tratto da https://trcmodena.it/appennino-dopo-il-ko-della-rete-elettrica-enel-promette-29-milioni
martedì 14 gennaio 2025
TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI NEL CENTRO ROTTAMI A CISTERNA: IL CALCOLO SUI BENI OGGETTI DI SEQUESTRO
tratto da https://latinatu.it/traffico-illecito-di-rifiuti-nel-centro-rottami-a-cisterna-il-calcolo-sui-beni-oggetti-di-sequestro/
TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI NEL CENTRO ROTTAMI A CISTERNA: IL CALCOLO SUI BENI OGGETTI DI SEQUESTRO
Furono 27 le persone arrestate nel maggio 2020 per traffico illecito di rifiuti ad opera della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma: il
CONTINUA A LEGGEREIl Fatto di domani. Tregua a Gaza, si attende il parere definitivo di Hamas: nella prima fase potrebbe rilasciare 30 ostaggi in cambio di mille detenuti palestinesi. Italia, scudo penale per le forze dell'ordine: l'opposizione attacca il governo e anche il Quirinale è perplesso sul ddl Sicurezza
tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-14-gennaio-2025/
MEDIO ORIENTE, POSSIBILE TREGUA A GAZA TRA 48/72 ORE: HAMAS POTREBBE LIBERARE 30 OSTAGGI ISRAELIANI IN CAMBIO DI PIÙ DI MILLE DETENUTI. MA SUL FUTURO DELLA STRISCIA NON CI SONO CERTEZZE. Dopo 466 giorni di guerra – scaturita dal massacro del 7 ottobre firmato da Hamas, con 1.200 morti e centinaia di ostaggi catturati – la bozza di un accordo tra Israele e palestinesi sembra ormai definita. Secondo il Financial Times, la tregua potrebbe essere operativa tra 48 ore. Una delegazione della Jihad palestinese stasera arriverà a Doha per partecipare ai colloqui. L’Associated Press ha ottenuto una copia della bozza: in generale, la tregua prevede che Hamas rilasci nella prima fase 30 persone, in cambio di più di mille palestinesi detenuti in Israele, alcuni dei quali con condanne all’ergastolo. Nello specifico, per liberare 5 soldatesse, i miliziani otterranno 250 detenuti: 50 per ogni ostaggio. Durante la prima fase, l’esercito israeliano manterrebbe il controllo del Corridoio Filadelfia – la fascia di territorio lungo il confine di Gaza con l’Egitto – da cui Hamas aveva inizialmente chiesto il ritiro di Israele. L’Idf invece si ritirerà dal Corridoio Netzarim, una fascia che attraversa la parte centrale di Gaza, dove aveva cercato di istituire posti di controllo per filtrare i rientri dei palestinesi armati nel nord della Striscia. Nella seconda fase, secondo la bozza di accordo, Hamas rilascerebbe gli ostaggi ancora in vita, soprattutto soldati maschi, in cambio di altri prigionieri e del “completo ritiro” delle forze israeliane da Gaza. La terza fase dell’accordo prevede che i corpi degli ostaggi rimanenti verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione da 3 a 5 anni da realizzare a Gaza, sotto la supervisione internazionale. Restano comunque dei passaggi poco chiari: Hamas ha dichiarato che non libererà gli ostaggi restanti senza la fine della guerra e il ritiro completo di Israele, mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giurato di riprendere i combattimenti se non verranno eliminate le capacità militari e di governo di Hamas. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca della giornata e diversi approfondimenti per chiarire i punti insoluti. SCUDO PENALE PER LE FORZE DELL’ORDINE, IL GOVERNO LO SOSTIENE, PERPLESSITÀ DELLE OPPOSIZIONI. E ANCHE IL QUIRINALE MUOVE RILIEVI AL DDL SICUREZZA. Come abbiamo raccontato sul giornale di oggi, il governo sta studiando la possibilità di inserire uno scudo penale per le forze dell’ordine nel ddl sicurezza. Se i partiti dell’esecutivo sostengono questa necessità, l’opposizione lamenta che lo Stato di diritto sia messo in discussione, come affermato da Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera: “L’idea di uno scudo penale per le forze dell’ordine, che sembra nell’agenda del Governo Meloni da quel che si apprende dalla stampa, è inquietante. Per noi questo significa che la destra si appresta a rompere lo Stato di diritto che in uno Stato democratico non consente nessuna corsia preferenziale per gli illeciti e non garantisce impunità a nessuno e a nessuna categoria della società”. Su questa linea sono anche i rappresentanti del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera e del Senato: “Sarebbe l’ennesimo inaccettabile ribaltamento del nostro ordinamento per mano di un centrodestra che procede sempre più attraverso improvvisazioni e colpi di testa. Le forze dell’ordine sono un baluardo fondamentale per l’affermazione della legalità e per la difesa della sicurezza di tutti i cittadini, la politica deve sostenerle concretamente e costantemente. Le leggi per tutelare il loro lavoro e la loro integrità esistono già e devono essere applicate”. E poi ci sono i rilievi del Quirinale sul ddl Sicurezza. Sul giornale di domani troverete le novità della giornata e approfondimenti sul tema. ADDIO A FURIO COLOMBO, CO-FONDATORE DEL FATTO QUOTIDIANO. UNA VITA PER IL GIORNALISMO. Un giornalista d’altri tempi che ha lasciato la sua impronta nel mondo dell’informazione. È morto a Roma, a 94 anni, Furio Colombo, una vita trascorsa tra il mondo dell’informazione e la passione politica. La notizia è stata diffusa dalla famiglia. Direttore dell’Unità, cofondatore del Fatto Quotidiano, editorialista di Repubblica, Colombo aveva messo la stessa energia come parlamentare per tre legislature (con i DS, l’Ulivo e il Pd). Notevole la sua esperienza di corrispondente dall’estero per Repubblica, per tre anni ha diretto l’Istituto di cultura a New York, è stato titolare di una cattedra alla Columbia University, ed ha prodotto articoli per il New York Times. Giornalista professionista dal 1967, Colombo ha firmato innumerevoli articoli memorabili, tra cui l’ultima intervista a Pier Paolo Pasolini, pubblicata su La Stampa il giorno prima dell’omicidio dello scrittore. Nel 2009, Colombo partecipò alla fondazione del Fatto Quotidiano, assieme ad Antonio Padellaro, Peter Gomez, Marco Travaglio e Marco Lillo. Per tredici anni Colombo è stato editorialista del giornale, fino al maggio 2022, quando decise di interrompere la sua collaborazione, in disaccordo sulla linea scelta dal Fatto sul conflitto in Ucraina, iniziato con l’invasione russa. Sul Fatto di domani potrete leggere un ampio spazio dedicato a Colombo, con un ricordo firmato da Padellaro. LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE Venezuela, cooperante italiano arrestato. La famiglia si appella al governo Meloni. Alberto Trentini, cooperante italiano, lavorava con la Ong Humanity e Inclusion per portare aiuti a persone disabili; è stato fermato il 15 novembre e da quel momento non si sono più avute sue notizie. La famiglia, in una nota diffusa assieme all’avvocato Alessandra Ballerini, chiede di “porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l’incolumità”. Guerra Russia-Ucraina, attacchi massicci oltre confine. Mosca: “Hanno usato missili occidentali, risponderemo”. Kiev rivendica di aver sferrato, dall’inizio della guerra iniziata quasi tre anni fa con l’invasione russa, “la più massiccia” ondata di attacchi su obiettivi oltre confine, “dentro il territorio della Federazione russa”. Il Cremlino ha confermato l’evento, denunciando che Kiev abbia utilizzato missili ottenuti dall’Occidente: “Sei missili operativi-tattici Atacms di fabbricazione statunitense, sei missili da crociera Storm Shadow di fabbricazione britannica e 31 droni”. Secondo Mosca, la minaccia è stata sventata, i missili abbattuti, ma adesso la Russia preparerà “una risposta”. Nel Donbass, l’avanzata russa prosegue, tanto che il gruppo ucraino Metinvest ha annunciato la chiusura della miniera di Pokrovsk, fondamentale per l’industria siderurgica di Kiev. Castellammare, arrestata insegnante per abusi sessuali sugli studenti. A novembre era stata aggredita dai genitori degli alunni. Una docente di 40 anni è stata arrestata per aver avuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media Salvati, dove svolgeva il ruolo di insegnante di sostegno. La vicenda era salita alla ribalta lo scorso mese di novembre, quando un gruppo di genitori aveva aggredito la donna. Secondo l’accusa, l’insegnante avrebbe fatto pressioni su un gruppo di minorenni (sotto i 14 anni) mostrando loro video pornografici. Lunga la lista di reati contestati dai carabinieri e dalla Procura all’insegnante: maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Brescia, attivista denuncia: “Portata in questura e costretta a spogliarmi”. “Mi hanno chiesto di togliermi le mutande e fare tre squat, per dei controlli a detta loro. Questo trattamento è stato riservato solo a persone femminilizzate. Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e togliersi i vestiti”. Questo il racconto di una delle manifestanti di Extinction Rebellion che ha partecipato ad un sit-in dinanzi alla sede di Leonardo. In seguito alla protesta, circa 25 persone sono state portate in questura. |
Transizione, Enel lancia percorsi di formazione Enel ha attivato percorsi di formazione ad alta specializzazione tecnologica dedicati alla transizione energetica. Sono infatti stati avviati nuovi anni accademici delle Fondazioni Itsel di Civitavecchia e dell'ITS di Macomer, un'ulteriore opportunità per i tanti giovani che, al termine della scuola superiore, optano per una formazione didattica a...
tratto da https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=392268
Discarica abusiva scoperta dalle Guardie WWF in Campania. Nel comune di Mondragone, in provincia di Caserta, i rifiuti disseminati ovunque: ora l'area è da bonificare
tratto da https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/inquinamento/guardie-wwf-discarica-abusiva/
che è stato il primo a individuare il sito e a segnalare la situazione alle Guardie volontarie dell’Associazione.
PFAS, un’inchiesta rivela una massiccia attività di lobbying in Europa dall'articolo di Giuseppe Ungherese per Greenpeace
tratto da https://www.greenpeace.org/italy/storia/26063/pfas-uninchiesta-rivela-una-massiccia-attivita-di-lobbying-in-europa/
"Un esempio italiano
Di recente anche in Italia abbiamo assistito a tentativi di “nobilitare” i PFAS: non solo nel famoso rapporto stilato da Draghi sul rilancio dell’Unione Europea, ma anche nell’ambito del processo Miteni in Veneto, una delle aree più inquinate da PFAS in Europa.
Nelle loro deposizioni in tribunale, alcuni consulenti delle società imputate per l’inquinamento da PFAS, hanno minimizzato gli impatti sanitari sulla popolazione. "
PFAS, un’inchiesta rivela una massiccia attività di lobbying in Europa
L’indagine giornalistica internazionale “Forever Lobbying Project” ha rivelato gli sforzi delle lobby in Europa per indebolire ogni divieto ai PFAS.
Diffamazione, diritto di cronaca e di critica: respinta dopo quasi cinque anni dal Tribunale di Velletri la richiesta di danni nei confronti del Comitato residenti Colleferro e di Ina Camilli.
ricevo il comunicato stampa e pubblico
Diffamazione, diritto di cronaca e di critica: respinta dopo quasi cinque anni dal Tribunale di Velletri la richiesta di danni nei confronti del Comitato residenti Colleferro e di Ina Camilli
La richiesta di risarcimento dei danni avanzata nei confronti del Comitato residenti Colleferro e della sua rappresentante, Ina Camilli, dopo quasi 5 anni, è stata respinta dal Tribunale di Velletri, nella causa civile promossa dalla società consortile Minerva - i Comuni soci - e dal suo Amministratore unico, Alessio Ciacci, con l’accusa di aver diffuso a mezzo stampa due comunicati a carattere diffamatorio, finalizzati a screditare la gestione del Signor Ciacci, ad evidenziare l'instabilità economica del consorzio e l'inopportunità di costituire un vacillante nuovo soggetto pubblico, cui affidare il servizio di gestione di raccolta dei rifiuti, affrettando la liquidazione della società regionale Lazio Ambiente spa.
La complessa operazione giudiziaria è stata caratterizzata anche dal mancato coinvolgimento e partecipazione dei cittadini in violazione del principio di trasparenza e di legalità, cui deve ispirarsi l'operato dell'Amministrazione comunale: fino all'odierno presente comunicato pubblico.
Con la richiesta al Tribunale di accertare la situazione di fatto e di diritto, la controparte chiedeva il risarcimento dei danni, quantificati in complessivi 100 mila euro, di cui 50 mila a favore del consorzio e 50 mila per l'Amministratore unico, il pagamento delle spese legali, una dichiarazione di rettifica delle affermazioni e la pubblicazione della (eventuale) sentenza civile di condanna su quotidiani nazionali o r egionali.
La nostra richiesta è stata invece volta unicamente all'accertamento della verità, senza nessuna rivendicazione economica contestualmente mossa ai danni di Minerva.
Il contenuto dei due comunicati - dal titolo “Colleferro. Il Comitato residenti sul Consorzio Minerva: “il duo Ciacci-Bernardini approda a Colleferro” e “Perdite Minerva: frutto inequivocabile della gestione Ciacci” - poneva l'accento sulla perdita di bilancio, sulla riduzione del capitale sociale del consorzio, sui pregressi incarichi del Signor Ciacci e la loro incompatibilità con la carica attuale, sulla legittimità del bando di selezione, sulle criticità della gestione amministrativa e sull'acquisto del ramo di azienda in perdita.
Il Tribunale ha ritenuto tutte le censure mosse dal Consorzio e dal Signor Ciacci infondate e le ha rigettate, riconoscendo al Comitato ed alla sua rappresentante di non aver diramato notizie false e contrarie all'effettiva realtà dei fatti, circostanze valutate oggettivamente vere e non contestate dalla controparte, e di aver esercitato il libero diritto di cronaca, di informazione e di critica politica, garantiti dall'art. 21 della Costituzione, rispetto all’operato del Consorzio ed alle scelte del Comune di Colleferro.
Il giudizio sferzante dei comunicati, secondo il Tribunale, appare giustificato e legittimo alla luce dei fatti, con toni che non trascendono in un attacco gratuito alla persona o all'immagine della società.
Nel solco di un costante orientamento giurisprudenziale, il Tribunale ha proceduto ad un bilanciamento tra l'interesse individuale alla reputazione, che si ritiene lesa, e il diritto alla libera manifestazione del pensiero, confermando che il delitto di diffamazione a mezzo stampa, quando viene esercitato nei limiti della verità del fatto narrato, appare giustificato dall'interesse pubblico alla conoscenza di quel fatto.
La pretesa del Comitato e della sua rappresentante verso i Comuni soci del Consorzio di adempiere agli obblighi di trasparenza - si legge nella sentenza - rientra nel c.d. giornalismo di inchiesta, riconoscendo a chi lo esercita - nel caso di specie alla Camilli - una tutela primaria al fine di rendere operativo il diritto della collettività ad essere informata anche su temi sociali di particolare rilievo pubblico.
Il Tribunale ha pronunciato una sentenza di condanna al pagamento delle spese di lite in favore del Comitato e della Camilli, quantificate in 9.379,16 euro, oltre al rimborso delle spese generali.
Ringrazio il legale che mi ha assistito, l'avv. Arturo Salerni - dichiara Ina Camilli - e quanti anche inaspettatamente mi hanno dimostrato solidarietà e vicinanza in questo lungo processo, che ci ha costretti a provvedere autonomamente al pagamento delle spese legali, una denuncia che ha interrotto e colpito l'indipendenza dell'informazione.
Mai avrei immaginato, durante le festività natalizie del 2021, che mi sarei trovata di fronte ad una denuncia del consorzio, di cui il Comune di Colleferro è il socio capofila. Il Sindaco Sanna e l'Assessore all’Ambiente Calamita non hanno ritenuto di parlarmene, nonostante la conoscenza personale e un impegno civico che porto avanti da circa 15 anni.
Sono certa che se me ne avessero parlato - prosegue Camilli - si sarebbero potute percorrere altre strade ed evitare l'esborso economico, che speriamo non ricadrà sulle tasche dei contribuenti colleferrini.
In tutto questo tempo la cosa più pesante da sopportare è stata l'incertezza della conclusione positiva del processo e il dover tacere su circostanze pubbliche per non aggravare la mia posizione: senza il peso di una azione temeraria addosso, mi sento più libera di ripartire, vedendoci riconosciuti dal Tribunale il pieno diritto di parola che, come se non bastasse, la dirigenza Minerva ha provato maldestramente a mortificare e calpestare.
I Comuni soci sanno che Minerva continua a navigare in acque perigliose, come abbiamo visto nell'ultimo bilancio 2023, e vedremo quali lusinghieri risultati ha registrato nell'esercizio 2024, mentre si provava a tappare la bocca alla cittadinanza attiva colleferrina.
Colleferro, 14.1.2025
Ina Camilli - Contrada Fontana degli Angeli 00034 Colleferro – Roma comitato.residenti@libero.it
polveri sottili, qualità dell'aria nella regione in base ai dati delle centraline dell'Arpa Lazio, il 13/1/2025 nessuna centralina ha superato i limiti di legge per #pm10
tratto da https://x.com/ARPALazio