La riduzione o anche l'azzeramento degli incentivi finanziari alle energie rinnovabili da parte del governo italiano in linea di principio non è contraria al diritto Ue. Lo ha chiarito la Corte di Giustizia Ue pronunciandosi su richiesta del Consiglio di Stato su due cause portate avanti da altrettante aziende italiane di produzione di energia da fonti rinnovabili. Le aziende avevano realizzato impianti fotovoltaici ammissibili agli incentivi secondo le norme nazionali del 2011, incentivi poi sensibilmente ridotti nel 2012. La Corte ha stabilito che la normativa italiana è conforme al diritto Ue, ricordando che la direttiva rinnovabili del 2009 non obbliga gli Stati membri ad adottare dei regimi di aiuti finanziari per promuovere l'uso di energia da fonti rinnovabili.
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