domenica 29 maggio 2022

Fatto For Future. L’attivista ugandese Nakate: “Clima, i politici mentono. I media nascondono”. Il trio "ecologista" di Macron non è green nemmeno sulla carta

 dalla newsletter de il fatto quotidiano fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca MercalliElisabetta Ambrosi intervista Vanessa Nakate, attivista ugandese e autrice di libri sul clima che devasta il continente africano. Con Luana De Micco tornuiamo a Parigi per analizzare il piano green di Macron, affidato a tre donne che alimentano molti dubbi, vediamo perché.

Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, il Wwf critica il piano RepowerEu “rovinato da pessime idee per i fossili” . Mentre Mountain Wilderness parla delle olimpiadi Milano-Cortina 2026: doveva essere un evento a “emissioni zero”, invece…

Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” parliamo dei gamberetti, un alimento molto diffuso che però provoca danni seri all’ambiente.

Ascolta su FqExtra il podcast di Valentina Petrini e Maura Gancitano, “inquinare è inevitabile”

Buona lettura


L’attivista ugandese Nakate: “Clima, i politici mentono. I media nascondono”

di Elisabetta Ambrosi

Arriva indossando una giacca e una sciarpa pesante al collo, nonostante a Roma ci siano quasi trenta gradi. E fa venire mente subito quando nel suo libro, Aprite gli occhi. La mia lotta per dare una voce alla crisi climatica (edito da Feltrinelli), racconta del freddo patito al meeting sul clima di Davos, quasi una crisi ipotermica. Vanessa Nakate, soprattutto, è timidissima, nonostante abbia dimostrato in questi anni un coraggio senza fine. Parla con voce bassa, si percepisce un po’ di smarrimento, come se stesse cercando di capire i nostri codici europei. Che sono diversi dai suoi, come diversa, rispetto a Greta, la sua esperienza di attivista. Perché l’Uganda non è la Svezia.

Paura. Tristezza. Rabbia. Frustrazione. Disgusto. Questi sono stati i sentimenti che lei racconta di aver provato di fronte alle devastazioni ambientali nel suo paese. La sua storia di attivista comincia con una reazione morale?

È così. Quando ho visto l’impatto della crisi climatica, come le alluvioni e la siccità, sul mio paese ho sentito che dovevo fare qualcosa, parlare di ciò che stava accadendo. Quindi mi sono posta in una prospettiva morale: fare qualcosa per la mia comunità, trovare soluzioni.

(continua a leggere)


Il libro


Pensare la fine. Discorso pubblico e crisi climatica

Meltemi editore, pagine 152, euro 15

di Marco Pacini

La recente accelerazione della crisi climatica e ambientale non trova soluzioni adeguate. L’ipotesi da cui prende le mosse il saggio di Marco Pacini è che per imboccarne una via d’uscita risulti indispensabile la pratica di un pessimismo attivo e creativo, anziché la predicazione di un ottimismo ottuso. In altre parole, sarebbe necessario maturare culturalmente e psicologicamente un “pensiero della fine” così da poterla evitare, un pensiero che si sottragga ai cortocircuiti responsabili dell’inazione o, peggio, di azioni prigioniere di una sorta di doppio legame tra doveri green e standard di vita irrinunciabili perché presunti sostenibili. La maturazione di un pensiero in grado di sostenere la sfida dovrà partire dalle parole che nutrono il discorso pubblico, così da sottoporle a uno “stress test” in quello che Bruno Latour ha definito “nuovo regime climatico”.

Marco Pacini è stato caporedattore de “L’Espresso” fino al 2020, dopo una lunga esperienza giornalistica. Nel 2005 ha ideato il progetto culturale “Vicino/lontano” che ha dato vita all’omonimo festival e al Premio Terzani. Ha diretto una collana di saggi per Forum Editrice Universitaria Udinese e ha già pubblicato Epocalisse (2018). Attualmente fa parte della redazione della rivista filosofica “aut aut” e della giuria del Premio Terzani.

Il programma green

Il trio “ecologista” di Macron è più attento al nucleare che al clima

Il presidente ha affidato a tre donne la svolta ecologica. Ecologisti e Ong esprimono riserve soprattutto sulle due ministre che dovranno gestire la crisi: Amélie de Montchalin, ex ministra della Funzione pubblica, e Agnès Pannier-Runacher, ex ministra delegata all'Industria e figlia dell'ad della seconda compagnia petrolifera francese. Nel piano la costruzione di 6 nuovi mini-reattori nucleari

di Luana De Micco

Occasione da non mancare

RepowerEu, Wwf: “Buon piano rovinato da alcune pessime idee fossili”

Oltre agli aspetti positivi del progetto, le proposte di sostituire il petrolio e il gas russo investendo in  infrastrutture per il gas rischiano di prolungare la dipendenza dell'Ue dai combustibili fossili e di mettere a repentaglio gli obiettivi climatici

di Wwf Italia

Milano-Cortina 2026

Olimpiadi sostenibili, la promessa tradita dalla politica

Dovevano essere i giochi a "emissioni zero", invece non si fanno le Valutazioni d'impatto. Inoltre ci saranno nuovi impianti di risalita,  di illuminazione notturna delle piste da sci, pista da bob refrigerata,  nuovi villaggi olimpici in aree dove ci sono centinaia di strutture alberghiere

di Gianluca Vignoli (Mountain Wilderness Italia)*

Verdi si diventa

Gamberetti & ambiente, perché occorre smettere di mangiarli

Gli allevamenti distruggono le foreste di mangrovia (piante che proteggono dall'erosione del mare e dagli tsunami), che lungo le coste dell’Indonesia si sono ridotte del 50%. La causa? “L’acquacoltura intensiva di gamberetti e granchi tropicali, che finiscono sulle tavole di Europa e Usa”

di Elisabetta Ambrosi

Sos clima

Maggio come luglio: Europa soffocata dal caldo precoce

In Italia – Già nella seconda decade di maggio un caldo anomalo e prematuro ha dominato la scena meteorologica insieme ad anticicloni nord-africani estesi fino all’Europa centrale. Solo una temporanea instabilità atmosferica ha determinato temporali su parte del Settentrione tra domenica 15 e lunedì 16 (64 mm di pioggia lunedì a Farra di Soligo, Trevigiano) […]

di Luca Mercalli

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