Nel corso
della commissione speciale di ieri, ho premesso diverse considerazioni, prima
di andare ad analizzare i due impianti di cui si stava discutendo. Intanto se
vogliamo migliorare il ciclo dei rifiuti (quindi ridurre inquinamento,
recuperare economia, ridurre sprechi di materie prime e di energia) è
sicuramente necessario ridurre i rifiuti, riusarli, recuperarli, riciclarli
ovviamente migliorando (in qualità e quantità) la raccolta differenziata.
Quando la politica non programma, prevede, tutela sono sempre i privati e le
aziende ad imporre impianti, specialmente dove gli amministratori sono meno
attenti, sensibili e avveduti, quando non sono addirittura dalla parte di
qualche azienda o imprenditore. Nell’ambito delle conferenze dei servizi in
genere le amministrazioni comunali per ignoranza o per altri motivi
sottovalutano progetti e relativi impatti sul territorio. Quasi mai vengono
informati i cittadini nel modo corretto che non vengono messi in condizione di
partecipare. Per questo nascono comitati, polemiche, accuse e denunce. Carmine
Schiavone il defunto collaboratore di giustizia spiegava come si riuscivano a
influenzare amministrazioni comunali e comitati con uno schema che spesso si
ripete, quasi sempre in buona fede. Comitati che a volte diventano il
trampolino di lancio oppure un modo per avere visibilità e che spesso hanno
legami con la politica oppure si fanno influenzare da questa. Nella conferenza
dei servizi (in genere amministratori e dirigenti lo scoprono quando è troppo
tardi) i comuni hanno molte competenze che non conoscono o non fanno valere,
senza contare che il diniego motivato del sindaco, quale massimo responsabile
della salute pubblica, per motivi sanitari deve far sospendere la conferenza
dei servizi che poi viene trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
facendo, di fatto, slittare l’approvazione del progetto anche di qualche anno,
quando non viene accantonato. Le motivazioni in difesa del territorio che i
comuni possono e devono obiettare per i vari progetti sono urbanistici, salute
pubblica, della pubblica sicurezza, antincendio, lavori pubblici e le garanzie
economiche per la bonifica. Motivi che non necessariamente sono ostativi al
progetto, semplicemente si tratta di indicare misure necessarie da rispettare o
da migliorare in fase di progetto e realizzazione, ma soprattutto in fase di
controllo. Chi pensa che poi ci saranno i controlli che, nel caso, faranno
fermare impianti pericolosi o inquinanti o non conosce i dati (in particolare
della nostra regione) oppure ha altri motivi. Esprimere in conferenza dei
servizi che l’impianto in corso di esame inquina oppure è pericoloso o è in
zona vincolata o protetta non serve a nulla. Si sa a priori. Le conferenze
vengono fatte proprio per superare i pareri contrari con prescrizioni e
osservazioni. In altre parole, a parte i motivi di salute e sicurezza pubblica,
gli altri motivi di opposizione si trasformano in prescrizioni e quindi si
superano. Accampare motivi politici diventa controproducente. Quindi per essere
efficaci, come detto sopra, devono evidenziare le numerose criticità già
scritte nel progetto, le incongruenze, gli errori, le carenze. Bisogna però
indicare un’alternativa al progetto proposto e un’incompatibilità o un danno
evidente alla collettività. Entrando nel merito della commissione speciale di
ieri, sul progetto della Eco Trasnport avervi partecipato oppure avere elencato
richieste di modifica o approfondimento non significa essere “favorevoli”
(magari con riserva) o “contrari” significa fare l’unico lavoro possibile non
avendo, il comune di Anzio deliberato nulla in materia di programmazione,
zonizzazione. A meno che, prima del 25 agosto, il comune di Anzio non sia in
grado di deliberare in materia. Di certo sarà opportuno, per essere
maggiormente efficace, programmare tali atti amministrativi. Come già ho
scritto, (https://pontiniaecologia.blogspot.com/2018/08/commissione-speciale-capigruppo-del.html) ci siamo presi qualche giorno di tempo per approfondire. Magari con un’istruttoria
pubblica (quindi aperta a cittadini, associazioni e comitati), con apposita
commissione ambiente o speciale e conseguente atto di consiglio comunale.
Sarebbe il segnale che ad Anzio si amministra ascoltando i cittadini. immagine tratta da
http://esper.it/wp-content/uploads/2016/08/riciclo-carta.jpg
Nessun commento:
Posta un commento