domenica 19 giugno 2016

Trattativa, la n° 2 di Falcone e l’amnesia su De Donno STATO-MAFIA Liliana Ferraro sostiene di aver incontrato il fedelissimo del comandante Mori e di averlo comunicato successivamente al pm Chelazzi. Ma nella registrazione non c’è traccia

Chi è
Liliana
Ferra ro,
dopo
la morte
di Giovanni
Falco ne
è stata
direttore
degli Affari
penali
del ministero
della
Giustizia
guidato
da Claudio
Martelli
2002
Interrogata
dal pm
Chelazzi,
morto
un anno dopo. La missione
Il Ros avrebbe chiesto
alla “Zarina” sostegno
politico per i colloqui
con Ciancimino. SANDRA RIZZA
Palermo
Amnesie, flash back
che affiorano solo davanti
a stringenti
contestazioni, ricostruzioni
che non convincono:
anche Liliana Ferraro, l’ex
braccio destro di Giovanni
Falcone al ministero della
Giustizia, non fa eccezione e si
inserisce nella lunga lista degli
smemorati di Stato: la sua
deposizione nel processo sulla
Trattativa Stato-mafia è un
singhiozzo di “non ricordo”,
alternati a reminiscenze tardive.
E quando i pm di Palermo
le contestano le omissioni
accumulate nel tempo, lei replica
piccata: “Volete colpevolizzarmi?
Io non ho mai taciuto
nulla”.
ANCHE di quella visita di Giuseppe
De Donno in via Arenula
per chiedere “sostegno politico”
ai contatti appena avviati
con Vito Ciancimino, l’ex direttrice
degli Affari Penali dice
di aver parlato già il 10 maggio
del 2002 al pm Gabriele Chelazzi.
Da allora, ha sempre precisato
che quelle dichiarazioni
non facevano parte dell’inter -
rogatorio, “centrato sul funzionamento
del carcerario”,
ma affiorarono alla sua memoria
di colpo durante una conversazione
successiva all’esa -
me vero e proprio, e non furono
mai trascritte: il magistrato
quel giorno aveva fretta e la
congedò ripromettendosi di
riconvocarla. Oggi si scopre

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