mercoledì 15 novembre 2017

IL "FARO" (in russo: Mayak) SI E' ACCESO IN EUROPA - Attivisti per i diritti umani sospettano il complesso industriale di Chelyabinsk per la fuga radioattiva

Attivisti per i diritti umani considerano come probabile fonte della contaminazione radioattiva che ha colpito diversi paesi dell’Europa, un incidente avvenuto in uno degli stabilimenti di “Mayak”(nella regione di Chelyabinsk). L’incidente – ritiene l’attivista di Ozersk, Nadezhda Kutepova, attualmente rifugiata politica in Francia – potrebbe essere avvenuto tra il 24 e il 25 settembre durante le “prove a caldo” di nuovi container riempiti di combustibile nucleare esausto. In...
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Attivisti per i diritti umani considerano come probabile fonte della contaminazione radioattiva che ha colpito diversi paesi dell’Europa, un incidente avvenuto in uno degli stabilimenti di “Mayak”(nella regione di Chelyabinsk). L’incidente – ritiene l’attivista di Ozersk, Nadezhda Kutepova, attualmente rifugiata politica in Francia – potrebbe essere avvenuto tra il 24 e il 25 settembre durante le “prove a caldo” di nuovi container riempiti di combustibile nucleare esausto. In precedenza le autorità tedesche avevano sostenuto che la fonte probabile della contaminazione fosse da ricercarsi negli Urali del sud, ma rappresentanti della agenzia “Rosatom” hanno smentito la notizia. Dal complesso “Mayak” inoltre si smentisce qualunque malfunzionamento degli impianti.

La probabile origine dell’isotopo Rutenio-106 (Ru-106), di cui si è registrato un aumento in Europa, può darsi sia lo stabilimento PT-1 per la rielaborazione del combustibile nucleare esausto del gruppo «Associazione Produttiva ‘Mayak’» (parte del conglomerato statale “Rosatom”, basato nel comprensorio – ad accesso vietato – di Ozersk nella regione di Chelyabinsk). La notizia è arrivata al periodico “Ъ” (editore del Kommersant, NdT) da parte dell’attivista per i diritti umani, e presidente del fondo per l’ecologia di Ozersk «Pianeta della Speranza», Nadezhda Kutepova, riparata in Francia lo scorso anno come attivista politica a causa delle persecuzioni subite in Russia per le sue attività in favore dell’ecologia.

Il 29 settembre, in Germania, Austria e Italia si è registrato un aumento del fondo dell’isotopo Rutenio-106, che si forma durante i test di armamenti nucleari, in caso di incidenti nucleari e nel corso della lavorazione del combustibile nucleare esausto. L’8 ottobre l’ente tedesco per la protezione dalle radiazioni e il ministero federale tedesco per la difesa dell’ambiente, natura, e sicurezza dei reattori nucleari hanno dichiarato congiuntamente che la probabile fonte del rutenio si trovi negli Urali del sud. I rappresentanti tedeschi hanno escluso che la causa possa essere un incidente in una centrale nucleare.

Questa tesi è stata confutata da “Rosatom”, che ha sottolineato «come nei test in aerosol condotti tra il 25 settembre e il 7 ottobre sul territorio della Federazione Russa e negli Urali del sud non sia stata registrata traccia di Ru-106 – eccetto in un unico punto di misurazione a San Pietroburgo». Sempre secondo Rosatom, la quantità registrata a San Pietroburgo tra il 2 e il 6 Ottobre era «insignificante, pari a 115,5MicroBql/M3, minore di ben quattro ordini di grandezza dell’attività massima consentita dalle norme di sicurezza radioattiva». «In confronto – continua Rosatom – sulla base di dati confermati ricevuti dalla IAEA, in quello stesso periodo di tempo la concentrazione di Ru-106 in Romania toccava i 145.000 MicroBq/M3, in Italia i 54.300 MicroBq/M3, in Ucraina i 40.000 MicroBq/M3 e in Polonia i 9.300 MicroBq/M3».

L’attivista per i diritti umani basa le proprie supposizioni su una catena di eventi. Secondo una comunicazione dell’ufficio stampa di “Mayak”, il 19 settembre “un carico di combustibile irraggiato del VVER-1000 della centrale di Balakov (regione di Saratov) è stato per la prima volta caricato presso la centrale e trasportato a ‘Mayak’ via treno grazie all’uso di una innovativa attrezzatura tecnica». La foto del convoglio e dello scaricamento del container sono poi stati pubblicati dall’account «Noi da Mayak» sui social network. Il 22 settembre il combustibile nucleare all’interno del container è stato consegnato all’impianto radiochimico del complesso di Mayak, dove sono stati eseguiti le “prove a caldo” del nuovo equipaggiamento tecnico. E la mattina del 25 settembre l’amministrazione di Ozersk ha comunicato che il 25-26 settembre sarebbe stata effettuata una «verifica pianificata della sirena della città attraverso un solo breve fischio e con trasmissione voce su onde radio in collegamento con il complesso di Mayak.» (ripetuta ad esempio il 28 e 29 Ottobre, comunicata in anticipo il 24 Ottobre sul sito cittadino, con titolo "Niente Panico! Test pianificato dell' elettrosirena". (link), NdT). Nello stesso giorno, a Mayak, sono stati effettuati test del nuovo container contenente il combustibile nucleare esausto: il container è stato “caricato su un trasportatore ferroviario interno e consegnato all’unità 5 dell’impianto radiochimico».

«Se qualcosa è successo, deve essere stato o la sera del 24 o la mattina del 25», ipotizza Nadezhda Kutepova. In quei giorni a Mayak per la prima volta avevano ricevuto un nuovo modello di container e un nuovo tipo di combustibile nucleare, proprio in concomitanza con il “test pianificato della sirena”». «Interessante il fatto che nessuno dei funzionari abbia parlato di questi test, visto che in caso di successo avrebbero potuto vantarsene», considera la Kutepova.

Nella sala d’attesa di Mikhail Pokhlebaev,direttore generale di Mayak, hanno comunicato ai cronisti della “Ъ” che questi «per principio non commenta la situazione». L’assistente Sergey Egovor, vice del direttore generale per la sicurezza, ha avvertito che non ci sarebbe stata l'intervista. Il capo della comunicazione di Mayak, Nadezhda Zhidkova, ha inoltre spiegato a “Ъ” che «Le imprese russe non possono essere considerate come fonti di rutenio, dato che qui da noi tutto è in ordine».

Gli abitanti di Ekaterinenburg si sono attivamente mobilitati per seguire le voci dei social media sulla nuvola radioattiva in movimento verso nord dalla regione di Chelyabinsk apparentemente dopo un guasto a impianti di produzione bellica. Nella sede regionale del Servizio Federale per la Protezione dei Consumatori hanno comunicato che il livello di radiazione gamma nella regione non ha superato i limiti ammissibili del fondo radioattivo.
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