Appena pochi mesi fa, la Corte aveva rigettato analoga istanza sostenendo che poteva, una volta fuori, reiterare il reato con la nuova classe politica, ovvero continuare l’attività di corruzione. Per i magistrati capitolini "l'intervenuto ridimensionamento di taluni profili di particolare gravità delle originarie contestazioni, fermo restando comunque l’intrinseco disvalore notevolmente elevato dei fatti" fa "ritenere adeguata la meno gravosa misura degli arresti domiciliari"
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