Rischia un'immediata battuta d'arresto il piano di salvataggio di Latina Ambiente, la società in liquidazione che gestisce il servizio di raccolta rifiuti del capoluogo. I due commissari liquidatori Lorenzo Palmerini e Angela Pierro hanno presentato al Tribunale una domanda di revoca del concordato, il cui piano era stato presentato dall'avvocato Arnaldo Falconi per conto della spa e autorizzato l'11 maggio scorso dal Tribunale.
Cosa è accaduto? Durante la verifica delle carte i commissari hanno scoperto che erano stati effettuati pagamenti dopo l'11 maggio senza l'autorizzazione del giudice fallimentare e dell'attestatore del piano concordatario. Si parla di una cifra di circa 780 mila euro che sono serviti per pagare gli stipendi ai dipendenti, pezzi di ricambio e assicurazioni per gli automezzi, rate dei mutui e anche i costi di smaltimento di rifiuti organici.
L'udienza è stata fissata per il 28 giugno prossimo davanti alla sezione fallimentare del Tribunale. Il collegio però non sarà guidato dal presidente Pandolfi che si è astenuto avendo avuto, in qualità di numero uno del Tribunale, rapporti con la società che è demandata tra l'altro anche alla pulizia degli uffici giudiziari. Per questo il collegio sarà composto dai giudici D'Auria, Cina e Vaccarella.
Dalla società manifestano sicurezza. L'istanza dei commissari viene ritenuta un atto dovuto, si è convinti che si potrà dimostrare la necessità contingente di effettuare quei pagamenti per non interrompere il servizio. Ma la decisione del Tribunale di fatto servirà anche a fare chiarezza sul futuro della società. I commissari infatti rilevano che allo stato la presentazione di un concordato in continuità appare stridere con la situazione societaria che dopo l'ammissione alla procedura di liquidazione ha di fatto esaurito la sua funzione e i suoi scopi, visto tra l'altro che anche il Comune ha previsto nel Pef di bandire una gara d'appalto entro i prossimi sei mesi (ed ha per questo concesso una proroga del servizio fino al 31 dicembre prossimo).
E' qui che si giocherà la battaglia. Concordato in liquidità è l'opposto del concordato liquidatorio e ha come scopo la sopravvivenza societaria, non la sua liquidazione. L'ipotesi che dovrà reggere davanti ai giudici è quella di prevedere che la spa sia in grado perfino di partecipare alla prossima gara d'appalto con il Comune, così da consentire alla Latina Ambiente di continuare a incassare soldi così da riuscire a pagare una esposizione debitoria che ad oggi risulta di circa 26 milioni.
Cosa è accaduto? Durante la verifica delle carte i commissari hanno scoperto che erano stati effettuati pagamenti dopo l'11 maggio senza l'autorizzazione del giudice fallimentare e dell'attestatore del piano concordatario. Si parla di una cifra di circa 780 mila euro che sono serviti per pagare gli stipendi ai dipendenti, pezzi di ricambio e assicurazioni per gli automezzi, rate dei mutui e anche i costi di smaltimento di rifiuti organici.
L'udienza è stata fissata per il 28 giugno prossimo davanti alla sezione fallimentare del Tribunale. Il collegio però non sarà guidato dal presidente Pandolfi che si è astenuto avendo avuto, in qualità di numero uno del Tribunale, rapporti con la società che è demandata tra l'altro anche alla pulizia degli uffici giudiziari. Per questo il collegio sarà composto dai giudici D'Auria, Cina e Vaccarella.
Dalla società manifestano sicurezza. L'istanza dei commissari viene ritenuta un atto dovuto, si è convinti che si potrà dimostrare la necessità contingente di effettuare quei pagamenti per non interrompere il servizio. Ma la decisione del Tribunale di fatto servirà anche a fare chiarezza sul futuro della società. I commissari infatti rilevano che allo stato la presentazione di un concordato in continuità appare stridere con la situazione societaria che dopo l'ammissione alla procedura di liquidazione ha di fatto esaurito la sua funzione e i suoi scopi, visto tra l'altro che anche il Comune ha previsto nel Pef di bandire una gara d'appalto entro i prossimi sei mesi (ed ha per questo concesso una proroga del servizio fino al 31 dicembre prossimo).
E' qui che si giocherà la battaglia. Concordato in liquidità è l'opposto del concordato liquidatorio e ha come scopo la sopravvivenza societaria, non la sua liquidazione. L'ipotesi che dovrà reggere davanti ai giudici è quella di prevedere che la spa sia in grado perfino di partecipare alla prossima gara d'appalto con il Comune, così da consentire alla Latina Ambiente di continuare a incassare soldi così da riuscire a pagare una esposizione debitoria che ad oggi risulta di circa 26 milioni.
Mercoledì 15 Giugno 2016 - Ultimo aggiornamento: 15:53http://www.ilmessaggero.it/latina/latina_ambiente_concordato_in_bilico-1797691.html
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