martedì 17 maggio 2016

Glifosato e pesticidi, quest’agricoltura ha fatto disastri. Ma si può ancora fare qualcosa

Il rapporto Ispra sul bienno 2013-2014 è un grido d’allarme:stiamo avvelenando i  nostri fiumi. Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei casi. Circa un terzo delle acque sotterranee è risultato contaminato. Rispetto al biennio precedente, aumenta il livello di contaminazione ma anche il numero di sostanze trovate: 365 contro le 335 del 2012. Quel che è più grave è che non esiste una valutazione complessiva del rischio per le miscele, che si formano con meccanismi e vie di migrazione imprevedibili. Le acque sono inquinate al punto che sempre più spesso si ricorre a costosi sistemi di abbattimento e depurazione, prima di immettere le acque negli acquedotti pubblici. Le acque non depurate sono d’altra parte usate perirrigare i campi, per far crescere erba da pascolare o verdura da mangiare. I veleni si accumulano nella catena alimentare e prima o poi arriveranno dentro di noi.
Non a caso l’aspettativa di vita dalla nascita aumenta, ma diminuisce l’aspettativa di vita in salute. Solo qualche esempio: il Glifosate (il più diffuso erbicida) è stato classificato dalla Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Oms) come un cancerogeno probabile (2A). Conclusione diversa da quella dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (la Efsa) secondo cui è “improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo“. Intanto, il Parlamento Europeo ha rinnovato la sua autorizzazione, violando il principio di precauzione, per altri 7 anni, in attesa della decisione definitiva che spetta alla CommissioneE’ ufficiale, inoltre, il rapporto positivo tra il morbo di Parkinson e l’uso professionale di pesticidi, in particolare per gli insetticidi organoclorurati, tanto che la Francia hariconosciuto il Morbo di Parkinson come malattia professionale per gli agricoltori entrati a stretto contatto con i pesticidiL’esposizione durante la gravidanza comporta pericoli per il bambino, dato che alcune sostanze raggiungono direttamente il feto nel grembo materno: difetti alla nascita e ritardi dello sviluppo cognitivoSiamo quindi di fronte all’evidenza che anche bassi dosi di fitofarmaci possono essere molto pericolosi per la salute umana, a lungo termine.
Il modello di agricoltura tradizionale ha fatto ovunque disastri: i contadini del Sud del mondo non si sono liberati dalla povertà, anzi, si sono indebitati per comprare pesticidi e fertilizzanti, macchinari per irrorare semi ogm resistenti all’erbicida, si sono ammalati usando pesticidi senza precauzioni (alcuni non sapevano nemmeno leggere le istruzioni), molti sono stati costretti a cedere la loro terra alle grandi multinazionali, perdendo le loro terre e le varietà tradizionali, trasformando colture tradizionali in monocolture destinate all’esportazione. Il terreno si è sempre più impoverito, desertificato, le scarse falde acquifere sono state inquinate. Quando andiamo a fare la spesa al supermercato, dovremmo avere sempre davanti agli occhi le terribili immagini di inquinamento e ingiustizie sociali, pubblicate nel durissimo reportage argentino El costo humano de los agrotoxicos. Ma non c’è bisogno di andare lontano: conosco tanti operai immigrati che lavorano nei campi, donne e uomini costantemente e disperatamente a contatto con i pesticidi: per loro, nausea e mal di testa sono all’ordine del  giorno.
Anni fa vidi un documentario meraviglioso, L‘Economia della Felicità, e Vandana Shiva ci parlò con la sua solita trascinante passione: un mondo migliore è possibile. Non è vero che i campi coltivati in modo bio danno raccolti inferiori, specialmente nelle regioni più povere. I casi documentati, dal Senegal al Brasile, mostrano che la qualità dei suoli e dei raccolti migliora, e la biodiversità è preservata. A questo punto cosa possiamo fare?Anche qui l’impegno è duplicepressione verso l’alto e cambiamento dei nostri stili di vita. Dobbiamo chiedere ai governi di far rispettare regole rigide sull’uso dei pesticidi, distanze di sicurezza da case, scuole, parchi e giardini riducendo il loro uso nei campi fino al progressivo divieto; chiediamo di istituire biodistretti, di incentivare l’agricoltura biologica, biodinamica o sinergica.
Nel nostra spesa quotidiana premiamo i produttori coraggiosi, che ricorrono a metodi di agricoltura rispettosi dell’ambiente, compriamo i loro prodotti (se possibile evitando i canali della grande distribuzione), rechiamoci nei mercati diretti, nei piccoli negozi o tramite i Gas (gruppi di acquisto solidale). Forse è vero, costano un poco di più, ma sono anche più nutrienti e poi… quanti sprechi inutili facciamo ogni giorno? Riduciamo questi sprechi e spendiamo un euro in più per un mondo più sano e più giusto. Diceva Lorenzo Tomatis (Iarc):” Le generazioni future non ci perdoneranno i danni che noi stiamo loro facendo”. di  | 17 maggio 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/17/glifosato-e-pesticidi-questagricoltura-ha-fatto-disastri-ma-si-puo-ancora-fare-qualcosa/2734171/

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