martedì 10 settembre 2013

dopo le leggi retroattive arrivano anche le puzze dal passato: cattivi odori al Montello: una nota dell’Amministratore di Ecoambiente Un impianto in regola

una domanda perchè prendersela con Parlati e con legambiente che questa volta non c'entrano assolutamente nulla? Bruno Landi: «Certi disastri ambientali risalgono agli anni 80» I recenti avvenimenti sul fronte della difficile gestione dei rifiuti nel territorio provinciale pontino hanno spinto l’amministratore delegato di Ecoambientem, la società che gestisce la discarica che ospita i rifiuti prodotti nel Comune di Latina, l’av vo c a t o Bruno Landi, ad indirizzarci una nota per molti versi illuminante, che volentieri pubblichiamo. « Non avrei scritto queste brevi note se non fossi sollecitato dalla infelice nota di Rida Ambiente in risposta alla nostra decisione di sospendere i conferimenti dei suoi rifiuti nella nostra discarica. Come tutti ricordano, a suo tempo, con la stessa determinazione e rispetto della legge, decidemmo di interrompere il conferimento dei rifiuti indifferenziati dei Comuni di Anzio e Nettuno. Non era possibile, per legge, smaltire i rifiuti indifferenziati in discarica: dovevano essere preventivamente trattati. Allora della nostra decisione si avvantaggiò Rida Ambiente accogliendo volentieri, per il trattamento, i rifiuti da noi respinti. Oggi invvece si lamenta e mette in dubbio la correttezza del nostro comportamento. Si sbaglia. Premesso che siamo sinceramente dispiaciuti di aver dovuto interrompere i conferimenti se non altro per una elementare conseguenza economica (Ecoambiente rischia di rimanere senza lavoro), possiamo rassicurare tutti i possibili interlocutori su due punti fondamentali: 1) Il prelievo dei campioni rappresentativi, tuttora conservati presso il laboratorio Cardona per eventuali controanalisi, è stato fatto, secondo norma, da un carico appena sversato; 2) Le emanazioni odorigene non possono derivare, così come cerca di insinuare Rida Ambiente, da un mal funzionamento dei nostri pozzi di raccolta del percolato. A conferma di ciò ci sono le analisi appositamente svolte dal laboratorio specializzato Farm Srl di Guidonia. La documentazione relativa è stata inviata il 2 settembre 2013 da Ecoambiente agli uffici competenti (Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Latina, Arpa Lazio Sezione Latina). Mi si consenta di cogliere l’occasione di questo intervento per toccare altri punti critici del sistema dei rifiuti. Innanzitutto, non riesco a comprendere le ragioni del patologico rinvio da parte della Regione Lazio del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per gli impianti di Borgo Montello. La questione si trascina da circa due anni e, nel caso di Ecoambiente, comporta una gravissima conseguenza: l’impossibilità di dar luogo alla costruzione del Polo Impiantistico Integrato (Tmb+Impianto di compostaggio al servizio della raccolta differenziata) autorizzato dalla stessa Regione Lazio fin dall’agosto 2009. Senza il rinnovo Aia è, infatti, impossibile sottoscrivere il contratto di concessione con l’Ati che è risultata aggiudicataria della gara europea. In effetti, Provincia di Latina e Regione Lazio hanno fatto a gara per impedirne la realizzazione. La Provincia di Latina con continui ricorsi fino al Consiglio di Stato che però ha pronunciato sentenza definitiva a favore di Ecoambiente. La Regione Lazio rinviando sine die il provvedimento di rinnovo Aia, rinvio che ci costringerà, prima o poi, ad una denuncia all’Autorità Giudiziaria e alla Corte dei Conti di tutti i responsabili, con connessa richiesta di congruo risarcimento del danno. La cosa è tanto più paradossale se pensiamo che nello stesso arco di tempo l’impianto di Rida Ambiente (eccentrico rispetto all’intero territorio della Provincia di Latina), pur non disponendo della linea di stabilizzazione della frazione organica è stato elevato al rango di Tmb (Impianto Trattamento Meccanico Biologico), con l’autorizzazione a trattare oltre 160 mila t/anno e che è stato inserito con tale caratteristica di Tmb nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti con un palese falso ideologico. Del resto la prescrizione di trattare i materiali di risulta con calce (metodo del tutto inefficace se si approfondiscono gli aspetti tecnico-operativi e scientifici) costituisce la più evidente controprova di tale carenza strutturale e funzionale. Ultima considerazione dedicata a problemi a noi più vicini: lo scontro in atto sul presente e sul futuro della Latina Ambiente. Come è noto a tutti, la Latina Ambiente fu pensata dal Sindaco Finestra e dai suoi collaboratori come uno strumento fondamentale per realizzare al meglio i servizi di igiene ambientale e come un investimento per il futuro della città; successivamente fu costituita la Ecoambiente, anch’essa pubblico/privata ma con larga prevalenza dei privati, come braccio industriale della stessa operazione e strumento per realizzare impianti a tecnologia avanzata. Con tali interventi il Comune di Latina si candidava ad un ruolo primario sia nel campo della pulizia delle città che nel campo del trattamento dei rifiuti (anche la Latina Ambiente avrebbe potuto assumere una valenza provinciale). Nei suoi anni di vita Latina Ambiente ha invece vissuto una vita stentata, a mio parere per una certa carenza di cultura industriale da parte di tutti i protagonisti; Ecoambiente ha provveduto, a spese dei privati, ad una prima significativa messa in sicurezza di Borgo Montello, ha fatto risparmiare costi significativi al Comune di Latina, ha incrementato il proprio capitale ed ha presentato nuovi progetti impiantistici, ostacolati come abbiamo visto in primo luogo dalle stesse Istituzioni. Oggi, forse, si sta procedendo verso il De Profundis dell’intero progetto, ma se ne è consapevoli? Per sostituirlo con che cosa? Fra l’altro, in un momento in cui si discute di fusti tossici interrati qua e là nell’in - tero territorio provinciale, dovrebbe far piacere a tutti, in particolare ai cittadini, che Ecoambiente sia rigorosa nei propri comportamenti gestionali. Questa volta però tutti tacciono, a cominciare dall’onnipre - sente Parlati di Lega Ambiente. Due pesi e due misure. Perché questo silenzio? Detto quanto sopra, dobbiamo scoraggiarci? Questo non è nel nostro dna, ma non ci potrà essere chiesto l’impossibile. Se il nostro lavoro dovesse scendere a zero, saremmo costretti al ricorso alla cassa integrazione e le istituzioni interessate dovrebbero accollarsi i costi della bonifica di Borgo Montello di cui Ecoambiente si è fatta fino ad oggi carico per mero senso del dovere e al di fuori di ogni specifica responsabilità. I disastri ambientali di cui ha sofferto Borgo Montello risalgono agli anni 80-90 del secolo scorso, quando Ecoambiente ancora non esisteva. Poi, forse, il suo intervento per la messa in sicurezza e la bonifica di Borgo Montello, che non è costato un soldo alla finanza pubblica, non è stato accolto con la dovuta simpatia, non soltanto dagli avversari dell’ambiente, ma anche da tutti coloro che “v ivo n o ” di bonifiche pubbliche». (Bruno Landi) Latina Oggi 10 settembre 2013

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