iutilizzare i monasteri non più in uso per ospitare i profughi e non trasformate in alberghi. Intanto proprio al centro per i rifugiati gestito dai gesuiti, il Papa ha scherzato con il primo cittadino di Roma sulle due ruote che sono diventate ormai il simbolo del sindaco-ciclista. «Il Santo Padre salutandomi mi ha chiesto: 'Ma la bici dov’e’?' Io l’ho rassicurato che era fuori» ha raccontato Marino ai cronisti. «Del resto la prima domanda che mi fece quando andai in Vaticano fu se fossi arrivato in bici», ha ricordato il sindaco, ribadendo l’invito fatto al Santo Padre. «Lo abbiamo invitato in Campidoglio, attendiamo la sua disponibilità» dice.
PROBLEMA PULLMAN - Con il Santo Padre, Marino forse parlerà anche di cose molto terrene. Come il traffico. «Mercoledì pomeriggio presenteremo in giunta una delibera sulla viabilità nella nostra città e affronteremo anche il problema del parcheggio dei pullman che giungono a Roma per Papa Francesco». «Un fatto positivo per la Chiesa e la città, ma noi abbiamo il compito di risolvere anche quel problema di viabilità» ha aggiunto.
L'UDIENZA GENERALE - Le parole del sindaco arrivano proprio mentre è in corso l'udienza del mercoledì, con 80 mila fedeli radunati in piazza San Pietro e nel primo tratto di via della Conciliazione. Il Pontefice, per salutarli tutti, ha compiuto un lungo giro di 50 minuti in jeep: la papa-mobile si è fermata più di 100 volte per baciare bambini, ricevere magliette e cappellini che gli venivano donati dai fedeli (alcuni li ha presi al volo) e una volta anche per bere il «mate», una sorta di tè argentino che si beve dalla cannuccia e che qualcuno - da oltre la transenna - è riuscito a passare ad un uomo della scorta. «Lei è un Papa coraggioso», gli ha gridato un altro fedele e in effetti nessuna star berrebbe una bibita offerta da uno sconosciuto.
I COMPITI A CASA - «Vi faccio una domanda a cui dovete rispondere con il cuore: quanti di voi ricordate la data del loro battesimo?» ha chiesto il Papa durante l'udienza generale, a proposito dell'amore da portare alla Chiesa. «Si alzano alcune mani - ha osservato davanti alla timida risposta di qualcuno in piazza - io credo che sono stato battezzato per Pasqua, io credo per Natale... ma la data del battesimo è della nostra nascita alla chiesa, è quando la nostra mamma chiesa ci ha partorito». «Vi do un compito da fare a casa, quando tornate, - ha suggerito - andate a cercare bene la data del vostro battesimo per ringraziare il Signore» di quel giorno. «Lo farete? - ha chiesto papa Bergoglio -. Sì, è un compito».
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