Lunedì 11 giugno, in Lussemburgo, i ministri per l’Energia discuteranno le direttive sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, nonché i relativi obiettivi per il 2030 e la Governance Regulation. Si tratta di un’opportunità per i ministri di rivedere la loro posizione sui target da raggiungere, attualmente pari al 30% per l’efficienza energetica e al 27% per le energie rinnovabili, mentre il Parlamento Europeo continua chiedere il 35% per entrambe. La posizione d...
Continua a leggere“L’Italia ha l’occasione per assumere un ruolo propulsivo nella riunione, avvicinando le posizioni del Consiglio a quelle del Parlamento su target molto più ambiziosi”. Ha dichiarato la responsabile clima ed energia del WWF Italia Mariagrazia Midulla, che spiega: “Parecchi Stati si sono espressi a favore di un innalzamento degli obiettivi: speriamo che a essi si unisca l’Italia, sapendo che la comunità scientifica e i cittadini tifano per questa soluzione. Sarà anche molto importante il modo in cui i target verranno articolati e raggiunti: come hanno rilevato proprio questa settimana i maggiori esperti di cambiamenti climatici, le norme sulle biomasse, se passasse la posizione del Consiglio, potrebbero aumentare le emissioni e non ridurle”.
“Inoltre, misure forti sull’efficienza energetica, come per esempio l’obbligo sui risparmi annuali di energia, sono il complemento necessario per raggiungere gli obiettivi - conclude Midulla -. In gioco non c’è solo il rispetto dell’Accordo di Parigi e quindi la possibilità di sopravvivenza della civilizzazione umana in un mondo accogliente, ma anche un’occasione di nuovo sviluppo economico e di nuovi posti di lavoro in armonia con l’ambiente”.
Le direttive sull’ efficienza energetica. I ministri discuteranno in che misura innalzare l'obiettivo di efficienza energetica e sulla possibilità di renderlo vincolante. Cercheranno inoltre di migliorare la propria posizione sul vincolo di risparmio energetico che fissa le percentuali di incremento obbligatorio del risparmio energetico annuale per gli Stati membri, chiudendo le scappatoie precedentemente suggerite, come l’esclusione dai vincoli dell’uso dell’energia nei trasporti.
Oltre ai Paesi che già supportano obiettivi più elevati come Francia, Svezia, Lussemburgo e Portogallo, i nuovi ministri con competenze sull'Energia della Spagna e dell'Italia potrebbero inserire nuove dinamiche positive nella discussione, poiché si ritiene che siano più favorevoli all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili rispetto ai loro predecessori.
Qui il briefing delle ONG sull’efficienza energetica
Direttiva Energia Rinnovabile. Il Consiglio vorrebbe che il Parlamento scegliesse tra un obiettivo più elevato per le energie rinnovabili e misure più solide a sostegno di esso - una scelta completamente falsa. Come i negoziatori in Parlamento sanno, entrambe le componenti sono necessarie. Il Consiglio vorrebbe anche annacquare le norme sulla bioenergia - in modo che si possa aumentare la produzione di biocarburanti alimentari da circa il 4% di oggi fino al 7% nel 2030 e convertire vecchie centrali a carbone per bruciare il legno – e gli scienziati del clima, proprio questa settimana, hanno denunciato che questo probabilmente aumenterà le emissioni, non le ridurrà.
Oltre agli obiettivi generali, altre questioni in sospeso che saranno discusse sono gli obiettivi per le energie rinnovabili nei trasporti e nel riscaldamento e raffreddamento e le norme sull'autoconsumo. È probabile che il Consiglio discuta anche la richiesta del Parlamento sui biocarburanti con emissioni particolarmente elevate, come l'olio di palma o la soia, da eliminare immediatamente.
Regolamento di Governance. Saranno discusse le disposizioni collegate agli obiettivi, come il meccanismo per colmare i gap per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili e la traiettoria per raggiungere l'obiettivo delle energie rinnovabili. La questione più spinosa sarà probabilmente quella sulle strategie a lungo termine, su cui Consiglio e Parlamento sono distanti. Il Parlamento ha cercato di allineare gli aspetti del regolamento sulla governance con l’Accordo di Parigi, richiedendo che le strategie si basino sul raggiungimento di zero emissioni nette entro il 2050 e che gli Stati membri finalizzino le proprie strategie prima di finalizzare i loro piani al 2030, più a breve termine.
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