In questi giorni molte città italiane sono in emergenza smog.
Torino, Alessandria, Milano, Padova, Venezia, Frosinone, Roma e Napoli hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e i loro sindaci cercano di correre ai ripari limitando la circolazione alle autovetture più vecchie, ma c'è da scommetterci: queste misure non abbasseranno l'inquinamento e l'emergenza la risolverà, ancora una volta, solo il ritorno della bassa pressione e del maltempo.
In ogni caso, ancora una volta, il nostro Paese non sarà riuscito a rispettare le proprie leggi a tutela della qualità dell'aria e della salute dei propri cittadini e giustamente dovremo pagare all'Unione Europea la multa miliardaria (sic) per mancato rispetto delle norme comunitarie.
Non usciremo da questa situazione senza la presa d'atto che oggi, in Italia, la principale fonte di polveri sottili non è più il traffico ma l'uso di legna per il riscaldamento domestico.
Fig 1 Andamento delle emissioni di PM2,5 da trasporto stradale e da impianti di riscaldamento (1990-2012) |
Il grafico si basa sulla stima delle emissioni fatta da Ispra ambiente e mostra come, a fronte di una progressiva riduzione delle emissioni veicolari, grazie a marmitte catalittiche sempre più efficaci, a partire da 2003, le emissioni di polveri derivanti dal riscaldamento domestico, hanno superato quelle veicolari e sono in costante aumento.
Questo dato dipende dal fatto che circa quindici anni or sono, gli italiani hanno scoperto le stufe a pellet di legno e il costo relativamente basso di questo combustibile e per questi motivi molte famiglie sono passate dal metano al pellet.
Fig 2 Andamento del consumo di pellet di legno (tonnellate/anno) in Italia 2000-2011 |
La Figura 2 illustra la crescita esponenziale della vendita di pellet di legno nel nostro paese che, nel 2012, ha superato i due milioni di tonnellate.
Il problema è che se il metano costa di più del pellet, la combustione del metano emette quantità molto inferiori di polveri sottili rispetto a quelle prodotte bruciando legna.
la Tabella che segue riporta i Fattori di Emissione di impianti di riscaldamento, alimentati con combustibili a legna e a metano, in altre parole quanti grammi di polveri emettono diversi impianti di riscaldamento domestico, a parità di calore prodotto.
In questo caso la quantita' di calore di riferimento è un giga Joule, il calore prodotto dalla combustione di circa 25 metri cubi di metano
grammi/gigaJoule
- Caminetto aperto 700
- Stufa tradizionale 500
- Caminetto chiuso 300
- Stufa moderna 150
- Stufa a pellet 50
- Caldaia a metano 0,2
Anche per impianti industriali il passaggio da metano a combustibili "alternativi" quali biomasse legnose e rifiuti urbani, a parità di energia termica prodotta peggiora le emissioni in atmosfera
- Termovalorizzatore rifiuti 9,5
- Centrali biomasse 3,5
- Centrali a metano 0,2
E ovviamente la scelta governativa di dare il via a otto nuovi termovalorizzatori e a mantenere gli incentivi a chi produce energia bruciando biomasse non aiuta certamente a rispettare gli obiettivi di qualità dell'aria e altrettanto dicasi per il via libera alla combustione di ramaglie, potature e legna spiaggiata dole le alluvioni.
In base agli specifici fattori di emissione di processi di combustione in uso nelnostro paese ISPRA ha stimato che le polveri sottili PM10 emessi annualmente nell'atmosfera del nostro paese siano ripartite come mostra la Figura 3.
Fig 3 Contributo delle principali fonti emissive di PM10 in Italia nel 2013 |
In valore assoluto, in base alle stime ISPRA, nel 2011 gli impianti di riscaldamento domestici alimentati a biomasse hanno emesso 53.500 tonnellate di PM10, quelli a metano 136 tonnellate.
Nello steso anno, le centrali elettriche alimentate a biomasse e gli inceneritori di rifiuti hanno prodotto rispettivamente 254 e 627 tonnellate di polveri.
Certamente sfugge alla percezione collettiva, ma l'inalazione di queste polveri, anche quelle prodotte bruciando legna ha un pesante effetto sulla salute delle popolazioni esposte
L'agenzia europea per l'ambiente ha stimato che, a causa dell'esposizione a polveri sottili (PM2,5) in Italia, nel 2012, ci sono state 59.300 morti precoci .
Sono morti evitabili con incisive politiche di riduzione delle emissioni, politiche fin'ora assenti.
Se voi foste al governo di questo Paese, alla luce di questi dati, quali scelte fareste per ridurre l'inquinamento dell'aria e quindi tutelare la salute degli italiani?
Dubito che decidereste di ridurre l'IVA sui pellet.
Ebbene è proprio quello che il governo Renzi si proponeva di fare con la legge di stabilità del 2016: ridurre l' IVA sui pellet dal 22 al 10%, ipotesi per fortuna rientrata, forse anche grazie al bicameralismo perfetto.
Resta il fatto che il metano, nonostante gli indubbi vantaggi ambientali, subisca un carico fiscale (IVA e accise varie) pari al 25%.
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