Imposta dopo dodici anni di lotta incessante delle popolazioni di Valle Bormida, che raggiunse notorietà nazionale. Il colossale ammasso di sostanze tossiche confinate e non rimosse alla ex Acna di Cengio (oggi ,Syndial/ENI) incomberà in eterno sulla Valle Bormida piemontese: per il trattamento della ineliminabile produzione di reflui causati dal dilavamento delle acque meteoriche e di falda. Clicca qui Pier Giorgio Giacchino che, dalla sintesi storica degli eventi, ripercorre le ferite rimaste aperte dalla chiusura: i danni alla salute passati e presenti nascosti e negati, la pessima messa in sicurezza spacciata per bonifica, le stesse migliorate condizioni superficiali del Bormida che non dicono nulla, anzi possono nascondere lʼamplissima varietà delle molecole generate dallʼinconfondibile DNA ACNA. Il più antico e noto disastro ambientale di questo Paese è altresì una costosissima occasione perduta di rinascita: spesi oltre 350/400 milioni di euro e con risarcimento ancora a zero. Si direbbe un fallimento senza precedenti. “Eʼ dʼobbligo per tutti una exit strategy da questa storia infinita” conclude Giacchino. “Ci stiamo riorganizzando” commenta Roberto Meneghini.
Clicca qui “I contadini, con un secolo di lotte, per salvare la Val Bormida dall’Acna”, di Lino Balza, tratto dal libro “Quelli delle cause vinte” di Michele Boato.
Clicca qui il libro “Bormida” di Patricia Dao.
Clicca qui il libro “Il fiume rubato” di Alessandro Hellman.
Clicca qui il libro “Veleno di Stato” di Gianluca Di Feo.
Clicca qui un ricordo di Renzo Fontana, il mitico direttore di “Valle Bormida Pulita”. Dai libri “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” e “Luigi Mara & Medicina democratica”.
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