martedì 16 febbraio 2021

discariche, progetti in corso, impianti esistenti, piano regionale e provinciale dei rifiuti, documentazione e verifiche da aggiornare al decreto legislativo 121/2020

 L'entrata in vigore del DECRETO LEGISLATIVO 3 settembre 2020, n. 121 Attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti. (20G00138) è successivo all'approvazione del piano regionale dei rifiuti (delibera del 5 agosto 2020) e chiaramente di tutta la documentazione prodotta dalla provincia di Latina e dalla conferenza dei sindaci della provincia di Latina che si devono adeguare, necessariamente, al D.Lgs. 121/2020. https://www.pim.mi.it/normativa/Decreto_121_del_3_settembre_2020_GU_228_14-09-2020.pdf.

Nel particolare si richiamano

Allegato 1 (Articolo 7-quinquies) CRITERI COSTRUTTIVI E GESTIONALI DEGLI IMPIANTI DI DISCARICA (pag. 27)

  1. IMPIANTI PER RIFIUTI NON PERICOLOSI E PER RIFIUTI PERICOLOSI 2.1. (pag. 31) UBICAZIONE Di norma gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi non devono ricadere in: aree individuate ai sensi dell'articolo 65, comma 3, lettera n) e comma 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; aree individuate dagli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 cosi come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2003, n. 120; aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia ai sensi dell'articolo 6, comma 3 della legge 6 dicembre 1991, n. 394; aree collocate nelle aree di salvaguardia di cui all'articolo 94, commi 3 e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; aree, immobili e contesti tutelati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; Gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi non vanno ubicati: in corrispondenza di faglie attive e aree interessate da attivita' vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici, che per frequenza ed intensita' potrebbero pregiudicare l'isolamento dei rifiuti; in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale; in aree dove i processi geomorfologici superficiali quali l'erosione accelerata, le frane, l'instabilita' dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l'integrita' della discarica e delle opere ad essa connesse;

  2. in aree soggette ad attivita' di tipo idrotermale; in aree esondabili, instabili e alluvionabili, come individuate negli strumenti di pianificazione territoriali, deve essere presa come riferimento la piena con tempo di ritorno minimo pari a 200 anni. Le Regioni definiscono eventuali modifiche al valore da adottare per il tempo di ritorno in accordo con il Distretto Idrografico competente. Nell'individuazione dei siti di ubicazione sono da privilegiare le aree degradate da risanare o da ripristinare sotto il profilo paesaggistico. Con provvedimento motivato le Regioni possono autorizzare la realizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi nei siti elencati al primo periodo. La discarica puo' essere autorizzata solo se le caratteristiche del luogo, per quanto riguarda le condizioni di cui sopra, o le misure correttive da adottare, indichino che non costituisca un grave rischio ambientale e per la salute umana e non pregiudichi le esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio. Per ciascun sito di ubicazione devono essere esaminate le condizioni locali di accettabilita' dell'impianto nel contesto territoriale in relazione a: distanza dai centri abitati; collocazione in aree a rischio sismico ai sensi della normativa vigente e provvedimenti attuativi, collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CE) 1151/2012 e in aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura biologica ai sensi del regolamento 2018/848/UE; presenza di rilevanti beni storici, artistici, archeologici e paesaggistici. Per le discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi che accettano rifiuti contenenti amianto, la distanza dai centri abitati in relazione alla direttrice dei venti dominanti deve essere oggetto di specifico studio, al fine di evitare qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre verificando che la direttrice dei venti dominanti sia chiaramente indirizzata verso zone differenti da quelle di ubicazione del centro abitato. Tale direttrice e' stabilita sulla base di dati statistici significativi dell'intero arco dell'anno e relativi ad un periodo non inferiore a 5 anni.

    livello 1) barriera geologica naturale o completata artificialmente con spessore > 1 m e permeabilita' k <1 x 10-9 m/s; (pag. 35)

    2.7. STABILITA' Nella fase di caratterizzazione geologica del sito e' necessario accertare, a mezzo di specifiche indagini e prove geotecniche, che il substrato geologico, in considerazione della morfologia della discarica e dei carichi previsti nonche' delle condizioni operative, non vada soggetto a cedimenti tali da danneggiare i sistemi di protezione ambientale della discarica. (pag. 38)


Come metodo di lavoro dopo aver acquisito la documentazione che cartografica, mediante ricerca sul sito della Provincia di Latina, effettuate le visure ipocatastali, inserite quelle della cartografia PAI, PTPR, CTR della regione Lazio, urbanistica del comune di Latina, foto aera da google maps con dati 2021, si sono effettuati alcuni sopralluoghi sul posto per verificare la corrispondenza, di massima, per quanto riguarda gli insediamenti. E' stata anche effettuata una ricerca presso la CCIAA di Latina per quanto riguarda le Ditte riportate nella segnaletica che si può acquisire dalla sede stradale.

Solo uno dei capannoni esistenti risulterebbe attualmente non utilizzato.

La ricerca catastale della titolarità ha anche evidenziato le Ditte risultanti in catasto che non hanno, com'è noto, carattere probatorio anche, con la nuova normativa, si sta procedendo da un progressivo allineamento per gli atti di trasferimento negli ultimi 10 anni.

Pur essendo datata la previsione industriale di Prg del comune di Latina buona parte dell'area compresa come urbanisticamente in “industriale” risulta non edificata.

Non è possibile verificare se tale area verde sia attualmente coltivata oppure lasciata come erbaio anche in considerazione che le Ditte risultanti titolari in catasto non hanno nel loro oggetto sociale l'attività agricola.

L'area a confine, separata dalla SP Migliara 45, con destinazione H rurale è molto popolata da insediamenti “a nastro” oppure con lottizzazione spontanee e alcuni insediamenti residenziali risultano anche sul lato della Migliara 45 adiacente o compresa l'area industriale.

L'area indicata risulta divisa quasi a metà dalla SS 148 Pontina che, nel tratto interessato, è costituita da corsia separata da guard rail. E' delimitata verso Latina dalla SP Migliara 45, verso Terracina dal canale Rio Martino. L'area verso mare comprende lo stabilimento industriale Heinz Italia spa e altra proprietà della stessa società in catasto terreni compresa tra la Migliara 45, la strada Novella e la SS 148 Pontina. Inoltre sulla Strada Novella si affacciano altre proprietà.

L'area verso monte è invece compresa tra la SP Migliara 45, la strada Rio Martino (che costeggia il canale omonimo), la SS 148 Pontina e comprende diversi insediamenti e stabilimenti produttivi e commerciali, oltre ad una grossa parte ancora in catasto terreni. Tale area risulta percorsa dal Fosso in diagonale.

Oltre alle previsioni di piano urbanistico valgono i vincoli e le distanze imposte dal codice stradale Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e dal relativo decreto attuativo Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada. )

Tale zona essendo separata dal canale Rio Martino dall'area industriale denominata dal Consorzio per lo sviluppo industriale ASI, ove ricade, “Pontinia” nel comune di Sabaudia quindi non compresa nell'incarico ricevuto.

Potrebbero quindi esserci delle criticità oppure fattori escludenti o di attenzione nel comune di Sabaudia per il quale, il presente studio, dovrebbe essere integrato con le risultanze amministrative di Sabaudia. Il canale Rio Martino infine, sfocia in area di Parco Nazionale del Circeo.

La presenza, in un raggio di circa 4 km dall'area in oggetto di impianti o depositi per rifiuti, da centrali o impianti di cogenerazione, a biomasse o biogas, la distanza inferiore a 5 km dal Bosco riserva statale Lestra della Coscia nel Parco Nazionale del Circeo, inferiore a 4 km dal centro abitato di Pontinia, ad alcuni insediamenti centri abitati (Borgo San Donato) e lottizzazioni (Colle d'Alba) evidenziano la necessità, nel caso di un progetto esecutivo per deposito di rifiuti o discarica della frazione non recuperabile di studi di VIA e VAS di cui non si ha notizia.


Volendo entrare poi nel dettaglio della ricerca in seguito all'incarico ricevuto vi sono da fare le ovvie precisazioni derivanti dal piano regionale dei rifiuti e dal relativo piano provinciale. La mancata individuazione e regolamentazione degli ATO non consente di avere il dato certo dei quantitativi probabili di rifiuti che potrebbero arrivare nella zona. I dati inseriti quale fabbisogno provinciale nel piano regionale dei rifiuti sono datati e non tengono conto, quindi, in modo adeguato dell'evoluzione e dell'aumento della raccolta differenziata che, necessariamente, ridurranno i quantitativi da conferire nel sito indicato come probabile o comunque del sito o dei siti che saranno individuati che potrebbero avere quattro scenari:

a) il conferimento di tutti i rifiuti finali della provincia non riutilizzabili o non riciclabili o non lavorabili;

b) il conferimento del 50% (nel caso due sub ambiti provinciali) di tutti i rifiuti finali della provincia non riutilizzabili o non riciclabili o non lavorabili;

  1. il conferimento del 33,3% (nel caso tre sub ambiti provinciali) di tutti i rifiuti finali della provincia non riutilizzabili o non riciclabili o non lavorabili;

  1. il conferimento di tutti i rifiuti finali non riutilizzabili o non riciclabili o non lavorabili provenienti dall'impianto TMB di Rida Ambiente e della CSA di Castelforte che quindi potrebbero essere anche in quantitativo maggiore rispetto al fabbisogno provinciale.

Infine si può ipotizzare che la necessità sia per un periodo che può da andare da 5 a 10 anni, sempre con necessità e quantitativi da stabilire, con un'altezza dell'invaso di cui non si ha notizia.

Diventa quindi https://www.certifico.com/ambiente/documenti-ambiente/257-documenti-riservati-ambiente/9217-vademecum-rifiuti-in-discarica


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