Stanno “invadendo” spiagge e fondali proprio come i cotton fioc contribuendo a rendere ancora più difficile la lotta contro l’inquinamento di quello che sta diventando, è proprio il caso di dirlo, un mare di plastica. Il lungomare di Sabaudia non fa eccezione. Stiamo parlando delle capsule del caffè o delle parti che le compongono. La spiaggia nei giorni scorsi si è riempita di filtri che per l’appunto originariamente dovevano essere attaccati alle capsule, centinaia di dischi di plastica disseminati in poco più di un chilometro non lontano dal lido Coalsa e dal Deliada.
Non si esclude che il problema possa essersi verificato anche su altri tratti a Sabaudia, segnalazioni sono pervenute anche dal sud pontino. Da dove vengono? Potrebbero essere stati scaricati in mare per poi arrivare sull’arenile con la mareggiata. Il fenomeno è costantemente monitorato dal gruppo Clean Sea Life a livello nazionale. Sulla pagina Facebook i volontari e decine di persone dalle coste laziali nonchè da quelle campane stanno segnalando la presenza dei dischi in plastica. Tra le ipotesi anche quella che possa trattarsi non della parte superiore delle capsule per il caffè ma di piccoli filtri per la depurazione. Vista la tratta in molti pensano che possa essersi trattato di un maxi sversamento al largo delle coste.
Quello che si recupera tra le dune, lo conoscono bene i volontari che spesso organizzano mattinate di pulizia della spiaggia, “ricordi d’estate” davvero spiacevoli tra rifiuti ingombranti, gonfiabili vari, costumi, sdraio, volantini vari per pubblicizzare serate, insomma una lunga lista di gesti di inciviltà. Proprio nei giorni in cui si susseguono tavoli per cercare soluzioni utili al problema dell’erosione, viene equindi da chiedersi se nel frattempo non sia necessario avviare banalissimi controlli per evitare che le dune vengano utilizzate come discariche e che si prosegua con la “parata” dei trattori.
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