nella planimetria in alto la sovrapposizione dell'impianto a biogas presentato e approvato nel 2016 della società Indeco con n. 3 interventi: 1 vicino al nuovo distinto invaso di Ecoambiente (tra invaso S5 ed S6 Indeco) in prossimità delle particelle confiscate al gruppo De Pierro (vedere planimetria al centro). 2 vicino all'invaso S8 (e invasi S4 ed S6) Indeco. 3 vicino invaso S0 e quello indeco S7. Dalla sovrapposizione delle planimetrie allegata al progetto del biogas Indeco presentata e approvata nel 2016 (planimetria in basso), non essendo sovrapponibile perfettamente alla planimetria catastale c'è il dubbio che l'intervento S1 possa rientrare nelle particelle confiscate al gruppo De Pierro (due delle quali intestate in catasto alla società Indeco). Allo stesso modo c'è il dubbio che l'intervento 2 rientri nell'area sequestrata dell'invaso S8 della società Indeco l'8 gennaio 2016. Rimangono in ogni caso il dubbio che, come evidenziato dal comune di Latina per il progetto di un impianto di trattamento e recupero rifiuti urbani e speciali non pericolosi meccanico – biologico TMB (210.000 ton/anno) per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili., insistano anche sui terreni oggetto degli interventi del biogas presentato e approvato nel 2016. 1) Infatti, in data 13 marzo 2013, si è tenuta
-
sotto il profilo urbanistico, non veniva soddisfatta la norma di salvaguardia
delle aree agricole introdotta dal Consiglio Comunale con deliberazione
169/2012 e non ricorrevano le condizioni stabilite dalle normative per una
possibile variante di destinazione d’uso tenuto conto che “la deroga a tali
cogenti normative legislative non risulta neanche giustificata da condizioni
e/o presupposti di necessità tenuto conto che il fabbisogno impiantistico
risulta ampiamente soddisfatto …”;
• sotto
il profilo paesistico, l’area risulta
parte integrante di una zona di Interesse Archeologico per la quale deve essere
garantita la tutela. La norma del PTP prevede che dette zone “dovranno essere
vincolate al mantenimento delle attuali colture e dei caratteri agricoli con
assoluta esclusione ….. della
installazione di elementi che prevedano qualsiasi genere di scavo o perforazione
anche di modesta entità”. Fatte queste premesse alcune domande sorgono spontanee: è stata richiesta la disponibilità dei terreni oggetto dell'impianto? quali sono stati i documenti presentati? certificazione notarile ipocatastale oppure la solita autocertificazione della ditta proponente? In altre parole c'è stata una verifica che le particelle oggetto dell'intervento non siano state sequestrate o sequestrate? L'invaso sequestrato S8 dalla Procura di Latina della società Indeco è interessato dal progetto del biogas approvato nel 2016? è stata fatta una verifica? quale? quale esito si è avuto? è stato chiesto un parere o inviata una comunicazione alla Procura di Latina? quale esito ha evito? perché nelle due autorizzazioni (regione Lazio e provincia di Latina) non c'è alcun riferimento alle disponibilità degli immobili, alla titolarità, al parere della Procura e non c'è nemmeno un dato catastale? perché il comune di Latina non ha espresso alcun parere nemmeno urbanistico? quale verifica è stata effettuata sulla compatibilità della potenza dell'impianto rispetto ai dati della discarica? perché non è stata effettuata la valutazione di impatto ambientale? e perché non è stato inserito nel progetto e nella valutazione di impatto ambientale presentata nel maggio 2015, sospesa in attesa di conoscere l'esito della bonifica? Poi possiamo essere d'accordo sulla necessità di realizzare un impianto a biogas di recupero all'interno della discarica esistente, per diminuire i disagi sempre lamentati dai cittadini, anche di cattivi odori e di emissioni nocive riconosciute dai vari Enti e dalle stesse aziende proponenti. Però non si capisce perché i cittadini non sono stati interpellati? perché nessun ente ha risposto ai cittadini in merito? siamo sicuri che quella progettata e approvata sia la migliore soluzione?
Nessun commento:
Posta un commento