sabato 27 gennaio 2024

Il Fatto di domani. Giornata della memoria per le vittime della Shoah: manifestazioni pro-Palestina sfidano i divieti delle questure. Crosetto attacca Il Fatto dopo lo scoop sul discorso segreto

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-27-gennaio-2024/

La giornata in cinque minuti

GIORNATA DELLA MEMORIA, MELONI CONDANNA “LA MALVAGITÀ NAZIFASCISTA”. MANIFESTAZIONI PRO-PALESTINA SFIDANO I DIVIETI DELLE QUESTURE: PRESIDI A ROMA E TORINO, TENSIONI A MILANO. Per una premier che non si è mai voluta schierare dalla parte dell’antifascismo, la giornata della Memoria è un tornante insidioso. Il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa di Stalin liberò il campo di concentramento di Auschwitz. Settantanove anni dopo, si celebra il ricordo delle vittime della Shoah. Sul Fatto di oggi vi abbiamo raccontato il discorso del presidente Mattarella, con l’appello a Israele per riconoscere uno Stato palestinese e il richiamo all’antifascismo. Un ideale distante da Giorgia Meloni: quella parole non l’ha mai pronunciata neppure il 25 aprile scorso, per le celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo. Oggi Giorgia Meloni ha ricordato l’istituzione del Museo della Shoah, “un contributo determinante affinché la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali del 1938 non cadano nell’oblio”. Sul Fatto di oggi abbiamo ospitato le lettere dei lettori con i ricordi di quegli anni tragici. Sul giornale di domani troverete nuove testimonianze, la cronaca delle celebrazioni ufficiali e quella delle manifestazioni non autorizzate. Malgrado il divieto delle questure sollecitato dal Viminale, manifestazioni per la Palestina sono andate in scena in diverse città. All’università statale di Milano, gli studenti del gruppo Cambiare Rotta hanno protestato per i divieti alla piazza, mentre Liliana Segre attendeva la laurea honoris causa da parte dell’ateneo. A Roma, circa mille persone si sono radunate in Piazza Vittorio Emanuele, dove è spuntato un manichino di Netanyahu vestito da deportato. Il presidio è stato organizzato da sigle studentesche, Potere al popolo, Rete dei comunisti, il sindacato Usb. Non è neppure esclusa la partecipazione dell’estrema destra, con l’ex leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino che ha annunciato: “A ogni iniziativa per la Palestina noi ci saremo”. Centinaia di manifestanti si sono radunati in anche Piazzale Loreto a Milano, sfidando i divieti e provando a forzare i cordoni di sicurezza della polizia con momenti di tensione. A Torino in piazza Castello, attivisti per la Palestina hanno protestato contro i divieti con un nastro sulla bocca.


CROSETTO SEGRETO: “VINCERÀ TRUMP, PUTIN ATTACCHERÀ I BALTICI E LA CINA TAIWAN”. IL MINISTRO DELLA DIFESA ATTACCA IL FATTO E SMENTISCE LO SCOOP: DOMANI LA NOSTRA REPLICA. C’è un Guido Crosetto pubblico, ministro della Difesa di salda fede atlantica, sempre leale alle decisioni statunitensi. E c’è un Crosetto privato, ben più pessimista sugli scenari di guerra. Sul Fatto di oggi abbiamo svelato il discorso segreto dell’alto papavero meloniano. Ad una cena romana organizzata da Ernst&Young, multinazionale delle consulenze e della revisione contabile, Guido Crosetto ha delineato un futuro da film horror. Davanti ad un pubblico selezionatissimo – dirigenti del colosso insieme ad azionisti e manager di grandi aziende – il ministro ha contraddetto tutto ciò che dice in pubblico. Seguiamo il filo del suo discorso: negli Usa Donald Trump vincerà a mani basse le prossime elezione; Putin sconfiggerà l’Ucraina, poi attaccherà Lituania ed Estonia, alleati della Nato, dando il via alla terza guerra mondiale; la Cina attaccherà Taiwan nel Pacifico. Dulcis in fundo, a margine del suo discorso, Crosetto avrebbe rivelato cosa davvero converrebbe all’Italia: restare fuori dalle missioni nel Mar Rosso e defilarsi dai conflitti per ritagliarsi un ruolo di neutralità. Altrimenti il nostro Paese finirebbe come un vaso di coccio tra i vasi di ferro. Oggi il ministro della Difesa ha smentito e attaccato il nostro giornale: “Come può un quotidiano, anche un quotidiano di opposizione militante come Il Fatto, arrivare a un tale punto di mistificazione totale?”. Sul Fatto.it trovate già una replica. Sul Fatto di domani leggerete la nostra risposta approfondita e la ricostruzione degli eventi. Di sicuro, il ministro Tajani ha voluto rassicurato gli alleati, almeno sulla missione nel Mar Rosso contro gli Houthi: “Con l’Ue proteggiamo gli interessi nazionali”.


ONU, DOPO GLI USA ANCHE L’ITALIA SOSPENDE I FONDI PER I RIFUGIATI PALESTINESI: 12 DIPENDENTI ACCUSATI DI COLLUSIONE CON HAMAS. Dopo Usa, Canada e Australia, anche l’Italia ha deciso di sospendere i finanziamenti destinati all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Il caso è deflagrato dopo le gravi accuse mosse da Tel Aviv: 12 funzionari dell’agenzia avrebbero collaborato con Hamas nella tragedia del 7 ottobre, quando i miliziani islamici demolirono il muro di confine della Striscia per trucidare circa 1200 vittime israeliane. Israele ne parla da settimane ma ora le accuse sembrano circostanziate. Il segretario generale Antonio Guterres si è detto “inorridito”. Le Nazioni Unite hanno licenziato i 12 funzionari e ordinato un’inchiesta interna: a Gaza, l’Unrwa conta circa 13 mila dipendenti ed è il più importante datore di lavoro. L’Olp ha lanciato un appello ai Paesi per non congelare i fondi destinati all’agenzia dei rifugiati. Bloccare gli stanziamenti, comporterebbe “un rischio politico e per gli aiuti”, ha scritto su X Hussein al Sheikh, segretario generale dell’Olp e alto funzionario dell’Autorità nazionale palestinese. Secondo Israele, invece, l’Unrwa dovrebbe abbandonare la Striscia subito dopo il conflitto. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha invocato provvedimenti contro la leadership dell’agenzia Onu: “L’Unrwa funge da braccio civile di Hamas a Gaza, molti dipendenti sono affiliati ad Hamas con ideologie omicide”. Intanto, il governo dei miliziani ha aggiornato la conta dei morti nella Striscia: 26.257, i feriti salgono a 64.797. Nella località di Khan Yunis, considerata la roccaforte del partito armato, non si ferma l’assedio di Tel Aviv: secondo l’esercito, nell’ultima settimana sono oltre 100 i terroristi uccisi.


ANNO GIUDIZIARIO, LO SCHIAFFO DI SALVINI ALLE TOGHE: “ORA SEPARAZONE DELLE CARRIERE, CHI SBAGLIA PAGA”. Mentre si celebra l’inaugurazione dell’anno giudiziario, arriva lo schiaffo alla magistratura di Matteo Salvini. Il ministro leghista invoca una “urgente riforma della giustizia”. Cioè quella di Nordio, che abolisce l’abuso d’ufficio e fa arretrare le toghe nella lotta alla corruzione. Poi il Capitano del Carroccio rilancia con la separazione delle carriere, antica bandiera della Loggia P2 di Licio Gelli e di Silvio Berlusconi: un provvedimento gradito anche al Guardasigilli. Infine la minaccia: “Chi sbaglia paga, responsabilità anche personale di coloro che amministrano da sera a mattina la libertà di uomini e donne: se sbagliano, come qualsiasi altro lavoratore, devono pagare le conseguenze”. Del resto, la Lega è favorevole ai test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura. Intanto, per il via dell’anno giudiziario, le corti d’appello di tutta Italia lamentano problemi atavici: mancano risorse e personale. Nordio, da Brescia, ha assicurato: “C’è l’impegno del governo per colmare il vuoto d’organico entro il 2026”. Il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, si è scagliato contro la schizofrenia delle riforme: “Mentre fioccano disegni di legge su istituti più volte riformati (prescrizione, intercettazioni, abuso d’ufficio) nei tribunali si devono affrontare le attese di giustizia dei cittadini”. Dello stesso tenore il discorso di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri mette il dito nella piaga del processo telematico: “Prima riuscivo in meno di 10 minuti ad archiviare un fascicolo, oggi ci vogliono almeno 2 ore. La app al 99% non funziona”. Sul Fatto di domani faremo il punto sulla giustizia.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Trattori in piazza, gli agricoltori bloccano l’uscita dell’A1 a Orte. Centinaia di mezzi agricoli hanno chiuso il casello per alcune ore, impossibile il transito degli automobilisti. Gli agricoltori sarebbero organizzati per un presidio a oltranza. Sulla scia di quanto sta accadendo nel resto d’Europa, anche in Italia sale la tensione: martedì 30 gennaio sono previsti raduni in Lombardia, in Toscana e Sardegna dal movimento ‘Riscatto Agricolo’.

Morto Bruno Segre, decano dei partigiani. Si è spento a 105 anni dopo una vita da avvocato, giornalista, intellettuale di sinistra impegnato in tante battaglie civile (dall’obiezione di coscienza al divorzio). Fu un simbolo della Resistenza, dell’antifascismo e della laicità. Lo scorso 25 aprile rilasciò una video intervista al Fatto.it: “La Resistenza insegnò il gusto della libertà. Meloni pensi meno alle armi”.

Altri 14 indagati per il saluto romano ad Acca Larentia. Tra di loro, attivisti di Casapound che avevano raggiunto la Capitale per partecipare alla commemorazione del 7 gennaio scorso presso la ex sede dell’Msi. Ad oggi gli indagati dalla Polizia di Stato sono 19, ma sono ancora in corso le indagini per l’identificazione di altri partecipanti.


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Quei corpi al sole: la “prima volta” di tre adolescenti

di Federico Pontiggia

Il rischio, malgrado un cursus honorum di tutto rispetto, c’è: di venire sottovalutato, ché la storia è ordinaria, e il racconto non molto di meno. Eppure, si sbaglierebbe a (de)rubricare How to Have Sex al romanzo di formazione spiccio, il coming-of-age minuto, il piano resoconto della prima volta et similia. Battezzato a Un Certain Regard di Cannes 2023, che ha vinto, e film d’apertura dell’ultima Alice nella Città, l’esordio alla regia della londinese classe 1993 Molly Manning Walker arriva giovedì in sala con Teodora per poi approdare sul servizio streaming d’autore Mubi, e merita i vostri occhi. Sedicenni, o giù di lì, apprezzerete in tempo reale le premesse, promesse e disconferme della fatidica “migliore vacanza della nostra vita”; trentenni, o su di lì, navigherete nei ricordi, tenendo la barra dritta tra nostalgia canaglia e prevalente sollievo, alla voce “ne siamo usciti”.

(Continua)

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