GUERRA RUSSIA-UCRAINA, AL SUMMIT IN TURCHIA IL CREMLINO HA CHIESTO CINQUE REGIONI E KIEV NEUTRALE, SENZA ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA O TRUPPE DI ALLEATI OCCIDENTALI. ATTACCO A SUMY, DRONE DI MOSCA UCCIDE NOVE CIVILI. TRUMP: “LUNEDÌ PARLERÒ CON PUTIN”. Il summit che si è svolto ieri in Turchia tra le delegazioni russe e ucraine ha visto il Cremlino ribadire le sue condizioni per arrivare alla tregua. Lo ha fatto sapere una fonte di Kiev a Sky News. Secondo queste indicazioni, Mosca avrebbe chiesto il riconoscimento di cinque aree come territorio russo: la penisola di Crimea, annessa nel 2014, e le quattro regioni di Donetsk, Zaporizhia, Kherson e Luhansk. Se ciò non accadrà, la delegazione inviata dal presidente Putin ha minacciato una guerra ad oltranza. “Non vogliamo la guerra, ma siamo pronti a combattere per un anno, due, tre, per tutto il tempo necessario”, avrebbe dichiarato Vladimir Medinsky, il capo negoziatore. Inoltre, il Cremlino ha ribadito che “l’Ucraina diventi uno Stato neutrale, privo di armi di distruzione di massa” e che “gli alleati di Kiev non stanzino alcuna delle loro truppe nel Paese”. Infine, sia la Russia che l’Ucraina dovranno “rinunciare a richiedere il risarcimento dei danni di guerra”. In questo contesto, un drone russo ha ucciso nove civili e ne ha feriti altri sette a Sumy, mentre il presidente americano Trump continua a sostenere che un’intesa è possibile, altrimenti gli Stati Uniti imporranno altre sanzioni a Mosca. Il Capo della casa Bianca ha detto che parlerà con Putin lunedì mattina e a seguire con Zelensky e i leader dei Paesi Nato. Sul Fatto di domani troverete le ultime novità sul conflitto nell’Est e sulla polemica che ha coinvolto l’Italia e la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che non ha preso parte alla riunione degli alleati occidentali di Kiev.

GAZA, L’IDF INIZIA L’OPERAZIONE “CARRI DI GIDEONE”. L’AUTORITÀ PALESTINESE: “HAMAS SI FACCIA DA PARTE E CONSEGNI LE ARMI E GLI OSTAGGI”. L’INDISCREZIONE DELLA NBC: “PIANO DI TRUMP PER TRASFERIRE GAZAWI IN LIBIA”. Come era stato annunciato dal primo ministro Netanyahu, l’esercito israeliano in queste ore ha intensificato le attività nella Striscia di Gaza. L’operazione ha preso il nome di “Carri di Gideone” e secondo il ministro della Difesa Israel Katz, serve a fare pressioni su Hamas affinchè rilasci gli ostaggi che ancora tiene prigionieri; si tratta di 23 persone in vita e i corpi di 35 che sono stati dichiarati morti: 58 nomi che fanno parte dei rapiti durante la strage del 7 ottobre firmata da Hamas. In concomitanza alle operazioni militari a Gaza – secondo fonti palestinesi sono 153 i morti nelle ultime ore – Katz ha fatto sapere che la delegazione di Hamas a Doha ha annunciato la ripresa dei negoziati. Un appello ai fondamentalisti arriva da altri palestinesi: “Hamas deve rinunciare al controllo di Gaza, tutte le fazioni della Striscia devono consegnare le armi all’Autorità nazionale palestinese”, ha detto il presidente Abu Mazen nel suo discorso al vertice arabo di Baghdad chiedendo anche il rilascio di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco permanente. Sul giornale di domani potrete leggere le ultime novità sulla crisi del Medio Oriente: Hamas ha chiesto alla Lega Araba “sanzioni urgenti” contro lo Stato ebraico e l’emittente americana Nbc ha parlato di un piano del presidente Trump per spostare un milione di palestinesi in Libia.

ROMANIA AL VOTO DOMANI, SI SFIDANO SIMION (ULTRADESTRA) E DAN (EUROPEISTA). IL MINISTERO DELL’INTERNO AVVISA SULLA DISINFORMAZIONE “DOPPELGANGER” DI MATRICE RUSSA. Si terrà domani la sfida elettorale al ballottaggio tra il leader dell’ultradestra George Simion, vincitore del primo turno con il 40,9%, e l’esponente centrista e moderato Nicusor Dan, attuale sindaco di Bucarest (20,9%). Alcuni istituti attribuiscono a Simion un leggero vantaggio (52% contro 48%), mentre altri segnalano un possibile recupero di Dan. La Romania sceglierà il suo futuro: con Simion andrà verso il nazionalismo euroscettico che guarda più a Mosca che a Bruxelles. Dan punta invece sul dialogo internazionale, il rispetto dello Stato di diritto e l’alleanza con l’Unione europea. Non mancano le preoccupazioni per possibili influenze esterne. Il Ministero degli Interni romeno (MAI) ha lanciato un avvertimento ufficiale riguardo a una campagna di disinformazione: una strategia che prevede la clonazione di siti web ufficiali di istituzioni pubbliche, emittenti televisive e agenzie di stampa, diffusi tramite una rete di pagine false. Si tratterebbe del Doppelganger, attività messa in campo dall’azienda informatica russa Social Design Agency che ha fatto operazioni simili in altri Stati europei e negli Stati Uniti. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul voto in Romania con interviste ai protagonisti della sfida elettorale.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE Milano, al raduno anti-immigrazione un messaggio di Vannacci: “Porterò questa battaglia a Bruxelles” Scontri tra polizia e antagonisti. Il Remigration summit ha preso il via questa mattina alle 9 in un teatro di Gallarate. L’iniziativa fa capo a diverse sigle di estrema destra che auspicano la Remigration, ovvero l’espulsione degli immigrati nei loro Paesi d’origine. Ai promotori ha inviato un video messaggio il deputato della Lega Vannacci: “Porterò questa battaglia a Bruxelles”. A Gallarate il Pd ha organizzato un flash mob di protesta, e a Milano, in piazza San Babila, si sono ritrovati Cgil, Arci, Anpi e partiti del centrosinistra. Gli antagonisti si sono scontrati con la polizia in via Carducci. Roma, partorisce e butta il figlio nel water: arrestata per omicidio. La tragedia è avvenuta a Montecompatri, alle porte della Capitale. Protagonista una donna nigeriana che ha già altri due figli. Agli investigatori ha dichiarato di non aver capito di essere incinta e che tutto era avvenuto in casa di amici, senza che nessuno se ne accorgesse. I fatti risalgono allo scorso ottobre, la donna è poi andata in ospedale. I medici hanno allertato la polizia che ha recuperato il corpicino e rintracciato la giovane madre nella borgata Finocchio di Roma. Roma, domani l’inizio del pontificato di Leone XIV con la partecipazione di 150 delegazioni. Saranno oltre 150 le delegazioni che parteciperanno alla cerimonia di inaugurazione del pontificato di Papa Leone XIV, domani alle 10, in piazza San Pietro. Le delegazioni che siederanno più avanti sono, nell’ordine, quelle dell’Italia – con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – del Perù, dove Leone XVI è stato in missione e vescovo, e degli Usa, Paese d’origine di Robert Prevost. Già arrivato a Roma anche il presidente ucraino Zelensky. |