di Luca Masi

"Protagonista del dibattito mondiale, la questione climatica, spinta da scienziati ed attivisti in cima all’agenda politica globale, pone una serie di quesiti su come – di fatto – attuare i processi di cambiamento riconosciuti come necessari. Colpisce, tuttavia, la quasi totale assenza di una radicale critica o necessità di cambiamento del sistema economico tra le azioni prioritarie per il contenimento climatico.

Il capitalismo,”by design”, si fonda sullo scarto inteso in due accezioni: 1) lo scarto tangibile del rifiuto che è imprescindibile da una economia di consumo di scala e 2) lo scarto sociale dato dall’accumulazione di capitale finanziario e produttivo nelle mani del famoso 1%.

Può una revisione dell’attuale sistema economico o una sua mitigazione essere d’aiuto nella questione ambientale? Sicuramente sì per quanto riguarda il consumo: ridurre lo scarto tangibile riducendo la obsolescenza programmata di molti beni tecnologici, ad esempio, potrebbe dar vita ad una economia locale e sostenibile di “riparazione” dell’oggetto piuttosto che della sua sostituzione."