Il vento potrebbe dare alla Cina oltre un quarto dell'energia di cui il Paese ha bisogno. Stando ai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), l'energia eolica è infatti in grado di soddisfare il 26% della domanda energetica cinese nel 2030, rispetto al 3% del 2015.
L'importante, evidenziano gli studiosi, è costruire nuovi parchi eolici non nelle aree più ventose, ma in quelle dove è più facile integrare la nuova produzione nella rete elettrica esistente.
La Cina ha necessità di ulteriori investimenti in energie rinnovabili, se vuole mantenere l'impegno di generare il 20% della sua elettricità da fonti verdi entro il 2030 come promesso in occasione del vertice Onu di Parigi sul clima. In uno studio pubblicato su Nature Energy, gli esperti del Mit spiegano che per raggiungere l'obiettivo fondamentale sarà integrare impianti eolici e centrali a carbone, rendendo queste ultime abbastanza flessibili da abbassare la produzione quando c'è disponibilità di energia eolica e da alzarla quando al contrario non soffia il vento.
Attualmente gli impianti a carbone hanno un livello elevato di produzione minima, sotto il quale non scendere per non compromettere la redditività degli impianti stessi, e in questo modo lasciano poco spazio alle energie alternative. La sfida futura, concludono i ricercatori, sarà abbassare i livelli produttivi minimi, attraverso nuove politiche e meccanismi di mercato che consentano una piena integrazione tra fonti fossili e rinnovabili.
L'importante, evidenziano gli studiosi, è costruire nuovi parchi eolici non nelle aree più ventose, ma in quelle dove è più facile integrare la nuova produzione nella rete elettrica esistente.
La Cina ha necessità di ulteriori investimenti in energie rinnovabili, se vuole mantenere l'impegno di generare il 20% della sua elettricità da fonti verdi entro il 2030 come promesso in occasione del vertice Onu di Parigi sul clima. In uno studio pubblicato su Nature Energy, gli esperti del Mit spiegano che per raggiungere l'obiettivo fondamentale sarà integrare impianti eolici e centrali a carbone, rendendo queste ultime abbastanza flessibili da abbassare la produzione quando c'è disponibilità di energia eolica e da alzarla quando al contrario non soffia il vento.
Attualmente gli impianti a carbone hanno un livello elevato di produzione minima, sotto il quale non scendere per non compromettere la redditività degli impianti stessi, e in questo modo lasciano poco spazio alle energie alternative. La sfida futura, concludono i ricercatori, sarà abbassare i livelli produttivi minimi, attraverso nuove politiche e meccanismi di mercato che consentano una piena integrazione tra fonti fossili e rinnovabili.
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