SONO STATI ARRESTATI dagli agenti nascosti nei boschi subito
dopo aver partecipato a un blitz al cantiere della Torino-Lione a
Chiomonte (Torino), in Val di Susa , e aver lanciato fuochi d’artificio e bombe
carta. Così venerdì notte sono finiti in carcere tre militanti No Tav accusati
di resistenza a pubblico ufficiale, travisamento ed esplosione di
ordigni e materiale esplodente: tre giovani tra i 25 e i 278 anni, due del
centro sociale Askatasuna di
Torino e uno del Newroz di Pisa.
Sono alcuni dei duecento No
Tav che venerdì hanno partecipato
alla manifestazione per ricordare
la “liberazione di Venaus”
avvenuta dodici anni fa.
Il 6 dicembre 2005 le forze
dell’ordine sgomberarono un
presidio del movimento su un
terreno di questo Comune della
Val di Susa in cui doveva essere
scavata la galleria geognostica
del futuro Tav. Due mattine dopo da Susa, principale centro della
valle, è partita una grande manifestazione al termine della quale, non senza
scontri, i No Tav hanno abbattuto le reti arancioni e ripreso l’area. Un
episodio storico per il movimento contrario alla grande opera, una vittoria
che viene ricordata ogni anno. E comeogni anno venerdì 8 dicembre i No
Tav hanno manifestato: un corteo nel pomeriggio da Giaglione e a metà
strada un gruppo ha cominciato a lanciare razzi, bombe carta e fuochi
artificiali verso le forze dell’ordine, mentre altri hanno tentato di aprire un
varco nella rete con una fresa elettrica. Alcuni hanno lanciato razzetti e
altre bombe carta e gli agenti della Digos hanno fermato i tre. Per la Questura
sono tutti noti per la partecipazione a manifestazioni violente, da
Askatasuna sottolineano il loro impegno nei comitati per il diritto alla casa
e al fianco dei migranti. Con questi arresti, i NoTav tornano alle cronache
dopo mesi di proteste più rare. Intanto Telt, società italofrancese che sovrintende
alla costruzione della sezione transfrontaliera, attende l’ok alla
“variante alla cantierizzazione” (per ragioni di sicurezza i lavori non cominceranno
più da Susa, ma da Chiomonte) e prepara le gare d’a p p a l to.
ANDREA GIAMBARTOLOMEI
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