"Il giorno dopo il consiglio dei ministri che ha varato un ddl concorrenza “dimezzato”, in cui non si affronta il nodo delle concessioni balneari prorogate fino al 2033 in violazione della direttiva Bolkestein, Bruxelles si fa sentire. Una portavoce della Commissione europea ha spiegato che “è una prerogativa italiana decidere come procedere sulla riforma”, ma per la Ue è “importante che le autorità italiane mettano rapidamente in conformità la loro legislazione, e le loro pratiche relative alle attribuzioni delle concessioni balneari, con il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia“. Richiamo inevitabile, considerato che il sistema italiano è nel mirino dal 2009, che nel 2016 l’Italia è stata condannata per il mancato rispetto delle norme Ue e che due anni dopo il governo Conte 1 ha ulteriormente prorogato le autorizzazioni vigenti fino al 2033. Non solo: lo scorso aprile il tema è stato tra quelli che hanno ritardato la presentazione ufficiale del Recovery plan. Perché nel piano le spiagge non sono mai nominate. Per risolvere l’impasse è servito l’intervento di Mario Draghi in persona, che si è fatto garante con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen."