La Norvegia, uno dei maggiori produttori di idrocarburi, punta alla "neutralità climatica" già per il 2030, venti anni prima dell'obiettivo previsto. Malgrado le reticenze del governo conservatore, che però è in minoranza in parlamento, i deputati norvegesi hanno approvato ieri sera con 54 voti a favore e 47 contrari una risoluzione che anticipa dal 2050 al 2030 l'obiettivo di riportare a zero il volume netto delle emissioni di gas a effetto serra, responsabile dei cambiamenti climatici.
In Norvegia la quasi totalità della produzione elettrica nazionale è già "pulita", poiché di origine idrica, quindi il paese scandinavo ha un margine di manovra limitato per ridurre ulteriormente le sue emissioni. Per raggiungere questo obiettivo, quindi, dovrà ricorrere in gran parte all'acquisto di crediti compensativi all'estero. Il governo ha giudicato l'iniziativa prematura e onerosa: "Il costo derivante da questa accelerazione ottenuta grazie all'acquisto di quote può toccare persino i 20 miliardi di corone, pari a 3,2 miliardi di euro l'anno, se ci si basa sulle stime dell'Aie (Agenzia internazionale dell'energia, ndr) del prezzo della riduzione delle emission nelle economie emergenti", ha spiegato il ministro del Clima e dell'Ambiente, Vidar Helgesen, in una lettera al Parlamento.
La Norvegia, pur essendo il maggiore produttore di petrolio dell'Europa occidentale, rappresenta la punta di lancia della lotta ai cambiamenti climatici. Fin dal 2008 si era prefissata l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica già nel 2030, ma aveva condizionato questo passo alla firma dell'accordo internazionale sul clima. Dopo il fallimento di Copenaghen nel 2009, l'obiettivo era stato posticipato al 2050. Con la firma dell'accordo di Parigi i deputati, che hanno già ratificato l'accordo, hanno deciso di rianticipare nuovamente al 2030. http://www.repubblica.it/ambiente/2016/06/15/news/la_norvegia_anticipa_la_neutralita_climatica_al_2030-142092625/?ref=HRLV-21
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento