I giovani, i giovani… Per chi
voteranno i giovani? Alcuni candidati e una lista intera si pongono
come paladini dei giovani e cercano di intercettarne i voti e i
desideri. Basta fare qualche riferimento all’età dei candidati o
al fatto chi si è nuovi e già questo dovrebbe bastare a stuzzicarne
la curiosità e a garantire il loro voto. Peccato che le cose siano
molto più complicate degli slogan. Intanto di quali giovani stiamo
parlano? Quelli nati negli anni ’70 e ’80 solo in Italia sono
ancora considerati giovani visto che parliamo di gente che si avvia o
ha superato i 40 anni. Sono uomini e donne, insomma. Ma continuiamo a
chiamarli giovani perché gli abbiamo tolto tutto e l’Italia non
può garantirgli un futuro da adulto: sono precari, sottopagati,
senza pensione e, soprattutto, gli è stata spenta ogni velleità di
cambiamento. Perché lo scambio per entrare nel mondo degli adulti è
molto semplice: non avere voglia di cambiare niente, rispetta il
futuro del padre e vedrai che qualche briciola arriva pure te.
Ritornano nel nostro recinto di Pontinia piccolo paese nella piana
pontina, si nota come nei programmi si vola molto basso per
coinvolgere i giovani. In pratica non c’è nulla, solo qualche
riferimento alle associazioni, ma sembra una frase buttata lì.
Magari ancora si crede che per intercettare i voti dei giovani basta
loro garantire la capacità di far festa e alimentare la “movida”.
Invece il tessuto giovanile di Pontinia si regge sulle associazioni,
sportive e culturali. Le prime sono abbastanza tutelate e possono
godere almeno di un campo dove praticare i loro sport. Per quelle
culturali invece siamo in alto mare. Tralasciando lo scandalo di una
biblioteca chiusa, basta chiedere a chi gestisce il Map o lo
Sportello Giovani quanto guadagnano per svolgere un servizio comunale
ma senza le garanzie di un posto pubblico. Sembrano quasi dei
contentini buttati lì, perché il mondo dei grandi non crede fino in
fondo in questi servizi. Nei programmi addirittura non c’è nessun
confettino, ma appunto tutto si basa su presunte affinità
generazionali. I giovani e le loro associazioni non chiedono molto.
Solamente di essere trattate alla pari di altre associazioni del
territorio, come ad esempio la Pro Loco. I candidati potrebbero
semplicemente dire: ci saranno bandi con fondi garantiti ogni anno
per finanziare le attività culturali e ricreative. Basta avere i
conti a posto e garantire la massima trasparenza. La Giunta
Tombolillo lo aveva fatto per un solo anno e solo una associazione
era riuscita ad ottenere qualcosa. Poi l’esperimento non è più
stato riproposto, meglio finanziare direttamente e arbitrariamente
chi decide il politico di turno in base a come si sveglia la mattina.
Il merito e la trasparenza vengono sempre dopo la riconoscenza. Lo
Zappo lozappopontino@gmail.com
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