questo il mio commento all'articoloSecondo me l’articolo è semplicistico e
superficiale. Intanto bisogna partire dall’informazione
(su carta, online sul web o in radio e tv) che in Italia ha creato dei fenomeni elettorali spesso poco consistenti a
livello territoriale a partire dal 1993 ad oggi. Fenomeni a volte passeggeri ed
estemporanei che a livello locale non generano partecipazione, come la vera
politica avrebbe bisogno. Nel 2005,
nella riunione a Roma dopo il più grande successo regionale e della provincia
di Latina dei verdi, avevo detto che se i verdi non avessero attuato quanto
proposto nel programma della vincente campagna elettorale del centro sinistra,
sarebbero spariti per 10 anni. Non mi pare di essermi sbagliato. Dopo la sconfitta alle elezioni politiche
del 2008 era necessario ripartire dal territorio e dalle liste verdi
locali. La parte di sinistra è uscita dai verdi ed è andata con Sel, quella di
destra è andata con il pd o altre formazioni. Arrivando alle elezioni europee
intanto va rilevato che l’Italia è in controtendenza a livello continentale sia
come partecipazione (l’unica tra i grandi paesi storici a scendere come
percentuale di votanti) sia come indirizzo politico appunto unito a fake news,
all’aver caratterizzato in modo aggressivo la campagna elettorale con gli
organi di informazione che hanno fatto a gara a nascondere i verdi. Quello che sicuramente manca ai verdi è la
struttura o l’organizzazione locale che erano stati la forza nei momenti di
maggiore ribalta nazionale. Ormai non esistono più le sezioni politiche dei
vari partiti, come le abbiamo conosciute fino al 1992 con tangentopoli non
avendo sede e spesso nemmeno un luogo fisico di confronto e dibattito.
Diventando presidente provinciale del verdi 2004 i nostri incontri provinciali
con grande frequenza si spostavano in tutto il territorio provinciale erano
aperti a tutti anche i non iscritti. Nel
2004 (provinciali), nel 2005 (regionali), nel 2006 (politiche) gli argomenti
qualificanti dei verdi erano quelli qualificanti dell’intero centro sinistra,
raggiungendo l’obiettivo di essere “maggioranza di opinione”. Dal 2008
progressivamente i verdi hanno perso rappresentanti oltre che nel parlamento
anche in regioni, province e comuni. Gli attivisti locali sono continuati ad
essere riferimento tecnico e scientifico, anche per altri partiti, ma
informazioni, regolamenti e sbarramenti elettorali non hanno quasi mai espresso
rappresentanti. In Italia e in particolare nelle nostre zone, gli elettori più
che esprimere una preferenza votano per il probabile vincitore e questo spiega
in parte la forte oscillazione nelle preferenze, anche questa trova poco o
nullo riscontro nei paesi storici democratici. Chi pensa, come l’autore dell’articolo, serva un leader soffre di berlusconismo o renzismo o salvinismo,
come diceva Gaber sul pericolo di un
personaggio sulla “cultura” italiana. I
verdi sono altro. Occorre far capire che il rispetto ambientale è l’unica
possibile di inversione al fallimento economico, imprenditoriale, al degrado
sociale, ai disastri e al crollo anche idrogeologico delle strade, dei ponti,
delle ferrovie, delle strutture pubbliche. Basta pensare a quante tragedie si
potevano evitare. Agli effetti del terremoto che andavano prevenuti. Ai
crescenti atmosferici estremi per l’incuria e il degrado. Se gli italiani
pensano che basta nascondere la polvere sotto il tappeto, la testa sotto la
sabbia, continueranno ad esser complici di morti e tragedie, di veleni di ogni
genere e di crolli annunciati. Se pensano che votando per chi nega il processo
irreversibile in atto che porterà all’allagamento della pianura pontina e
pontina sia la soluzione stanno segando il ramo sul quale sono seduti.
il fatto quotidiano 29 maggio 2019
il fatto quotidiano 29 maggio 2019
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