articolo dell'epoca
Dopo 10 anni di pratiche, richieste, pareri, la VIA del 5/12/2005 l'AIA del maggio 2009, quando la
volontà locale del comune di Pontinia e dei comuni limitrofi, della provincia di Latina di difendere
il territorio dall'inquinamento della centrale a turbogas è arrivata la rinuncia della ditta Gdf Suez già
Acea Electrabel. L'argomento così come le procedure sono complessi ma è un'esperienza
importante per tutti i comitati, le associazioni, le amministrazioni che come quelle di Pontinia si
oppongono a progetti incompatibili. Si può vincere anche quando di fronte c'è una
multinazionale, esperti super pagati, quando anche altri pubblici (Enel, Terna per esempio) sono a
favore del progetto contro le amministrazioni. Volendo dare un consiglio a chi si oppone è quello di
leggersi tutti i documenti, segnalando tutti gli errori e anche la mancanza di coerenza tra questi. Poi
gli elementi che hanno portato al risultato favorevole sono l'assoggettabilità di questo tipo di
impianti alla direttiva Seveso in quanto a rischio di incidente rilevante. In tal caso, se esistono altri
impianti soggetti a RIR, il comune con la variante urbanistica limita fortemente la realizzazione di
nuovi impianti. La variante urbanistica è obbligatoria nei comuni dove già insiste un impianto
soggetto a RIR. Nel caso di Pontinia poi è stato importante l'errore grossolano nella progettazione
delle opere connesse (gasdotto ed elettrodotto) in area geologica instabile. La società proponente
certo non si aspettava una simile conoscenza delle procedure e sopratutto di essere contestati punto
su punto sulla validità e sui dati progettuali errati, vecchi di 20 o 30 anni e riferiti a centri lontani 30
o 40 km e quindi non applicabili. Anche se alla fine sono state le energie naturali e rinnovabili a
rendere antieconomico il ricorso alla centrale a turbogas. Le rinnovabili non si spengono le turbogas
sì e nel caso di Pontinia non sono mai partite.
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