Formazione dei cittadini, investimenti sugli impianti, differenziata spinta e niente discariche. Sono i quattro pilastri del "modello Treviso" di trattamento dei rifiuti, indicato nel programma del governo gialloverde come esempio da seguire in tutta Italia. Nei Comuni della provincia, in buona parte a guida leghista, nei cassonetti della differenziata viene raccolto l'82% in media della spazzatura: tutti i Comuni sono sopra l'80% e qualcuno raggiunge il 90%.
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Formazione dei cittadini, investimenti sugli impianti, differenziata spinta e niente discariche. Sono i quattro pilastri del "modello Treviso" di trattamento dei rifiuti, indicato nel programma del governo gialloverde come esempio da seguire in tutta Italia. Nei Comuni della provincia, in buona parte a guida leghista, nei cassonetti della differenziata viene raccolto l'82% in media della spazzatura: tutti i Comuni sono sopra l'80% e qualcuno raggiunge il 90%.
Come funziona il "modello Treviso" lo spiega Carlo Rapicavoli, direttore generale della Provincia. "Abbiamo cominciato a studiare il nostro piano rifiuti nel '98 - racconta -, fino ad adottarlo nel 2004. La scelta coraggiosa è stata chiudere tutte le discariche. Abbiamo mandato a esaurimento quelle che c'erano, e nel 2005 le abbiamo chiuse. Ma prima abbiamo predisposto le alternative".
All'epoca la differenziata era al 70%, la frazione secca non riciclabile era il 30%. "Abbiamo creato un impianto pubblico che trasformava questa frazione in Cdr, combustibile da rifiuto - spiega Rapicavoli -. Lo vendiamo a cementifici, termovalorizzatori o fornaci autorizzate".
Nel Veneto delle mille fabbriche, pubblico e privati hanno investito moltissimo negli impianti per il riciclo dei vari tipi di rifiuto: plastica, carta, vetro, metalli, perfino pannolini e assorbenti (a Lovadina di Spresiano).
Contemporaneamente, è partita una campagna a tappeto di sensibilizzazione e formazione dei cittadini verso la differenziata: "C'è stata una spinta forte da parte dei Comuni e delle due aziende di raccolta e trattamento, Contarina sulla riva destra del Piave e Savno sulla riva sinistra - continua Rapicavoli -. I cittadini hanno capito che più si ricicla, meno si paga di tariffa. Abbiamo lavorato molto anche per sensibilizzare artigiani e commercianti. Ora per i trevigiani sarebbe impensabile non fare la differenziata, è diventata un'abitudine".
Secondo Contarina, una delle due società della raccolta, i suoi utenti nel 2016 hanno avuto una produzione pro capite di rifiuti di 386 kg, contro i 497 della media italiana e i 477 delle media europea. Le tariffe per i cittadini serviti da Contarina sono state in media di 185,6 euro all'anno, contro i 304,8 della media nazionale.
Come funziona il "modello Treviso" lo spiega Carlo Rapicavoli, direttore generale della Provincia. "Abbiamo cominciato a studiare il nostro piano rifiuti nel '98 - racconta -, fino ad adottarlo nel 2004. La scelta coraggiosa è stata chiudere tutte le discariche. Abbiamo mandato a esaurimento quelle che c'erano, e nel 2005 le abbiamo chiuse. Ma prima abbiamo predisposto le alternative".
All'epoca la differenziata era al 70%, la frazione secca non riciclabile era il 30%. "Abbiamo creato un impianto pubblico che trasformava questa frazione in Cdr, combustibile da rifiuto - spiega Rapicavoli -. Lo vendiamo a cementifici, termovalorizzatori o fornaci autorizzate".
Nel Veneto delle mille fabbriche, pubblico e privati hanno investito moltissimo negli impianti per il riciclo dei vari tipi di rifiuto: plastica, carta, vetro, metalli, perfino pannolini e assorbenti (a Lovadina di Spresiano).
Contemporaneamente, è partita una campagna a tappeto di sensibilizzazione e formazione dei cittadini verso la differenziata: "C'è stata una spinta forte da parte dei Comuni e delle due aziende di raccolta e trattamento, Contarina sulla riva destra del Piave e Savno sulla riva sinistra - continua Rapicavoli -. I cittadini hanno capito che più si ricicla, meno si paga di tariffa. Abbiamo lavorato molto anche per sensibilizzare artigiani e commercianti. Ora per i trevigiani sarebbe impensabile non fare la differenziata, è diventata un'abitudine".
Secondo Contarina, una delle due società della raccolta, i suoi utenti nel 2016 hanno avuto una produzione pro capite di rifiuti di 386 kg, contro i 497 della media italiana e i 477 delle media europea. Le tariffe per i cittadini serviti da Contarina sono state in media di 185,6 euro all'anno, contro i 304,8 della media nazionale.
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