domenica 8 settembre 2013
Trattamento «ostinato» nel caos rifiuti a Latina Diversi Comuni preferiscono spendere più soldi per il trasporto
La struttura pronta a lavorare i rifiuti dei centri con la differenziata a regime - Tonnellate di troppo, ma l’impianto di Castelforte è sotto utilizzato - CONTRADDIZIONI
L’AZIENDA
DEL SUD PONTINO
RICEVE SOLO
TRENTA TONNELLATE
MENTRE «RIDA»
MANDA VIA I CAMION DI PIERFEDERICO PERNARELLA
M
entre l’impianto «Rida» di Aprilia ogni
giorno respinge dalle
100 alle 150 tonnellate di rifiuti,
l’impianto della «Csa» di Castelforte è costretto a spegnere i motori a metà giornata perché di
rifiuti ne arrivano molti meno di
quanti ne può trattare. Da un
estremo all’altro della provincia.
Da un estremo all’altro di quel
grande paradosso che è la gestione dei rifiuti nel territorio pontino. Qualcosa non torna nei numeri e soprattutto nei criteri alla base
del via vai d’immondizia. Singlare è la storia dell’impianto di
Castelforte, gestito dalla «Csa».
È entrato in funzione a partire dal
16 agosto, è stato autorizzato dalla Regione Lazio al trattamento
della frazione secca derivante
dalla raccolta differenziata per
200 tonnellate al giorno. Ma da
due settimane a questa parte la
media dei rifiuti portati all’im -
pianto del sud pontino non si
discosta dalle 30 tonnellate al
giorno. «A mezzogiorno - assicura il titolare della struttura, Enrico
Giuliano - dobbiamo nostro malgrado spegnere i motori». Malgrado per chi ha investito due
milioni di euro per mettere su un
impianto in cui lavorano una trentina dipendenti. Tutto questo
mentre ad Aprilia l’impianto «Rida» non riesce a soddisfare tutta
la richiesta ed è costretto a lasciare fuori i camion. Finora gli unici
Comuni che conferiscono all’im -
pianto della «Csa» sono Castelforte, Spigno Saturnia e Formia.
E tutti gli altri? Quelli che sono
riusciti a raggiungere buone percentuali di raccolta differenziata?
Lenola, Itri, Campodimele, Monte San Biagio, Minturno, ma anche Sabaudia, San Felice Circeo.
Alcuni di questi ultimi inseriti
nella «black list» della Polizia
provinciale, inviata in Procura,
perché hanno continuato a conferire nella discarica della «Indeco»
i rifiuti senza trattamento. È evidente che regna la confusione,
complice l’assenza di una cabina
di regia da parte della Regione
Lazio. Si moltiplicano gli interrogativi: dove finisce il surplus di
rifiuti che «Rida» non riesce a
trattare e non va all’impianto di
Castelforte? Basterebbe un po’ di
buon senso ma a ben vedere è
anche una questione di regole, di leggi. La normativa infatti impone di conferire i rifiuti negli impianti più vicini ai propri Comuni. Alcuni invece preferiscono fare più chilometri, consumare più
gasolio, insomma spendere più
soldi. Il che, stando all’obbligo
degli impianti di prossimità, potrebbe configurare anche delle responsabilità erariali. Ma in questa
situazione di anarchia parlare di
leggi, obblighi e responsabilità è
diventato superfluo.
SE NON È UN DANNO
GESTIONE SENZA
CABINA DI REGIA,
LE AMMINISTRAZIONI
MUNICIPALI
IMPROVVISANO
FACENDO
AUMENTARE I COSTI
SULLE TASCHE
DELLA COLLETTIVITÀ
©RIPRODUZIONE RISERVATA Latina Oggi 8 settembre 2013
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