Una ventina
di comitati locali sono stati ascoltati nell’ambito della VIII commissione
consiliare regionale permanente “Agricoltura ambiente”, presso la sede del
Consiglio regionale del Lazio alla Pisana, nell’audizione VIII commissione
consiliare permanente “Agricoltura ambiente” del 3 giugno 2019 sul tema “PL. n.
124 del 27/02/2019 concernente . Il responsabile del settore VIA e rifiuti della stessa
Regione ha fatto sapere di non poter essere presente per lo scarso preavviso.
Era invece presente il direttore tecnico dell’Arpa Lazio, dottoressa Rosanna
Centoli e la dottoressa Paola Michelozzi del Dipartimento di epidemiologia del
servizio sanitario regionale. Adesso ci sarà tempo fino al 6 giugno per inviare
le osservazioni e le proposte di
modifica alla PL da parte dei comitati, mentre i consiglieri regionali avranno
tempo fino al 13 giugno per emendamenti. L’Arpa Lazio ha chiesto come
miglioramenti alla proposta di legge l’armonizzazione e l’adeguamento con la
normativa comunitaria e nazionale. Ha inoltro ricordato la necessità di
migliorare le scarse risorse visto che si chiedono nuove competenze e impegni.
Il Dipartimento di epidemiologia ha evidenziato la nuova legge del 22.3.2019
sugli indicatori di valutazione, la sorveglianza, le misure ambientali, la
valutazione dell’impatto sanitario anche per gli impianti esistenti. Per i
comitati ha fatto la parte del leone, anche come tempi per l’intervento, il
Professor Giancarlo Ceci che parlava come referente regionale del comitato di
alternativa sostenibile e anche dell’intera Valle del sacco e di Colleferro. Il
problema è che passare da enunciazioni di principio e da dati (ovviamente da
verificare) a misure concrete e pratiche, senza avere chiaro poi gli effetti
sul territorio e sulle amministrazioni locali serve la conoscenza di norme,
regolamenti, pianificazioni ed effetti anche sull’urbanistica. Questo è stato,
invece, l’obiettivo dell’intervento del consulente dei cittadini residenti in
via Monfalcone Latina (davanti la discarica di Borgo Montello), Giorgio
Libralato che ha richiesto una serie di modifiche, anche urbanistiche e il
maggior coinvolgimento dei comuni nelle procedure. Infatti, ha ricordato
Libralato, il sindaco è il maggior responsabile in materia ambientale e di sicurezza
ed è (o dovrebbe essere) la sentinella più presente ed efficace. Solo il comune
ha infatti (o dovrebbe avere) il polso della situazione e la conoscenza di siti
dismessi, abbandonati, pericolosi. Infatti proprio ieri è andato a fuoco nel
comune di Anzio l’ennesimo capannone, probabilmente abbandonato e forse con
copertura in amianto. La normativa sarebbe calzante per la bonifica per “ Anzio,
la zona Sic denominata “Macchia della Spadellata-Fosso S. Anastasio”, negli
anni ‘70 è stata protagonista di un fatto di cronaca. La società Farmaceutica
“Recordati” scaricò del materiale altamente tossico nella macchia. Le
segnalazioni di esalazioni nauseabonde e strani sintomi che i cacciatori
osservarono sulla fauna, portano alla scoperta di 406 fusti contenenti sostanze
altamente tossiche. Un giudice di Anzio avviò un’inchiesta, che portò alla
condanna della ditta Recordati a pagare in via cautelativa, 200 milioni di lire
per i primi interventi di bonifica. Dopo 7 anni dal rinvenimento, alcuni fusti
furono rimossi da una ditta specializzata, mentre parte rilevante degli stessi
furono confinati nel bosco stesso in un sarcofago di cemento, si presume in
attesa di definizione del contenzioso tra il Comune di Anzio e la ditta
Recordati. La causa arrivò a sentenza definitiva nel 2011 con il riconoscimento
al Comune di Anzio di un ulteriore risarcimento che non è stato impiegato per
terminare le bonifiche.” Scritto da Linda Di Benedetto, Tratto da https://www.neifatti.it/2018/06/01/ce-una-terra-dei-fuochi-anche-ad-anzio-ma-nessuno-lo-sa/.
Libralato ha quindi chiesto anche un maggior controllo degli impianti per
rifiuti ed energetici, se ci fosse stato, insieme al rilascio di autorizzazioni
rispettosi delle norme oggi non staremmo parlando di siti inquinati da
bonificare e da rischio di crisi ambientale. Norme che, secondo Libralato,
continuano ad essere ignorate da Regione e provincia di Latina proprio delle
Circolari del Ministero dell’ambiente del 2018 e 2019 emanate dopo il rogo della
Eco X di Pomezzia del 5.5.2017. E’ il caso di digestato e compost fuori specifica
sparso continuamente nei campi provenienti da impianti o da produzione fuori
norma di biogas, biomasse, biometano continuamente denunciati sui quali ha
chiesto notizie anche la segreteria tecnica del ministro all’ambiente Sergio
Costa.
lunedì 3 giugno 2019
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