giovedì 9 agosto 2018

WWF Il 10 agosto e' la Giornata Mondiale del Leone

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Il 10 agosto si celebra la Giornata Mondiale del Leone: ma il più conosciuto, amato e temuto tra tutti gli animali del nostro pianeta, simbolo di forza e fierezza, sta purtroppo vivendo un drammatico declino.
Estinto da tempo in tutto il Nord Africa, il leone (Panthera leo) è in via d’estinzione nell’Africa occidentale, dove rimangono poche centinaia di individui. Il futuro di questo spettacolare felino sta diventando davvero preoccupante in tutto il continente africano: i 3...
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WWF.IT
Il re della savana rischia l'estinzione per colpa dell'uomo

Il 10 agosto si celebra la Giornata Mondiale del Leone: ma il più conosciuto, amato e temuto tra tutti gli animali del nostro pianeta, simbolo di forza e fierezza, sta purtroppo  vivendo un drammatico declino.
Estinto da tempo in tutto il Nord Africa, il leone (Panthera leo) è in via d’estinzione nell’Africa occidentale, dove rimangono poche centinaia di individui. Il futuro di questo spettacolare felino sta diventando davvero preoccupante in tutto il continente africano: i 3/4 delle popolazioni studiate soffrono una condizione di declino e in soli 21 anni (3 generazioni per l’animale), il mondo ha perso il 42% dei leoni che popolavano il continente africano. 
Secondo le stime dell’IUCN è probabile che in Africa sopravvivano meno di 20.000 leoni, poiché negli ultimi decenni i leoni si sono estinti in ben 12 paesi subsahariani.

Anche la sottospecie asiatica (Panthera leo persica) è oramai drammaticamente minacciata dal rischio di estinzione. Di dimensioni più piccole e con una criniera più scura, un tempo diffuso in un territorio che andava dalla Turchia al Bengala, il leone asiatico oggi sopravvive solo nel Parco Nazionale di Gir, in India, dove esistono non più di 600 esemplari. Intrappolati in un solo parco nazionale, circondati da intensa attività dell’uomo e vittime di continui conflitti con l’allevamento di bestiame, i leoni asiatici rischiano di scomparire per sempre
Le principali minacce che colpiscono il grande felino sono la riduzione e la frammentazione dell’habitat, che oggi copre meno dell‘8% del precedente areale, e il bracconaggio.
Il problema della perdita di habitat, causato dalle attività dell’uomo, non colpisce solo i leoni, ma anche le loro prede: la presenza di bufali, gazzelle e zebre è sempre più rara e priva i felini del proprio nutrimento. Le malattie importate, poi, contribuiscono a mettere a rischio le residue popolazioni dei felini. Nel 1994 l’agente responsabile del cimurro ha ucciso quasi un terzo dei leoni del Serengeti e dal 1995 è dimostrato che i leoni in Sud Africa muoiono di tubercolosi trasmessa da bovini domestici attraverso i bufali. Il FIV, il virus dell’immunodeficienza felina (che ha un comportamento analogo al virus HIV) rappresenta un’ulteriore minaccia per i grandi felini selvatici. 
Sono anche i conflitti con le comunità locali a mettere a rischio la sopravvivenza dei leoni, spesso vittime di ritorsioni da parte di allevatori che subiscono danni al loro bestiame. E proprio sulla risoluzione dei conflitti con le comunità locali che il WWF è impegnato, ad esempio in Mozambico, per ridurre le situazioni di conflitto. Le soluzioni per prevenire questi attacchi, però, sono a portata di mano. E’ emblematico è il caso di Richard Turere, un giovane ragazzo Masaai che in Kenia ha inventato un semplice sistema di luci e suoni che disturba i leoni e previene efficacemente gli attacchi: con la sua invenzione, oltre a mettere in sicurezza il suo villaggio e fare pace con i leoni, Turere ha vinto una borsa di studio negli Stati Uniti per sviluppare ulteriormente l’idea.
 
Un’altra inquietante novità minaccia, poi, la sopravvivenza del leone: il traffico illegale delle sue ossa. Vista la drammatica situazione della tigre -di cui sopravvivono meno di 4.000 individui in natura in tutto il mondo- anche il leone è diventato vittima sempre più frequente di bracconieri per soddisfare la crescente domanda di prodotti per la medicina tradizionale nel mercato asiatico, nonostante la stretta regolamentazione internazionale imposta dalla Convenzione di Washington (CITES). Il WWF è impegnato anche su questo fronte, collaborando con le istituzioni per stroncare il traffico illegale di natura. Questo si aggiunge al sempre florido mercato del trophy hunting, in cui ricchi cacciatori pagano migliaia di dollari per sparare ad esemplari di leone in riserve di caccia. Per fortuna, però, è in forte crescita l’ecoturismo per osservare i leoni relegati ormai alle sole aree protette.
 

Ecco alcune curiosità sul leone

I leoni sono grandi carnivori ma, in caso di necessità, possono integrare la loro dieta anche con alcune verdure. I ricercatori hanno constatato che leoni del deserto del Kalahari mangiano una buona dose di zucche selvatiche, anche per dissetarsi.
Il leone maschio non è solo un pessimo cacciatore (gran parte delle attività di caccia, infatti, viene infatti svolta dalle femmine) ma è anche un pessimo amante: i suoi accoppiamenti, per quanto frequenti, durano una manciata di secondi.
Il ruggito del leone è un importante sistema di comunicazione con i suoi simili: può essere udito fino a 8 km di distanza e permette di mantenere le relazioni tra gli individui del branco.
Al di fuori delle aree protette in Africa il leone è praticamente assente. Solo in Sud-Africa questo felino si sta espandendo grazie a progetti di ripopolamento funzionali anche all’ecoturismo.

 

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