giovedì 22 agosto 2013
Biomasse all'Aquila: si allarga il fronte del NO
In Campania un impianto dello stesso tipo dopo essere stato realizzato venne chiuso dal comune di Castelnuovo sulla base di una relazione dell’ing. Vincenzo Caprioli, in cui si evidenzia la pericolosità dell’impianto per: “la concentrazione di polveri sottili e nano particelle sprigionate nell’aria - si legge nel documento - dannosissime per la salute umana, animale e vegetale, aumenterebbe a dismisura intorno all’impianto”. Nelle conclusioni, l’ingegnere sarcasticamente afferma che “l’autorizzazione regionale avrebbe ragion d’essere in pieno deserto lontana centinaia di chilometri dalla prima tenda di beduini”. In un consiglio comunale monotematico venne deciso lo spegnimento dell'impianto e a nulla è servito il ricorso fatto dalla società che gestiva l’impianto. Il Tar lo ha respinto “vista l’ampia motivazione del provvedimento impugnato che descrive una situazione allarmante”.
fonte: http://www.abruzzoweb.it/contenuti/laquila-le-biomasse-della-discordia--il-fronte-del-no-ora-confida-nel-tar/526261-4/
CENTRALE BIOMASSE, NO ALL'AQUILA ANCHE PER PRECEDENTE NEGATIVO
(22.08.13) L'AQUILA - di Elisa Marulli
È il 6 novembre il giorno decisivo per la nuova centrale a biomasse dell’Aquila.
Il tribunale amministrativo regionale si pronuncerà sul ricorso inoltrato da un’associazione che si oppone alla realizzazione dell’impianto, che dovrà sorgere nel nucleo industriale tra Monticchio e Bazzano.
Fino a quel momento, il cantiere rimarrà fermo e i comitati oppositori potranno solo sperare che la raccolta firme avviata qualche giorno fa e che già conta centinaia di sottoscrizioni possa sensibilizzare gli amministratori a ritirare le autorizzazioni concesse e bloccare l’iter.
Si tratta di un impianto da 4,996 MWe che verrà realizzato dalla Futuris Aquilana (partecipata da Futuris S.p.A. all’ 86% e al 14% da MA&D Power Engineering) e fortemente contestato da comitati cittadini.
Finora, però, gli enti interessati (Comune capoluogo, Provincia dell’Aquila e Regione) sono rimasti in silenzio.
A far sentire forte la loro voce sono invece i movimenti cittadini oppositori, che si sono attivati con incontri per informare la cittadinanza sull’impatto ambientale e gli effetti sulla salute che la centrale avrebbe.
''RISCHI PER LA SALUTE E IMPATTO AMBIENTALE NEGATIVO''
“C’è il rischio di malattie respiratorie causato dalle emissioni di fumo e dallo smog che il traffico dei camion addetti all’approvvigionamento genererebbe, il tutto in una zona densamente abitata”, spiega Vincenzo Angelone, presidente della Pro Loco di Onna, tra le realtà più attive contro l’impianto insieme alla onlus "Salviamo Paganica".
A destare dubbi è anche il problema relativo all’approvvigionamento di biomasse vergini. Di fatto l’impianto produrrà energia dalla combustione di un materiale prezioso come il legno, che stando a quanto ha sempre dichiarato la stessa Futuris, proverrà esclusivamente dalla regione.
“L’idea di bruciare materiale vegetale non convince - dice Angelone - non è ancora chiaro come avvenga la filiera produttiva. L’Abruzzo è una regione piccola, se il materiale vegetale non dovesse essere sufficiente il rischio che venga bruciato anche qualcosa di diverso c’è”.
Insomma, che la centrale sia solo un "cavallo di Troia" per un inceneritore è l’incubo dei comitati oppositori e non solo.
A spendere belle parole per l’impianto sono state finora solo Confindustria, Cgil e Cisl, che hanno sottolineato i risvolti positivi a livello occupazionale dati dalla sua attivazione.
Ma anche su questo punto il fronte del no storce il naso: “a spingere verso la realizzazione sono solo gli ecoincentivi . Tra 15 anni, quando questi saranno esauriti, probabilmente la centrale chiuderà. Ribadiamo: per noi l’impianto è inutile. dai della società di energia elettrica Terna dicono che in Italia la produzione potenziale totale è di 120 giga watt, il consumo di 50”.
I PRECEDENTI: CENTRALI A BIOMASSE BLOCCATE DAL TAR
Il problema degli impianti a biomasse è nazionale e c’è un lungo elenco di precendenti in cui la realizzazione delle centrali è stata bloccata da pronunciamenti del Tar. Come in Piemonte, dove il tribunale amministrativo con la sentenza 219 del 2011ha detto no a una centrale in una zona dove la qualità dell’aria è “quasi ai limiti”.
Abruzzoweb, nel’ottobre 2010, aveva riportato anche il caso si un impianto, dello stesso tipo di quello che dovrà sorgere all’Aquila, realizzato a Casalnuovo, in provincia di Napoli, e chiuso perché fortemente inquinante. http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/08/biomasse-allaquila-si-allarga-il-fronte.html
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