<I ghiacciai si sciolgono ogni anno di più, ci sono evidenze di stress idrico per le colture e le specie vegetali di alcune aree del Paese. Mentre i nostri mari si riscaldano, soprattutto il mar Ligure, l’Adriatico e lo Jonio settentrionale. E se gli incrementi del livello marino sono continui e irreversibili, a Venezia l’innalzamento delle acque si affianca alla subsidenza (abbassamento di quota) della terraferma, più che raddoppiata negli ultimi decenni rispetto ai valori del lungo periodo (1872-2019). Tutto questo emerge dal primo monitoraggio degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia, presentato dal Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa) nel corso di un evento online. Lo studio prende in considerazione venti indicatori e trenta casi pilota, scelti da un gruppo di lavoro composto da esperti provenienti da Agenzia per la protezione dell’ambiente, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), e altri istituti ed enti di ricerca. Sotto osservazione 13 settori vulnerabili già individuati nell’ambito della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e dalla successiva bozza del Piano nazionale: risorse idriche, patrimonio culturale, agricoltura e produzione alimentare, energia, pesca, salute, foreste, ecosistemi marini e terrestri, suolo e territorio, ambiente alpino e appennini e zone costiere. In Italia, è la conclusione, “si delineano criticità sia per le risorse naturali che per i settori socio-economici“.>