(ANSA) - ROMA, 15 GIU - Delimitare le terre nel cuore dell'Amazzonia dove vivono gli indigeni Munduruku e dove il governo brasiliano intende realizzare la mega diga di Sao Luiz do Tapajós. Un progetto devastante, che inonderà parte delle loro terre distruggendo una vasta area della foresta amazzonica.
A sostenere il popolo che abita nella valle del Tapajós da generazioni è Greenpeace. "Questa - afferma Juarez, portavoce dei Munduruku - è una battaglia importante non solo per noi, ma per tutti gli abitanti del Pianeta, perché stiamo parlando di una delle più grandi foreste al mondo".
I Munduruku stanno combattendo da più di trent'anni per difendere i loro territori dalla minaccia dei megaprogetti idroelettrici.
Il primo importante risultato è stato ottenuto lo scorso aprile, quando l'Agenzia brasiliana per le popolazioni indigene (FUNAI) ha riconosciuto i territori dei Munduruku, fornendo la base legale per richiedere la sospensione della costruzione della mega diga. Questa sospensione è però solo temporanea e non equivale alla cancellazione del progetto, che avverrà solo nel caso in cui il governo brasiliano confermi questa decisione.
Attivisti di Greenpeace hanno raggiunto i Munduruku per aiutarli a demarcare il loro territorio. "Siamo al loro fianco - sottolinea Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia - e ci battiamo perché siano rispettati i loro diritti e perché il progetto della diga venga cancellato una volta per tutte".
"Non solo la diga cambierebbe per sempre la vita di questo popolo ma avrebbe anche un enorme impatto sulla incredibile biodiversità dell'Amazzonia".
La diga di So Luiz do Tapajós, la prima delle 43 dighe previste sul fiume Tapajos, avrebbe un bacino di 729 chilometri quadri (circa l'estensione di New York) e sommergerebbe 400 chilometri quadri di foresta pluviale incontaminata, portando inoltre alla deforestazione di un'area di 2.200 chilometri quadri.(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2016/06/15/amazzonia-greenpeace-con-indigeni-contro-progetto-mega-diga_e5079c32-f3b8-417f-ae4c-b4fcf6a5d6cc.html
A sostenere il popolo che abita nella valle del Tapajós da generazioni è Greenpeace. "Questa - afferma Juarez, portavoce dei Munduruku - è una battaglia importante non solo per noi, ma per tutti gli abitanti del Pianeta, perché stiamo parlando di una delle più grandi foreste al mondo".
I Munduruku stanno combattendo da più di trent'anni per difendere i loro territori dalla minaccia dei megaprogetti idroelettrici.
Il primo importante risultato è stato ottenuto lo scorso aprile, quando l'Agenzia brasiliana per le popolazioni indigene (FUNAI) ha riconosciuto i territori dei Munduruku, fornendo la base legale per richiedere la sospensione della costruzione della mega diga. Questa sospensione è però solo temporanea e non equivale alla cancellazione del progetto, che avverrà solo nel caso in cui il governo brasiliano confermi questa decisione.
Attivisti di Greenpeace hanno raggiunto i Munduruku per aiutarli a demarcare il loro territorio. "Siamo al loro fianco - sottolinea Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia - e ci battiamo perché siano rispettati i loro diritti e perché il progetto della diga venga cancellato una volta per tutte".
"Non solo la diga cambierebbe per sempre la vita di questo popolo ma avrebbe anche un enorme impatto sulla incredibile biodiversità dell'Amazzonia".
La diga di So Luiz do Tapajós, la prima delle 43 dighe previste sul fiume Tapajos, avrebbe un bacino di 729 chilometri quadri (circa l'estensione di New York) e sommergerebbe 400 chilometri quadri di foresta pluviale incontaminata, portando inoltre alla deforestazione di un'area di 2.200 chilometri quadri.(ANSA).
Nessun commento:
Posta un commento