L’INCHIESTA
IN PRIMA SERATA
di
Franco
Patrizi
Con
quali criteri sono stati scelti ministri,
viceministri,
sottosegretari e presidenti di
commissione?”
Questa è la domanda alla base
del
ritorno, ieri sera, di Repor
t su
Rai3. Un
interrogativo
rivolto a tutto l’esecutivo guidato
da
Enrico Letta, ma al quale hanno risposto
in
pochi tra i responsabili dei vari dicasteri.
Forse
poco interessati, molto impegnati,
o
intimoriti a seconda di come si vuole
vederla.
Così Bernardo Iovene ha analizzato
una
decina di nomine: alcuni hanno già dimostrato
incompetenza
nel settore a loro assegnato,
altri
la competenza specifica non ce
l’hanno
per niente, e nemmeno i loro sottosegretari.
Allora
quale sarà la ricaduta sull’intero
sistema
quando una parte degli ingranaggi
dichiara
che “imparerà strada facendo?”
CHI
GARANTISCE che
verranno fatte le scelte
migliori
in un momento così drammatico? In
ultimo:
qual è l’immagine dell’Italia all’estero
se
il presidente della delegazione parlamentare
della
Nato era nello stesso tempo agli arresti
domiciliari?
Bernardo Iovine racconta: “Un po’
di
competenza non è stata indispensabile per
scegliere
il ministro dell’Agricoltura, visto che
appena
nominato ha dichiarato: ‘Ancora devo
studiare
bene, intanto mi godo la nomina’.
Provocando
le ire di Barilla che in un momento
di
tale gravità per il settore avrebbe preferito un
ministro
competente e non uno che scambia la
lontra
per un uccello”.
Il
ministro additato è la giovane Nunzia
De
Girolamo
,
laureata in Giurisprudenza e dal
2008
in Parlamento per volontà diretta di Berlusconi.
Quindi
Sabrina
De Camillis,
non eletta
nelle
Marche, sottosegretario di Stato per i
Rapporti
con il Parlamento, brava e attenta a
percepire
indebitamente due stipendi. Brava e
attenta
a eludere le domande dello stesso Iovine.
E
ancora il nuovo ministro della Sanità,
Beatrice
Lorenzin,
giovane donna di partito che
di
sanità non si era mai occupata. Per lei fa fede
una
delle prime dichiarazioni a una popolazione
che
vive in una zona ad altissima mortalità
e
chiede di capire il
perché.
“È evidente che nel
momento
in cui si mette in
atto
uno studio su campioni
di
persone all’interno di
alcune
aree a rischio – spie -
gava
la Lorenzin agli abitanti
campani
– poi bisogna
però
anche attenersi
all’evidenza
scientifica che
viene
da questi campioni.
Sempre
però tenendo conto
che
poi ci sono altre questioni di salute pubblica
e
di prevenzione che in un’area come
questa
riguarda anche gli stili di vita”. Bene.
L’area
di cui parla il ministro è quella dove si dà
fuoco
ai rifiuti pericolosi a cielo aperto, è quella
delle
pecore morte per la diossina, quella dove
sono
stati sotterrati milioni di tonnellate di
rifiuti
tossici e radioattivi. Eppure il ministro
spiega
che per l’incidenza di malattie tumorali
in
questa zona “bisogna considerare anche gli
stili
di vita della gente che abita qui”.
FIN
QUI siamo
nel novero dei nomi noti. Nella
categoria
degli “ignoti”, invece, emerge Walte
r
Ferra
zza ,
sottosegretario di Stato agli Affari regionali
e
Autonomie, la cui dote è quella di
essere
il fidanzato della figlia di Giampiero
Samorì,
avvocato
di Modena che presentando la
propria
candidatura alle primarie del centrodestra
organizzò
una manifestazione dove parte
del
pubblico fu prelevato da un centro anziani
di
Roma per fare numero davanti alle
telecamere.
Quell’esperienza gli ha regalato un
posto.
Per il genero...
Il fatto quotidiano 1 ottobre 2013
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