sabato 18 giugno 2016

rifiuti, i palazzoni e le Vele Gli orrori della Roma ferita L’urbanista Paolo Berdini, probabile assessore per la Raggi, nei luoghi degli sprechi

ALTRO CHE GIOCHI  olimpici Lo sfascio edilizio nella Capitale
Ipse dixit
PAOLO
BERDINI
Le Olimpiadi non sono
un male a prescindere,
ma spesso i grandi
eventi servono solo
per certi interessi
A Barcellona nel 1992
funzionarono
Ricette anti-degrado
Tram per collegare
le periferie con
le metropolitane, zone
affidate ai residenti
» LUCA DE CAROLIS
La Roma abbandonata
ha il sorriso ignaro di
due bimbe, alla guida
di una moto a tre ruote.
Si divertono sopra il giocattolone
in un giorno di afa cattiva,
tra materassi logori e stracci
che erano vestiti, sotto palazzoni
che sembrano brutti pensieri.
Danno di gas, a Tor Bella
Monaca: periferia delle periferie,
oltre il Grande raccordo
anulare, fiume di cemento che
unisce e assieme divide. “Que -
sta è un’altra città, tagliata
fuori da tutto”, scuote la testa
Paolo Berdini. Urbanista,
scrittore, docente universitario,
studia da decenni gli orrori
dell’urbanistica romana. È
dato come probabilissimo assessore
all’Urbanistica nell’eventuale
giunta a 5Stelle di
Virginia Raggi. Schiva ogni
domanda sul tema “Ho letto i
giornali che ne parlano...”. Però
accompagna due cronisti
del Fatto a guardare le ferite
inferte a Roma.
FA DA SHERPAin un quartiere
dove è meglio non sbagliare
sguardo o domanda. Prima
tappa, un parco a due passi da
via dell’Archeologia, circondato
da edifici in stile Ddr.
“Questa era la Roma delle baracche,
poi tra gli anni 70 e 80
sono arrivati i palazzi e le scuole,
perfino un liceo”, spiega. Su
ogni stabile i segni dell’incu -
ria. Davanti a un bar, ragazzi
che sembrano distratti e invece
sorvegliano. Il trio di estranei
cammina tra panchine e
ciuffi d’erba. “Non è tenuto così
male, qui i netturbini passano”
quasi si consola Berdini

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