La prolungata siccità che ha interessato la gran parte dell'Europa nel mese di luglio ha avuto un impatto negativo sulle coltivazioni di ortaggi, facendo diminuire le rese agricole in modo "drastico". A lanciare l'allarme è l'Associazione europea dei trasformatori di frutta e verdura (Profel), secondo cui per i coltivatori e i trasformatori di verdure "la situazione è la più grave degli ultimi 40 anni".
Il 2018 è il terzo anno consecutivo in cui il settore ha affrontato gravi...
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La prolungata siccità che ha interessato la gran parte dell'Europa nel mese di luglio ha avuto un impatto negativo sulle coltivazioni di ortaggi, facendo diminuire le rese agricole in modo "drastico". A lanciare l'allarme è l'Associazione europea dei trasformatori di frutta e verdura (Profel), secondo cui per i coltivatori e i trasformatori di verdure "la situazione è la più grave degli ultimi 40 anni".
Il 2018 è il terzo anno consecutivo in cui il settore ha affrontato gravi problemi legati alle condizioni meteorologiche, evidenzia l'associazione. Quest'anno ad essere colpito è in particolare il comparto ortofrutticolo congelato e in scatola.
Il calo delle rese agricole ha infatti determinato consegne ridotte e irregolari di prodotti ortofrutticoli freschi alle fabbriche di trasformazione. Di conseguenza sono aumentati i costi di produzione e sono diminuiti i prodotti lavorati.
Riduzioni significative delle rese, fino al 50%, hanno interessato piselli, fagioli e cipolle, seguiti da spinaci, zucchine e cavolfiori. I Paesi più colpiti, ha spiegato Profel alla fondazione Euractiv, sono Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Ungheria e Polonia.(ANSA).
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Il 2018 è il terzo anno consecutivo in cui il settore ha affrontato gravi problemi legati alle condizioni meteorologiche, evidenzia l'associazione. Quest'anno ad essere colpito è in particolare il comparto ortofrutticolo congelato e in scatola.
Il calo delle rese agricole ha infatti determinato consegne ridotte e irregolari di prodotti ortofrutticoli freschi alle fabbriche di trasformazione. Di conseguenza sono aumentati i costi di produzione e sono diminuiti i prodotti lavorati.
Riduzioni significative delle rese, fino al 50%, hanno interessato piselli, fagioli e cipolle, seguiti da spinaci, zucchine e cavolfiori. I Paesi più colpiti, ha spiegato Profel alla fondazione Euractiv, sono Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Ungheria e Polonia.(ANSA).
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