giovedì 5 maggio 2016

In Louisiana come a Kiribati, arrivano 'profughi del clima' Progetto pilota per spostare gli abitanti di un'isola

di Alessandra Baldini
In Louisiana come a Kiribati. Gli abitanti di Isle de Jean Charles, una piccola isola separata da un ponte spesso allagato dalla costa sud della Louisiana, si preparano a migrare sulla terraferma a causa dell'innalzamento delle acque del mare che hanno reso i terreni incoltivabili e che rischiano di sommergere case e il piccolo centro abitato. 

Discendenti di una tribù nativo-americana, i 60 residenti dell'isola stanno per diventare i primi "profughi del clima" in America grazie a un fondo di 48 milioni di dollari stanziato per il loro ricollocamento. E' la prima volta che finanziamenti federali vengono sborsati per spostare una intera comunità alle prese con l'impatto del cambiamento climatico: una condizione ben nota in Africa sotto gli effetti di El Nino o nel Pacifico. Kiribati, per l'appunto, e' stato il primo piccolo stato isola minacciato dall'oceano ad acquistare terreni nelle isole Fiji in vista di un possibile esodo dell'intera popolazione minacciata dalle acque. 

Secondo studi dell'Istituto per l'Ambiente e la Sicurezza Umana dell'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e della United Nations University, tra 50 e 200 milioni di persone - per lo più' agricoltori e pescatori - potrebbero diventare profughi entro il 2050 a a causa del "climate change". Secondo Walter Kaelin, capo dell'organizzazione di ricerca Nansen Initiative, "non bisogna pero' aspettare che la gente abbia perso tutto e sia costretta a lasciare casa e beni a causa del clima impazzito: l'idea e' di pianificare e offrire una misura di scelta". Il piano di ricollocamento di Isle de Jean Charles e' uno dei primi del genere: entro il 2022 gli abitanti, molti recalcitranti, dovrebbero essere trasferiti sulla terraferma in una nuova comunita' che ancora non esiste. 

"Pensiamo che possa offrire un precedente per il resto del mondo, non solo gli Stati Uniti", ha detto al New York Times Marion McFadden, responsabile del programma al Department of Housing and Urban Development. E tuttavia molti abitanti non vogliono andarsene. Molti sono attaccati all'isola dove i loro antenati hanno vissuto e lavorato per secoli e dove c'è un cimitero che nessuno vuole abbandonare. Per non parlare delle diffidenze dei nativi verso il governo federale e di una disputa che divide le due tribù dell'isola che complica il progetto. Hilton Chaisson, che ha cresciuto a Isle de Jean Charles 10 figli e 26 nipoti è tra quanti non vogliono partire: "Ho vissuto qui tutta la vita e morirò qui".
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