Sono trascorsi quindici anni da quel novembre del 2003 quando l’allora governo Berlusconi annunciò di voler ubicare in Basilicata il Deposito unico nazionale di scorie nucleari nella località di Scanzano Ionico. La notizia scatenò una protesta degli abitanti della zona, talmente vasta da spingere il governo a rivedere la decisione. La Commissione scientifica sul Decommissioning guidata da Massimo Scalia ha promosso un evento con tutti gli attori coinvolti nel piano nazionale sullo smantellamento degli impianti nucleari ancora esistenti in Italia e la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Tanti i temi della giornata, che ha visto la partecipazione della comunità scientifica, delle istituzioni, associazioni ambientaliste e mondo dell’informazione.
Al centro lo stato dell’arte in merito al Deposito unico di scorie nucleari, l’esportazione di rifiuti ad alta radioattività e il confronto con le esperienze degli altri Paesi comunitari. La precedente legislatura si è chiusa senza aver sciolto il nodo del Deposito nucleare. Il presidente della Commissione Industria al Senato, Gianni Girotto, confida in un’accelerazione del processo, sottolineando come il primo «affare assegnato» la scorsa estate sia stato proprio quello sulla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale e come tra audizioni e sopralluoghi si sia ormai in dirittura d’arrivo con le consultazioni di tutti coloro che possono contribuire alla soluzione del problema. “Rifiuti ad alta radioattività, andranno nel Deposito nazionale o saranno destinati all’estero? Lo stiamo valutando con il Governo”, ha affermato Girotto nel corso del convegno. “Resta inoltre il grosso buco dei rifiuti militari, ancora da quantificare e di cui non si è decisa la destinazione finale. E sulla tracciabilità dei rifiuti siamo indietro, soprattutto quelli ospedalieri”.
Trovare una soluzione alla questione delle scorie nucleari è un “un atto di tutela e rispetto per le future generazioni”, ha sottolineato Lamberto Matteocci, direttore vicario dell’ISIN. “Consentirà un’efficace e definitiva gestione in sicurezza dei rifiuti derivanti dal pregresso programma nucleare – ha proseguito il responsabile del nuovo Ispettorato – e di quelli che continueranno ad essere prodotti nel tempo connessi alle attività sanitarie, industriali e di ricerca”. Requisito essenziale di un corretta gestione di tutta la filiera nucleare è la questione delle risorse. Soprattutto in termini occupazionali, prevedendo un’adeguata dotazione di risorse umane per l’autorità di regolamentazione, che siano in grado di sviluppare una corretta cultura della sicurezza e della radioprotezione.
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