A Revine Lago, in provincia di Treviso, raccolte 800 firme di protesta. Il sindaco annuncia provvedimenti severi per limitare drasticamente i fitofarmaci. ''Stanno perfino cambiando il paesaggio ma, come diceva Zanzotto, noi siamo il paesaggio che vediamo'', commenta il poeta Luciano Cecchinel
di ANTONIO CIANCIULLOE’ l’impensabile. Un’insurrezione nel regno dorato del prosecco, un regno su cui, come nell’impero di Carlo V, non tramonta mai il sole. Le bollicine italiane si trovano ovunque: nel 2015 hanno esteso il loro dominio nel mondo vendendo più bottiglie delle rivali francesi. Ma questo successo ha un punto debole: il sovra sfruttamento del territorio. E ora un intero paese si è ribellato. A Revine Lago, 2 mila anime nel Trevigiano, in pochi giorni 800 persone hanno firmato un appello al ministro delle Politiche agricole chiedendo di difendere la loro terra dall’invasione dei pesticidi.La battaglia è guidata da Luciano De Biasi, un produttore biologico che nel 2012 è passato alla biodinamica e ha fondato il comitato ''Basta vigneti''. ''E’ estremamente difficile se non impossibile coltivare il vigneto in modo biologico a causa dell’altissima densità di coltivazioni e dalla frammentazione delle proprietà in piccoli e piccolissimi vigneti posti uno accanto all’altro tanto che sembrano un tutt’uno'', scrive De Biasi. ''Sono costretto a consegnare l’uva alla cantina come se fosse prodotta in modo convenzionale in quanto risulta contaminata da pesticidi provenienti dai vigneti confinanti. Anche lo scorso anno ho fatto analizzare un campione di uve ed è risultato non conforme al decreto ministeriale n. 309 del 13.01.2011 perché è stata riscontrata la presenza di ben quattro pesticidi sopra i limiti consentiti. I miei sforzi dicoltivare in modo biodinamico risultano pertanto vani e mi è preclusa la possibilità della certificazione biologica o biodinamica delle uve. Devo quindi subire un danno sia economico che morale''.
De Biasi lamenta la contaminazione del suo terreno a Miane, a una decina di chilometri di distanza dall’epicentro della protesta, e gli abitanti di Revine Lago, un paese ai margini dell’area del prosecco docg, temono che la loro tranquillità finisca. ''Ho parlato a lungo con la gente del paese: sono molto determinati'', racconta Sabrina Menestrina, segretario dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica. ''Quando piove, e due anni fa è piovuto tutti i giorni per mesi, i trattamenti di fungicidi sui vitigni si ripetono spesso. E se le vigne, come succede in alcuni paesi della zona, arrivano praticamente dentro le case, quello spray pericoloso diventa un problema''.
''Io abito a Lago, a due passi da Revine, e quando irrorano pesticidi bloccano anche il traffico dei ciclisti”, aggiunge il poeta Luciano Cecchinel. “L’intensità delle culture vinicole è tale che sono arrivati a modificare il profilo delle colline, a cambiare un luogo che si è candidato a diventare patrimonio dell’Unesco. Dobbiamo difendere questa bellezza perché, come diceva Zanzotto, noi siamo il paesaggio che vediamo''.
''E’ un problema che non riguarda solo noi: tutte le aree a forte vocazione vinicola devono affrontare il tema della convivenza tra filari e case'', rispondeGiancarlo Vettorello, direttore del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. ''Il problema c’è e proprio per questo noi abbiamo adottato un protocollo di lotta guidata per ridurre al massimo l’uso di fitofarmaci. In questa zona abbiamo 140 anni di storia enologica alle spalle: vogliamo dialogare con tutti per andare avanti ma abbiamo già fatto passi importanti. L’anno scorso abbiamo deciso di proibire altre 7 molecole utilizzate nei fitofarmaci portando al 25% il totale delle molecole vietate perché a impatto ambientale troppo alto. Continueremo a migliorare''.
A Revine Lago comunque chiedono misure molto nette e molto rapide contro l’uso di pesticidi. ''Proprio ieri ho avuto una lunga riunione con i miei cittadini e abbiamo deciso che adotteremo tutte le misure necessarie a garantire la piena sicurezza degli abitanti'', afferma Michela Coan, sindaco di Revine Lago. ''La preoccupazione deriva dal fatto che la zona del prosecco si sta espandendo e comincia a interessare il nostro territorio. Noi vogliamo fissare regole rigorose di tutela attraverso il regolamento di polizia rurale: forse non arriveremo a bandire totalmente i pesticidi perché ci sono molti orti, stabiliremo però paletti normativi molto severi''. http://www.repubblica.it/ambiente/2016/06/07/news/revine_lago_il_paese_che_combatte_i_pesticidi_rivolta_nel_regno_del_prosecco-141484229/?ref=HRLV-19
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