sabato 19 ottobre 2013
Greenpeace ringrazia Eni per lettera a Gazprom
Gli ambientalisti hanno espresso riconoscenza alla multinazionale italiana che ieri ha scritto una lettera al gigante russo dell'energia per chiedere clemenza verso gli attivisti arrestati dalla Russia durante una protesta pacifica nell'Artico. Intanto, dall'Everest a Napoli, continuano le dimostrazioni di solidarietà
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18 ottobre 2013
Greenpeace ringrazia Eni per lettera a Gazprom
(ansa)
ROMA - Dopo anni di lotte (pacifiche) e parole al vetriolo, questa volta Greenpeace e la multinazionale dell'energia italiana Eni si trovano a combattere insieme. La "causa comune" è la liberazione dei 28 attivisti e dei due freelance imprigionati a Murmansk e accusati di pirateria per aver manifestato pacificamente in acque russe contro le trivellazioni nell'Artico della Gazprom. L'organizzazione ambientalista ha ringraziato l'ad dell'Eni Paolo Scaroni che nei giorni scorsi ha scritto una lettera al Ceo della Gazprom chiedendo di premere per far liberare i trenta. Una lettera che però ha avuto esito negativo. Eni più green. In una nota, Greenpeace ha espresso la sua gratitudine. "Il suo gesto - afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo dell'organizzazione - è importante proprio perché viene da un partner industriale di Gazprom, azienda russa di cui contestiamo i progetti industriali nell'Artico" . E quello dell'Eni sembra solo il primo passo verso una riconciliazione. È sua la proposta di un incontro per aggiornare l'azienda sulla situazione degli attivisti arrestati e sugli aspetti ambientali dei progetti di Eni nell'Artico e nel Mediterraneo, quelli più osteggiati da Greenpeace. E con gli attivisti si è schierato anche il presidente del board di Shell (altro partner strategico di Gazprom nell'Artico) affermando che l'attivista finlandese Sini Saarela dovrebbe essere liberata. "Ci auguriamo - continua Onufrio - che l'ad di Shell, Peter Voser, rompa con Gazprom e faccia il possibile per la liberazione degli Arctic 30".
L'appello di Kumi Naidoo. Intanto continuano le dimostrazioni di solidarietà. Capi di stato, premi Nobel e gente comune si sono mobilitati per chiedere la liberazione degli "Artic30". "Loro - ha detto Kumi Naidoo, direttore internazionale di Greenpeace che nei giorni scorsi si è offerto a Putin in cambio dei trenta - erano lì per difendere un ambiente fragile per tutti noi, e ora dobbiamo sostenerli. La loro detenzione è un attacco a chiunque chieda un futuro migliore per sé e per i propri figli. Non pensiamo di essere al di sopra della legge, ma i nostri attivisti non sono pirati e quest'accusa è un chiaro tentativo di soffocare una protesta pacifica. Per questo chiediamo il loro immediato rilascio".
Politici e personaggi celebri con gli Artic 30. Dal mondo politico non si è fatta attendere risposta. Il primo ministro tedesco Angela Merkel ha chiamato il presidente della Federazione russa Vladimir Putin personalmente, mentre 11 Nobel per la Pace gli hanno rivolto un appello, rilanciato in Italia anche da Dario Fo. Inoltre la prossima settimana il Parlamento britannico discuterà la questione e deciderà come intervenire.
Iniziative dal mondo. "Mentre gli 'Arctic 30' - spiega una nota dell'associazione - sono al loro trentesimo giorno di arresto, quasi 10 mila persone hanno preso parte a 85 eventi in tutto il mondo per chiederne l'immediata scarcerazione". La mobilitazione è mondiale. In Italia un sit-in a Napoli, città di Cristian D'alessandro, l'italiano dell'equipaggio arrestato, raccoglierà centinaia di persone tra cui gli amici e i parenti dell'attivista. Uno striscione è stato aperto alla base del monte Everest, mentre a Città del Messico gli attivisti di Greenpeace hanno costruito una cella attorno al monumento a Gandhi. Nel centro di Groningen (Olanda), città natale di uno degli attivisti e città gemellata con Murmansk, è stata eretta una gabbia gigantesca. A Bangkok la gente si è radunata al tempio di Wat Phra Kaeo e ha composto con i fiori la scritta "Free the Arctic 30". La stessa scritta è stata proiettata sull'Alahambra, a Granada, in Spagna. In India, a Bangalore, il raduno è stato indetto a "Freedom Park", dove una volta c'era una prigione, mentre in Germania da settimane si svolge una lunga e partecipata veglia.
TagsArgomenti:greenpeace italiagreenpeaceamb http://www.repubblica.it/ambiente/2013/10/18/news/greenpeaceringrazia_eni_perlettera_a_gazprom-68892762/
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