IL CASO
La guerra per il futuro di Latina Ambiente è tutt'altro che finita. Anzi, all'indomani della presentazione della domanda di concordato, in attesa che i giudici sciolgano la riserva e nominino il commissario concordatario, scoppia una nuova grana. L'avvocato Arnaldo Falconi, il professionista incaricato di presentare la domanda di concordato si è dimesso a sorpresa. La lettera è stata inviata ieri mattina al liquidatore della spa, il preside di Economia Bernardino Quattrociocchi. «Preso atto delle sue recenti determinazioni in ordine ai tempi e alle modalità di affidamento dell'incarico al professionista da me scelto per la redazione del piano concordatario», scrive Falconi, «le comunico la mia irrevocabile decisioni di rinunciare al mandato relativamente ai due procedimenti (concordato preventivo e prefallimentare) affidati alla mia difesa». Spiega il professionista che la scelta del redattore del piano era «l'unica condizione giuridica alla quale avevo subordinato la accettazione del mandato» e per questo «trovandomi in una situazione di inaspettata e intollerabile incompatibilità che mina la serenità della prosecuzione del rapporto professionale» annuncia la sua rinuncia al mandato specificando nuovamente che le prestazioni fornite fin qui «erano e restano rese a titolo gratuito, così come era d'uopo di fronte a una questione di portata ultragiudiziaria che mi investiva anzitutto quale cittadino e ovviamente come professionista di fiducia dell'ufficio fallimentare».
Inutile chiedere ulteriori chiarimenti ai protagonisti della vicenda. Si possono fare solo supposizioni sulle base delle notizie raccolte. Come si ricorderà la scelta di tentare il salvataggio della società mista che gestisce il servizio rifiuti del capoluogo attraverso un concordato in bianco era stata tutt'altro che semplice ed era arrivata in extremis alla vigilia dell'udienza prefallimentare, dopo che la procura investita dal Tribunale aveva formalmente chiesto il default della spa. Il motivo? Ormai da un anno va avanti un braccio di ferro a tratti palese, molto più spesso sotterraneo, tra le forze politiche in campo. Semplificando Fratelli d'Italia, anche se in modo non sempre lineare, si è schierata nel 2015 per il tentativo di salvataggio, mentre Forza Italia e Partito democratico erano i fautori di una gara per l'affidamento del nuovo appalto che condannava di fatto l'attuale spa alla morte. Con lo scioglimento del Consiglio la situazione sembrava scivolare verso il fallimento, fino a quando la settimana scorsa a sorpresa l'assemblea dei soci ha nominato il liquidatore e di fatto dato mandato per il tentativo di salvataggio. Cosa è accaduto? L'avvocato Falconi contesta tempi e modi di affidamento dell'incarico al redattore del piano, ma forse ha visto dietro quelle clausole il tentativo di far passare un nome diverso da quello di sua fiducia. Difficile dire cosa succederà ora. Se il professor Quattrociocchi non riuscirà a convincerlo a tornare sui suoi passi dovrà nominare un altro professionista riaprendo di fatto la battaglia sotto traccia tra il ”partito” del concordato e quello del fallimento.
La guerra per il futuro di Latina Ambiente è tutt'altro che finita. Anzi, all'indomani della presentazione della domanda di concordato, in attesa che i giudici sciolgano la riserva e nominino il commissario concordatario, scoppia una nuova grana. L'avvocato Arnaldo Falconi, il professionista incaricato di presentare la domanda di concordato si è dimesso a sorpresa. La lettera è stata inviata ieri mattina al liquidatore della spa, il preside di Economia Bernardino Quattrociocchi. «Preso atto delle sue recenti determinazioni in ordine ai tempi e alle modalità di affidamento dell'incarico al professionista da me scelto per la redazione del piano concordatario», scrive Falconi, «le comunico la mia irrevocabile decisioni di rinunciare al mandato relativamente ai due procedimenti (concordato preventivo e prefallimentare) affidati alla mia difesa». Spiega il professionista che la scelta del redattore del piano era «l'unica condizione giuridica alla quale avevo subordinato la accettazione del mandato» e per questo «trovandomi in una situazione di inaspettata e intollerabile incompatibilità che mina la serenità della prosecuzione del rapporto professionale» annuncia la sua rinuncia al mandato specificando nuovamente che le prestazioni fornite fin qui «erano e restano rese a titolo gratuito, così come era d'uopo di fronte a una questione di portata ultragiudiziaria che mi investiva anzitutto quale cittadino e ovviamente come professionista di fiducia dell'ufficio fallimentare».
Inutile chiedere ulteriori chiarimenti ai protagonisti della vicenda. Si possono fare solo supposizioni sulle base delle notizie raccolte. Come si ricorderà la scelta di tentare il salvataggio della società mista che gestisce il servizio rifiuti del capoluogo attraverso un concordato in bianco era stata tutt'altro che semplice ed era arrivata in extremis alla vigilia dell'udienza prefallimentare, dopo che la procura investita dal Tribunale aveva formalmente chiesto il default della spa. Il motivo? Ormai da un anno va avanti un braccio di ferro a tratti palese, molto più spesso sotterraneo, tra le forze politiche in campo. Semplificando Fratelli d'Italia, anche se in modo non sempre lineare, si è schierata nel 2015 per il tentativo di salvataggio, mentre Forza Italia e Partito democratico erano i fautori di una gara per l'affidamento del nuovo appalto che condannava di fatto l'attuale spa alla morte. Con lo scioglimento del Consiglio la situazione sembrava scivolare verso il fallimento, fino a quando la settimana scorsa a sorpresa l'assemblea dei soci ha nominato il liquidatore e di fatto dato mandato per il tentativo di salvataggio. Cosa è accaduto? L'avvocato Falconi contesta tempi e modi di affidamento dell'incarico al redattore del piano, ma forse ha visto dietro quelle clausole il tentativo di far passare un nome diverso da quello di sua fiducia. Difficile dire cosa succederà ora. Se il professor Quattrociocchi non riuscirà a convincerlo a tornare sui suoi passi dovrà nominare un altro professionista riaprendo di fatto la battaglia sotto traccia tra il ”partito” del concordato e quello del fallimento.
Mercoledì 18 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 15:20
http://www.ilmessaggero.it/latina/lt_ambiente_polemica_rinuncia_di_falconi_il_concordato_e_in_bilico-1740693.html
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