Sono tra le 20 e le 30 mila le tonnellate di vecchie gomme da strada (in gergo Pfu, Pneumatici fuori uso) che ogni anno non possono essere raccolte e riciclate a causa di un "'sistema parallelo' di ingressi irregolari nel mercato all'ingrosso e di vendite 'in nero' al dettaglio". Pari cioè a "circa 2-3 milioni di pneumatici non coperti dal contributo ambientale" che c'è con "la vendita regolare", e per questo "non possono entrare nel sistema" di riciclo e trasformazione in nuovi materiali o in energia. Per fermare questa 'illegalità ambientale' è stato firmato un protocollo d'intesa, nell'ambito del Forum rifiuti, tra Ecopneus (la società per rintracciare, raccogliere, trattare e recuperare i Pfu), l'Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp), Confartigianato imprese, Federpneus (Associazione nazionale rivenditori specialisti pneumatici) e Legambiente, nell'ambito del 'Forum rifiuti' organizzato dall'associazione a Roma in corso fino al 23 giugno.
Si tratta, in sintesi, di un "patto per la legalità ambientale e fiscale nelle filiere di pneumatici", dal momento che quel sistema 'illegale' (una montagna di materiali che arriva a pesare come il carico di 100 treni ad alta velocità) produce anche "un ammanco di contributi di 12 milioni di euro ogni anno" cui "si accompagna un'evasione Iva stimata in 80 milioni di euro", e "a cui si devono aggiungere i costi delle bonifiche necessarie per ripulire il territorio".
Obiettivo dell'accordo è "affrontare in modo organico e strutturale il fenomeno, contrastare irregolarità e 'nero', premiare i virtuosi, educare i consumatori"; saranno messi a punto sistemi di monitoraggio, attività di tracciamento degli acquisti e delle vendite, forme di collaborazione con le autorità di controllo, fino ad una vera e propria 'carta d'identità' del pneumatico.
"La normativa può aiutare molto a circoscrivere il problema - osserva Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus - il nostro compito è anche quello di aiutare il ministero dell'Ambiente a individuare le soluzioni". Per Cesare Fumagalli, segretario generale Confartigianato imprese, questo accordo "dovrà garantire certezze agli imprenditori e assicurare l'impegno condiviso a tutela dell'ambiente e a sostegno dell'economia circolare". Stefano Carloni, presidente Airp, osserva come "gli sforzi della filiera dei pneumatici per garantire la sostenibilità, non possono infrangersi contro le sacche di illegalità". E Guido Schiavon, presidente Federpneus ribadisce che "non può esistere business e crescita industriale se le regole del gioco non sono chiare e uguali per tutti".
"Questo è l'ennesimo 'business' dell'illegalità che produce danni economici e ambientali - rileva la presidente di Legambiente, Rossella Muroni - ma ormai la cultura della lotta ai reati ambientali sta diventando consapevolezza diffusa, come dimostra l'introduzione degli ecoreati nel codice penale, e gli italiani non sono più disposti a tollerare situazioni come queste".
Si tratta, in sintesi, di un "patto per la legalità ambientale e fiscale nelle filiere di pneumatici", dal momento che quel sistema 'illegale' (una montagna di materiali che arriva a pesare come il carico di 100 treni ad alta velocità) produce anche "un ammanco di contributi di 12 milioni di euro ogni anno" cui "si accompagna un'evasione Iva stimata in 80 milioni di euro", e "a cui si devono aggiungere i costi delle bonifiche necessarie per ripulire il territorio".
Obiettivo dell'accordo è "affrontare in modo organico e strutturale il fenomeno, contrastare irregolarità e 'nero', premiare i virtuosi, educare i consumatori"; saranno messi a punto sistemi di monitoraggio, attività di tracciamento degli acquisti e delle vendite, forme di collaborazione con le autorità di controllo, fino ad una vera e propria 'carta d'identità' del pneumatico.
"La normativa può aiutare molto a circoscrivere il problema - osserva Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus - il nostro compito è anche quello di aiutare il ministero dell'Ambiente a individuare le soluzioni". Per Cesare Fumagalli, segretario generale Confartigianato imprese, questo accordo "dovrà garantire certezze agli imprenditori e assicurare l'impegno condiviso a tutela dell'ambiente e a sostegno dell'economia circolare". Stefano Carloni, presidente Airp, osserva come "gli sforzi della filiera dei pneumatici per garantire la sostenibilità, non possono infrangersi contro le sacche di illegalità". E Guido Schiavon, presidente Federpneus ribadisce che "non può esistere business e crescita industriale se le regole del gioco non sono chiare e uguali per tutti".
"Questo è l'ennesimo 'business' dell'illegalità che produce danni economici e ambientali - rileva la presidente di Legambiente, Rossella Muroni - ma ormai la cultura della lotta ai reati ambientali sta diventando consapevolezza diffusa, come dimostra l'introduzione degli ecoreati nel codice penale, e gli italiani non sono più disposti a tollerare situazioni come queste".
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