venerdì 8 giugno 2018

Latina e l'urbanistica: Cervellati: «Gli amministratori hanno sbagliato, i cittadini si impossessino del destino della città»

https://www.ilmessaggero.it/latina/latina_cervellati_prg_architetto-3784587.html
«A Latina sono stati commessi da passati amministratori atti sbagliati, atti di servilismo, atti non nominabili. È un territorio che non può più essere asservito a una crosta di cemento e i cittadini devono impossessarsi del destino della città, con forme di partecipazione. Ora è il momento di ripensare la città: non più scatole vuole, ma scatole piene di vita, e le idee devono scaturire da voi stessi».
Pier Luigi Cervellati, architetto e uno dei massimi urbanisti italiani, autore nel 2001 del piano regolatore di Latina, adottato dal Consiglio comunale tra polemiche ma mai formalmente applicato, è tornato nel capoluogo per il convegno Latina, disordine pianificato: riflessioni su centro storico e città contemporanea, organizzato dal Centro studi città pontine con il patrocinio degli Ordini di Architetti, Ingegneri e Geometri, e moderato dalla giornalista Marianna Vicinanza. Un evento, nato dall'occasione di essere stato co-relatore della tesi di laurea in Architettura del consigliere comunale Matteo Coluzzi, in cui Cervellati ha trovato i nuovi amministratori, come l'attuale assessore ai Lavori pubblici, Emilio Ranieri, secondo cui «la pianificazione di oggi non è più quella degli anni Settanta: oggi risiede nella capacità di relazionarsi con le persone»; Ranieri ha anche aggiunto che il Comune intende «riportare al patrimonio molti edifici storici oggi del Demanio: a Latina, che ha la fortuna di avere ancora i progetti originari, manca un Museo della città, e ora, in vista del centenario, è il momento di pensarci».
A tutti, Cervellati non ha lesinato critiche. Ha ribadito come il suo piano del 2001 «era voluto dai cittadini e non da una parte politica», ha insistito che «il consumo del suolo deve essere ridotto a zero», e che «tutto un territorio deve essere pianificato, non devono rimanere zone bianche, ogni area deve essere destinata». Così come «Littoria nacque come insediamento agricolo, esempio di integrazione tra gruppi sanguigni; il disordine nacque nel 1950, quando i terreni furono dati in proprietà ai coloni, in assenza di destinazione, modificando il presupposto delle leggi urbanistiche. Da qui cominciammo con il sindaco Ajmone Finestra: c'era bisogno di un ordine e lo avevamo dato». L'urbanista ha poi confermato la necessità di un Ufficio di Piano: «Le amministrazioni passano: occorre un'istituzione in grado di cogliere le evoluzioni della vita».
Ampio lo spazio dedicato al Lido: «Voltare le spalle al mare ha significato voltare le spalle all'economia. Ci sono gli elementi per rigenerare, purché si abbia il coraggio di risarcire, a saldo zero di metri cubi, l'abbattimento delle case sulla duna, che io considero un delitto: si abbattano! Non si cementifica su una bellezza naturale! Oltretutto sono obsolete dal punto di vista energetico e statico, perché il cemento un tempo si faceva con la sabbia». Sulla Marina interviene il presidente dell'Ordine degli Architetti, Massimo Rosolini, già assessore all'Urbanistica con Vincenzo Zaccheo, che rivendica i progetti del tempo, ma Cervellati gli ribatte: «Occorre un piano e che sia fatto all'interno della città: Finestra mi insegnò l'orgoglio di vivere in una città come Latina, in cui oggi dobbiamo far tornare le persone, i giovani soprattutto. Abbiate l'orgoglio di appartenere a una città che, indipendentemente da chi l'ha costruita, l'ha poi donata alle persone che l'hanno coltivata».
Venerdì 8 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 16:17

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