domenica 10 dicembre 2017
siccità nessuna soluzione per i giardini di Ninfa a 9 giorni dal tavolo tecnico regionale?
9 giorni fa l’annunciato tavolo tecnico per
affrontare il problema della siccità nei Giardini di Ninfa. I soliti annunci e
nessuna soluzione, anche le idee sono, tanto per cambiare, debolucce.
Annunciato anche il passaggio dal tavolo regionale a quello provinciale che non
risulta ancora convocato. Tra le “idee” quella di recuperare l’acqua “depurata”
dagli impianti di depurazione pubblici per irrigare i campi. Chi è vissuto in
provincia di Latina nell’ultimo anno, con un minimo di attenzione, sa che la
siccità ha messo in grave difficoltà sia le attività turistiche e ricettive
(basta vedere quello che è successo nel Golfo di Gaeta) che l’agricoltura. Eppure
la provincia di Latina, nel 2017, ha rilasciato una quarantina di
autorizzazioni per la perforazioni di pozzi o di ricerca d’acqua (vedere 3 documenti con la ricerca "pozzi" albo
pretorio provincia di Latina 2017 http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/3-documenti-con-la-ricerca-pozzi-albo.html)
(vedere 34 documenti nel 2017 della
provincia di Latina ricerca "pozzo" http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/34-documenti-nel-2017-della-provincia.html).
In provincia di Latina sono
aumentate la colture che assorbono grandi quantitativi d’acqua e anche
diminuita la permeabilità del terreno con la cementificazione, le serre. Il
consumo del suolo impedisce e diminuisce la ricarica delle falde, aumentando
erosione e fenomeni atmosferici pericolosi e dannosi. Anche l’approvazione di
impianti industriali grossi consumatori di acqua hanno peggiorato la
situazione, specialmente con emissioni cancerogene, inutili e devastanti come
le centrali a biomasse e biogas nonostante non ci sia bisogno ne di gas, ne di
energia. Il problema del ciclo dell’acqua era stato evidenziato, negli anni ’80,
dagli ambientalisti, accusati di catastrofismo, ma i fatti sono stati peggiori
di quelli temuti e previsti. Chi ha buona memoria ricorderà che anche il bacino
di Norma, vicino Ninfa, per alimentare l’impianto di irrigazione era temuto per
i danni che avrebbero provocato all’eco sistema. Danni che si sono puntualmente
verificati. La soluzione al problema della siccità a Ninfa e non solo, è un
insieme di misure, soprattutto economiche e di programmazione. La siccità e l’abbassamento
delle falde era una criticità evidenziata una ventina di anni fa dall’Abr
(autorità di bacino regionale del Lazio) ma nemmeno all’Abr amministratori e
funzionari hanno dato retta, diventando causa del problema. La proposta di
recuperare le acque depurate dagli impianti potrebbe essere positiva se la
qualità delle acque fosse idonea. L’Arpa Lazio ha più volte certificato l’inquinamento
del fiume Linea che viene ugualmente utilizzato per la pesca (immaginiamo la
qualità del pesce poi rivenduto chissà dove e finito su chissà quali tavole da
pranzo) e per l’irrigazione di colture ad uso umano (per verdura e
frutta) o animale (magari da allevamento poi utilizzata sempre l’alimentazione
umana). Poi si scopre che la qualità dei corsi d’acqua e delle falde è molto
preoccupante per l’alta e pericolosa percentuale di fitofarmaci (sempre di
chimica si tratta) nelle falde, magari utilizzate per irrigare colture ad uso
umano o animale da allevamento per alimentazione umana. Non abbiamo letto
dagli annunci di questo tavolo tecnico nessun controllo o limitazione degli
emungimenti oppure dell’imposizione colture e attività produttive con minore
richiesta di acqua. Nemmeno delle priorità dell’emungimento, prima dell’uso
umano, poi produttivo con limitazione e infine per divertimento (piscine e
giochi acquatici). L’abbassamento delle falde poi ha creato fenomeni di
cedimenti strutturali, sinkhole e forse di microsismi, che non sembrerebbero
trattati, almeno negli annunci, nel tavolo tecnico. L’ultima stranezza di
questo tavolo tecnico è che si è parlato dei danni temuti ai giardini di Ninfa
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