domenica 18 dicembre 2016

La Banca nazionale svizzera accusata di investire in aziende "inquinanti"

Secondo l'accusa della Ong di Friburgo Artisans, sei miliardi e mezzo di franchi, poco più di 6 miliardi di euro, sono stati piazzati dall'istituto di emissione in aziende statunitensi attive nel fossile

Pure la Banca Nazionale Svizzera, che non commenta il rapporto di Artisans pour la transition, ha inserito, ironia della sorte, tra le proprie direttive, l'impegno a non investire in aziende che provocano gravi danni all'ambiente". Per di più, tra il 2013 e il 2015, l'istituto ha perso intorno ai 4 miliardi di euro, per aver collocato ingenti capitali in "Carbon underground 200", cui fanno capo le 200 società americane che detengono le principali riserve di carbone, gas e petrolio. Fatto sta che, nonostante nella Confederazione le tematiche ambientali siano particolarmente sentite da anni, i grandi investitori sembrano andare per conto proprio. "È vero, l'investimento ecologico è sempre più interessante, tuttavia nessuno impone alle banche di evitare di impegnarsi in aziende inquinanti", ha spiegato, alla Tribune de Genève, un portavoce dell'Associazione Svizzera dei Banchieri. Insomma, si continua ad andare, senza molti scrupoli, dove porta il profitto. E non bisogna dimenticare che, proprio in Svizzera, hanno sede, per lo più per ragioni fiscali, alcuni dei più importanti trader mondiali di materie prime che producono gas serra. Niente a che vedere con l'etica dei fondi sovrani norvegesi che, l'anno scorso, hanno deciso di disinvestire da quelle aziende per cui il carbone rappresenta oltre il 30% delle vendite. http://www.repubblica.it/economia/2016/12/18/news/la_banca_nazionale_svizzera_accusata_di_investire_in_aziende_inquinanti_-154229366/?ref=HREC1-17

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