venerdì 13 settembre 2013
Il sindaco in carica: non mi sottraggo allora noi volevamo solo dire la nostra; oggi battaglia comune De Meo il più atteso. Postumi del «caso Fondi»
Latina Oggi 13 settembre 2013
C
iascuno ha reagito a modo proprio nel dibattito
(non concluso) sulle dichiarazioni di Schiavone. C’è
chi, come il neoconsigliere del
Pd Giuseppe Pannone, è uscito
dall’aula mentre veniva proiettato il video con l’interv ista
«perché un criminale non deve
entrare in un luogo istituzionale». E c’è chi ha deposto le armi
come il presidente della commissione ambiente Enrico Dellapietà che ha detto che qualunque cosa sia successa adesso bisogna «solo pensare alla salute
della gente di questo territorio
con tutti i mezzi e le energie
possibili». Ma l’intervento più
atteso e, obiettivamente, ascoltato con maggiore attenzione è
stato quello del consigliere Salvatore De Meo (Pdl), sindaco in
carica del Comune di Fondi.
L’uomo che ha raccolto la pesante eredità del «caso Fondi»,
primo Comune pontino per il
quale un Ministro dell’I n t e rn o
ha chiesto lo scioglimento del
Consiglio per condizionamento
esterno di tipo mafioso. «So che
ogni volta che parliamo di questi
argomenti si finisce per parlare
del caso Fondi. - ha detto - Non
mi sottraggo. Io dico che in quella vicenda sono emersi sì degli
elementi preoccupanti ma non
nei termini con cui sono stati
riportati, tanto che il processo
penale ha ridimensionato le posizioni dei dipendenti dell’ente
imputati. Noi quando abbiamo
sollevato eccezioni, all’e p oc a ,
non volevamo fare negazionismo ma avere la possibilità di
dire la nostra in una commissione d’indagine aperta ad ascoltare diverse posizioni. Oggi spero
che la contrapposizione politica
che si è vista allora possa essere
superata e si arrivi a un documento comune di reale lotta
contro la criminalità organizzata. Che ci riguarda». L’ultima
frase dice tutto e cambia tutto. Il
problema mafia ci riguarda, riSALVATORE DE MEO, SINDACO DI FONDI guarda questa provincia.
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