimo giorno utile. TURISMO, IL CAROPREZZI SI MANGIA LE VACANZE. LE STORIE DI CHI HA PERSO IL REDDITO (E LE FERIE SE LE SOGNA). L’inflazione si abbatte sul turismo e non è detto che la stagione estiva sarà da incassi record, con rischi per la crescita del Pil. Nel secondo trimestre 2023 l’economia italiano ha registrato un calo dello 0,3 per cento, ora i timori sono che la frenata possa ripercuotersi sulla crescita del prodotto interno lordo previsto nel 2023. Eppure, le aspettative sui fatturati delle aziende del turismo erano altissime, per i mesi di giugno e luglio. Secondo Assoturismo, ad agosto sono attesi 82 milioni di turisti nelle strutture ricettive italiane: circa 800mila in meno rispetto ad agosto 2022. In Toscana, ad esempio, gli agriturismi sono andati peggio del previsto: “A luglio abbiamo registrato un calo di presenze di circa il 30% in media – hanno dichiarato Fabiola Materozzi di Confagricoltura Toscana e Daniela Maccaferri, presidente di Agriturist Toscana – Mancano all’appello soprattutto i turisti italiani, su cui pesano molto i rincari dei carburanti e la ridotta capacità di spesa. In aumento invece i vacanzieri stranieri”. In Puglia, secondo un’indagine dell’Adoc, i prezzi sulle spiagge superano di gran lunga Grecia e Albania. A Gallipoli per una giornata al mare (compresa consumazione al ristorante) e una notte in b&b una famiglia di quattro persone può pagare fino a 500 euro. Sul Fatto di domani vi racconteremo i veri numeri del turismo e le storie di chi ha dovuto dire addio al Reddito di cittadinanza. Per loro le vacanze sono un miraggio, con l’inflazione che ha divorato i già esigui risparmi. CATENO DE LUCA, L’ULTIMA SPIAGGIA DI RENZI E CALENDA (PER NON MORIRE A BRUXELLES). Cateno De Luca potrebbe essere ossigeno vitale per Renzi e Calenda, i leader del cosiddetto Terzo polo ormai in coma profondo. Il sindaco di Messina in un’intervista al Corriere della Sera si è candidato alle elezioni suppletive di Monza, per eleggere il successore di Berlusconi nel seggio vacante di Palazzo Madama. Il primo cittadino ci ha tenuto a sbeffeggiare i due rivali per lo scranno. Adriano Galliani? “Continui a fare il calciatore, la politica è una cosa seria”. Il radicale Marco Cappato? “Promuove il suicidio assistito, per me Dio ci dà la vita e Dio ce la toglie, chi accompagna agli inferi è Caronte”, ha chiosato De Luca. Di lui, gli amanti del trash ricorderanno la sceneggiata del 2007, quando si presentò a Palazzo dei Normanni indossando a mo’ di mutanda la bandiera giallorossa della Trinacria. Oggi il sindaco di Messina sogna di volare al Parlamento europeo nel 2024. Perciò ha lanciato un amo a Renzi e Calenda, separati in casa e ai ferri cortissimi. A Bruxelles vige la soglia di sbarramento del 4%: il “centrino” unito con De Luca potrebbe superare l’ostacolo; se corressero da soli, il flop sarebbe dietro l’angolo. Il politico siculo ha già avanzato le sue “sobrie” richieste: “Sarebbe un matrimonio di interessi, a condizione che io sia capolista al Sud e nelle Isole perché voglio fare lo zar, l’imperatore del nuovo Regno delle Due Sicilie”. Sul Fatto di domani, il nuovo capitolo della telenovela Renzi&Calenda. GEDDA, IL TAVOLO DI BIN SALMAN PER IL NEGOZIATO IN UCRAINA. KIEV METTE I PORTI RUSSI NEL MIRINO. Dopo l’attacco nel porto di Novorossiysk alla nave d’assalto “Olenegorskij Gornjak”, i droni di Kiev colpiscono ancora. Stavolta vicino al ponte di Crimea: il bersaglio è la petroliera Sig. La controffensiva ucraina ha messo nel mirino 6 porti russi: ad Anapa, Novorossiysk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi e Taman. Puntuale è giunta la sfuriato del falco Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio russo di sicurezza: “Se la feccia di Kiev vuole organizzare una catastrofe ambientale nel Mar Nero, deve ottenerla su quella parte del loro territorio”. Secondo il Financial Times, gli Usa non avrebbero gradito l’attacco di Kiev alla petroliera russa, per i timori di ripercussioni sul mercato del greggio. Secondo il quotidiano britannico, “l’attacco alle infrastrutture per l’esportazione del petrolio probabilmente causerà preoccupazione alla Casa Bianca e in altre capitali occidentali”. Sul fronte diplomatico, a Gedda in Arabia Saudita si è aperto l’incontro di due giorni per discutere sulle possibilità di un negoziato in Ucraina. Partecipano i Paesi del G7, i Paesi europei e le istituzioni Ue, oltre ai Brics. Ci sarà la Cina con l’inviato Li Hui, insieme a India e Sudafrica. Per il Brasile, collegato da remoto, interverrà l’incaricato speciale del presidente Lula per l’Ucraina, l’ex ministro degli Esteri Celso Amorim. Punto di partenza: i 10 punti per la pace del presidente Volodymyr Zelensky. “Mi aspetto colloqui difficili ma di successo perché tra di noi c’è la verità”, ha annunciato Andriy Yermak, che rappresenterà Kiev alla riunione. Sul Fatto di domani vi racconteremo gli scontri sul campo e i tavoli del negoziato. LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE La nuova Rai di Giorgia Meloni. Intervista a Riccardo Laganà – consigliere d’amministrazione eletto dai dipendenti di viale Mazzini – per fare il punto sui nuovi palinsesti d’autunno targati centrodestra. Alluvione in Romagna: i social chiamano, Salvini risponde. Una strada interrotta dall’alluvione a a Fontanelice (Bologna), dove le frane ancora non sono domate. Un video di denuncia diventa virale sui social network e arrivano fino al ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini: “Ho chiesto ai miei uffici di approfondire”, ha dichiarato il leader del Carroccio. Sul Fatto di domani vi racconteremo come è andata davvero. Kata, arrestato lo zio della bimba scomparsa. Estorsione, rapina, minacce, ma anche tentato omicidio e lesioni gravi: sono le accuse con cui è stato arrestato lo zio materno di Kataleya Alvarez, sparita a Firenze il 10 giugno scorso. Insieme a lui sono stati condotti in carcere altri tre uomini. Secondo gli inquirenti, i 4 gestivano il racket degli affitti nell’ex albergo occupato Astor di via Maragliano, dove Kata viveva con la famiglia |
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