tratto da https://ambientenonsolo.com/il-limite-che-salva/
Il limite che salva

di Fabio Cavallari
[Gli articoli di Fabio Cavallari per Ambientenonsolo]
Non basta custodire. Abbiamo costruito rifugi per difendere la natura, ma ci siamo dimenticati di abitarla. Abbiamo circondato il pianeta di parole buone, come fossero recinti. E poi ci siamo ritirati. Ma la terra non ha bisogno di guardiani. Ha bisogno di compagni.
Il mondo non si salva mettendolo sottovetro. Si salva entrando nel fango. Piantando le mani. Accettando di sporcarsi. La vera ecologia non è un gesto estetico. È un gesto che sa di pelle. Di sudore. Di corpo esposto.
Non è un giardino zen. È un campo. Con i suoi silenzi, i suoi semi, le sue spine. Serve una spiritualità che sappia camminare con le scarpe rotte. Che conosca il vento. Che misuri l’errore. Che abiti il tempo come un confine da amare, non da superare.
Abbiamo confuso il rispetto con la distanza. L’ecologia è diventata un museo delle intenzioni. Ma la terra non chiede ammirazione. Chiede relazione. E ogni relazione, se è vera, mette in discussione. Tocca il limite, lo sfida, lo accoglie. Chiede tempo, cura, rinuncia. E un silenzio che non è fuga, ma ascolto.
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