martedì 27 settembre 2022

Il Fatto di domani. La "svolta" di Meloni: via libera alle armi all'Ucraina. Letta-Conte, quando i "giornaloni" tifavano contro: il focus di Travaglio

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-27-settembre-2022/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Twitter#Echobox=1664298202-2


Leggi le anticipazioni del Fatto Quotidiano in edicola domani

IL BATTESIMO DI MELONI: FINANZIARIA E ARMI ALL’UCRAINA. Giorgia Meloni è già al lavoro per il nuovo governo e ci tiene a far sapere che non sta perdendo tempo. Anche perché le scadenze del prossimo esecutivo saranno piuttosto stringenti. Innanzitutto c’è la manovra di bilancio: il governo dimissionario di Draghi consegnerà il 15 ottobre in Europa, come da prassi, solo una bozza, mentre il centrodestra avrà 45 giorni bonus per consegnare la versione definitiva. È stata staccata la seconda rata dei fondi del Pnrr (21 miliardi) e Draghi ha annunciato che sta lavorando sulla anticipazione della terza tranche, su cui conta di avere un confronto direttamente con la leader di FdI. Prima però bisogna partire dalla squadra: circola già il toto-ministri (oggi Meloni ha incontrato Tajani per cominciare a tagliare le fette della torta), ma il nuovo Parlamento sarà convocato il 13 ottobre e il processo di consultazioni al Quirinale e del giuramento avverranno non prima di fine mese. In mezzo a tutto questo ci sarà, a quanto si apprende, un quinto invio di armi all’Ucraina: il premier uscente dovrebbe firmare un decreto prima di andarsene, e come vedremo sul Fatto di domani la decisione è stata presa di concerto con la nuova nuova inquilina di Palazzo Chigi.


LEGA, TORNANO I FANTASMI NORDISTI: LA RESA DEI CONTI COMINCIA DA BOSSI E MARONI. Prima lo smacco di aver ricevuto da fondatore della Lega un invito “ordinario” per Pontida, come fosse un deputato qualunque (e infatti ha disertato l’appuntamento). Poi l’umiliazione di ritrovarsi dopo 35 anni fuori dal Parlamento, per effetto del crollo verticale delle liste della Lega al Nord (Bossi era candidato al Senato). Secondo molti, la rabbia del Senatùr potrebbe scatenare il casus belli per la resa dei conti nella Lega, alimentando i malumori dell’area nordista del partito guidato da Matteo Salvini, che non accenna a voler lasciare la segreteria. Oggi il Capitano ha provato a rimediare proponendo Bossi senatore a vita, ma rimandando la questione a data da destinarsi. Nel frattempo nella sede della Lega a Via Bellerio si apriva il Consiglio federale straordinario del partito. I congressi cittadini partiranno da fine ottobre. A tirare una tegola su Salvini è arrivato nientemeno che Roberto Maroni: “Si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi”, ha scritto l’ex segretario ed ex presidente di Regione Lombardia. L’attuale presidente Attilio Fontana si è schierato a difesa dei vertici e si dice convinto che la leadership non sia a rischio. Di certo il segretario ha piazzato bene le sue pedine, perché pur avendo preso meno del 9% nelle urne è riuscito grazie ai collegi uninominali a eleggere tanti parlamentari quanto il Pd (che ha preso il 19%). Sul Fatto di domani vedremo quanto sono agitate le acque leghiste.


PD-M5S, LE LACRIME DI COCCODRILLO SUI GIALLOROSA. Il Partito democratico esce con le ossa rotte dalle urne, ma in Puglia meno. Nel tacco d’Italia i dem crescono di tre punti rispetto alla tornata del 2018, toccando il 16,8%. Insieme al M5s (28%), Verdi e Sinistra italiana, il partito di Letta supera il 50% staccando le destre di 10 punti (ferme al 41%). Cosa sarebbe successo se Conte e i democratici si fossero alleati almeno nei collegi chiave del Sud? Sul Fatto di domani verificheremo quali sono le circoscrizioni dove le destre hanno vinto di un soffio, mentre i giallorosa uniti avrebbero potuto ribaltare l’esito di una tornata elettorale che appariva persa in partenza (e forse non lo era). Dopo l’intervista a Goffredo Bettini di oggi, sul giornale di domani sentiremo il parere di Michele Emiliano, per capire cosa resta della coalizione progressista e dove andrà il Pd. Dopo le “quasi-dimissioni” di Letta di ieri, congresso di marzo potrebbe essere anticipato a gennaio, prima delle regionali di primavera. Oggi il tema della mancata alleanza giallorosa è diventato un ritornello sui giornali. Con il direttore del Fatto Marco Travaglio ricorderemo quando editorialisti, politologi e commentatori mainstream consumavano litri di inchiostro per spingere Letta a rompere con Conte e i suoi “populisti”.


NORDSTREAM , LA FUGA DI GAS GELA L’EUROPA. I primi a lanciare l’allarme sono stati i danesi questa mattina, denunciando “fughe di gas nei Nordstream 1 e 2”. Danni “senza precedenti” secondo i tedeschi a tre linee del gasdotto 1 (sono state registrate esplosioni sottomarine) che hanno fatto schizzare immediatamente il prezzo del gas, ad Amsterdam, del 19% (a 207 euro) e tracollare le Borse europee, soprattutto i titoli energetici (Terna, Enel, Saipem). Mentre lo spread italiano ha superato i 250 punti, cosa che non accadeva dal 2013. La corsa al rialzo è durata tutta la giornata. Subito dopo l’evento è iniziato il rimpallo di responsabilità: Berlino ha parlato di attacco, il Cremlino di sabotaggio, mentre Kiev di un atto russo contro l’Europa. Sul Fatto di domani leggerete la ricostruzione della vicenda e l’analisi delle ripercussioni sul mercato dell’energia europeo, già in piena tempesta. Seguiremo anche l’ultima giornata di votazione al referendum sull’annessione alla Russia indetto dai filorussi nelle zone occupate dell’Ucraina. Venerdì l’annuncio ufficiale sugli esiti.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Covid, i dati di oggi. Via le mascherine mentre il Covid riparte. Venerdì prossimo decade l’obbligo di mascherina anche sui trasporti pubblici e negli ospedali. Ma, sarà per il voto o per la riapertura delle scuole, i dati del Covid non sono rassicuranti: nelle ultime 24 ore 44.878 nuovi casi (con il tasso di positività che schizza al 18,4%) e 64 morti.

Prosciolto Bellomo. L’ex giudice Francesco Bellomo era imputato per stalking e violenza privata per aver imposto un dress code alle sue studentesse. Per il gup “il fatto non sussiste”, ma gli atti sono stati inviati alla procura di Massa Carrara per un quarto capo di imputazione per tentata violenza.

Libri di piombo. Una rassegna del revival del tema degli anni 70 e della violenza politica nella letteratura e nel cinema italiano.

Una serie tv su BoJo. Abbiamo visto in anteprima This England, da venerdì su Sky con Kenneth Branagh nei panni dell’ex premier Johnson.

Nessun commento: